A PALAZZO GRAZIOLI INCONTRO TRA BERLUSCONI, SALVINI E MELONI PER TENERE IN PIEDI, IN EXTREMIS, L’ALLEANZA DI CENTRODESTRA - IL LEGHISTA ATTACCA I CONSIGLIERE DEL CAV: “BERLUSCONI NON SI FIDA DI ME? LUI PENSA CHE IO NON SIA LEALE AL CENTRODESTRA E VOGLIA INCIUCIARE CON DI MAIO? NON SO PIÙ COSA FARE PER NON FARGLI CREDERE A CIO' CHE DICONO I SUOI CONSIGLIERI CHE STANNO AVVELENANDO I POZZI DEL CENTRODESTRA…”

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SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

1 - CAMERE: STAMATTINA VERTICE BERLUSCONI-SALVINI-MELONI

(ANSA) - E' in programma stamattina alle 9 un vertice a palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Un incontro per tentare in extremis di evitare la spaccatura del centrodestra. Ieri la leader di FdI aveva chiesto un vertice per provare a superare le divisioni.

 

2 - SALVINI SPIANA LA STRADA A UN GOVERNO CON I GRILLINI "SVENTATO L'INCIUCIO FI-PD"

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

Dopo una giornata campale, conclusa con i clamorosi voti dei senatori leghisti alla forzista Anna Maria Bernini, Matteo Salvini è ancora carico di adrenalina mentre va in macchina a casa della fidanzata Elisa Isoardi. «Sono due giorni che cerco di convincere Berlusconi a non fossilizzarsi sulla candidatura di Romani. Gli ho spiegato che nel voto segreto dell' urna non abbiamo la sicurezza di spuntarla e che può finire che Pd e 5 Stelle fanno un accordo e ci fregano. Berlusconi non si fida di me?

 

berlusconi salvini meloni fitto berlusconi salvini meloni fitto

Lui pensa che io non sia leale al centrodestra e voglia inciuciare con Di Maio? Non so più cosa fare e dire per farlo ricredere, anzi a non credere a quei suoi consiglieri che stanno avvelenando i pozzi del centrodestra. Sono gli stessi che fanno di tutto, loro sì, per inciuciare, ma con il Pd. Sono convinto che si possa ancora trovare una soluzione su un terzo nome, sempre di Forza Italia, perché, attenzione, io mi sono mosso dentro il perimetro del centrodestra e non mi muovo di un millimetro da un nome di Forza Italia, mica sto battagliando per un candidato della Lega».

 

berlusconi salvini meloni berlusconi salvini meloni

Salvini sa di avere fatto la mossa del cavallo che tira calcioni a zio Silvio, di avere dato una chiara e forte prova di leadership. Il capo della Lega ha messo in conto pure lo scenario peggiore, che Giorgia Meloni sta cercando di evitare a ogni costo: la deflagrazione del centrodestra, quello che la stessa leader di Fdi chiama il rischio di un «liberi tutti».

 

«Meglio fermarsi un attimo, azzerare i nomi e trovare una candidatura comune», spiega Meloni che ha lanciato «l' ultimo appello» prima del burrone. Salvini non esclude che alla fine il centrodestra si ricomponga su un terzo nome, sempre di Fi, quello di Maria Elisabetta Casellati, che l' ex Cavaliere si pieghi. Non sembra che da Palazzo Grazioli ci sia aria di arrendevolezza, anzi soffia tempesta, di ira funesta da parte di Berlusconi.

SALVINI MELONI BERLUSCONI SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

«Vedremo - minimizza Armando Siri, consigliere di Salvini -, noi intanto abbiamo indicato il modo per uscire da un impasse ed evitare di rimanere schiacciati da un accordo 5 Stelle-Pd». Giancarlo Giorgetti addirittura afferma che la reazione di Berlusconi («Il vostro è un atto ostile») sia «esagerata».

 

«Gli abbiamo fatto un favore. Noi abbiamo solo fatto un passo indietro, una scelta responsabile e chiediamo a tutti gli altri di fare altrettanto. Il nome può anche non essere quello della Bernini, deciderà Berlusconi. Non abbiamo nulla contro Romani, lo avremmo votato ma dobbiamo uscire da questa situazione di stallo, serve buonsenso. E comunque ci muoveremo per un governo di centrodestra».

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI SALVINI BERLUSCONI MELONI

Era stato proprio Giorgetti a segnalare il primo scricchiolio di un centrodestra che stava andando in frantumi. Arrivato a Montecitorio attorno alle 15, aveva confidato a La Stampa che la Lega al Senato non avrebbe votato per Romani. «Non è possibile, dobbiamo pensare ad un altro nome. Nel tardo pomeriggio qualcosa accadrà». E in effetti è accaduto. Salvini aveva convocato nei suoi uffici a Palazzo Madama il capogruppo leghista e gli aveva spiegato il piano: «Votiamo Bernini». Alle 18 arriva lo spariglio. Passano le ore e da Palazzo Grazioli filtrano le intenzioni di Berlusconi: votiamo tutti Bernini se la Lega si impegna a non votare il candidato 5 Stelle alla presidenza della Camera.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI SALVINI BERLUSCONI MELONI

Ma Di Maio si affretta a dare una sponda a Salvini, affermando che M5S è pronta a votare insieme alla Lega, proprio la Bernini. A quel punto in cerchio si è chiuso e il capo leghista taglia la testa al toro. Non aspetta nemmeno che la proposta «provocatoria» di Berlusconi venga resa pubblica: «Vista la disponibilità dei 5 Stelle a sostenere un candidato del centrodestra alla presidenza del Senato, noi ne appoggeremo uno dei 5S alla Camera».

Lo strappo di Matteo apre scenari inediti, anche di governo con i 5S senza il centrodestra. Ma non è quello che lui vorrebbe o avrebbe voluto. «Non si può continuare con questi balletti. Qui stiamo parlando di candidati per la seconda carica dello Stato tutti di Fi.

 

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