PD CALENDA EST! “SE IL PARTITO DEMOCRATICO SI ALLEA CON IL M5S IL MIO SARÀ IL TESSERAMENTO PIÙ BREVE DELLA STORIA DEI PARTITI POLITICI” – IL MINISTRO SI SMARCA DA UN POSSIBILE ACCORDO COL M5S – I BIG PRONTI A SFIDUCIARE RENZI: “GESTIONE COLLEGIALE”

-

Condividi questo articolo


1. TWEET DI CALENDA

 

CALENDA MATTARELLA CALENDA MATTARELLA

"Se il PD si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici"
 
 

2. LUNGHI COLTELLI

 

Nino Bertoloni Meli per il Messaggero

 

«Grazie Carlo», scrive Paolo Gentiloni bruciando tutti sul tempo. Il grazie è a Carlo Calenda, che ha annunciato di iscriversi al Pd, La mossa del ministro dello Sviluppo cala in un Pd in pieno caos post sberla elettorale, e dà il segnale di come, venuta meno una leadership, si stia già pensando a quella futura. Se sarà Calenda o altri ovviamente si vedrà, fatto sta che in giornata è un crescendo di bene Calenda, bravo Calenda, che bella notizia, pronunciati da personaggi come Martina, Richetti, Rosato e altri.

 

FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI RENZI

LUNGHI COLTELLINel Pd è vigilia di lunghi coltelli. Quello che doveva, e poteva, avvenire prima delle elezioni - una congiura di tutti per far fuori il segretario, a cavallo delle elezioni siciliane - si sta materializzando adesso, a urne chiuse. E' una sorta di legge dei partiti di sinistra con leadership non più a vita (com'era una volta): se vinci le elezioni sei incoronato, se le perdi, sei disarcionato. Renzi lo sa, per questo ha lasciato, ma le modalità dell'addio alla segreteria non solo non sono piaciute, ma hanno ingenerato sospetti, malumori, rivolta. E' in atto una raffica di dimissioni dei dirigenti locali. I segretari di Campania, Umbria e Marche si sono dimessi.

 

rutelli gentiloni calenda rutelli gentiloni calenda

Raccontano che al Nazareno si stiano già facendo i conti dei numeri in direzione, dove non ci sarebbe più la maggioranza granitica renziana registrata da sempre. Il motivo è che tutti i big di maggioranza non di provenienza renziana si sarebbero staccati dal segretario semi dimissionario e sarebbero pronti a sfiduciarlo. Nomi del peso di Delrio, Martina, Franceschini, Gentiloni, non solo quindi le minoranze di Orlando ed Emiliano. Tutti tranne il cosiddetto giglio magico renziano e tranne Orfini, il presidente. La richiesta che accomuna tutti i congiurati è collegialità. Spiegano più o meno con le stesse parole: «Il segretario deve dimettersi sul serio, il che vuol dire che non può dettare la linea o avere voce in capitolo sui passaggi della crisi». 

 

LA FASE POST RENZIANACollegialità significa che la gestione del partito, nella fase post renziana, va affidata a una sorta di comitato di garanti, cinque persone al massimo, che gestiscano il partito fino alla fase congressuale. Raccontano di una rottura, anche sul piano personale, con l'amico Paolo, quel Gentiloni che Renzi volle alla Farnesina e che poi favorì come suo successore a palazzo Chigi, situazione che il gentiloniano doc Roberto Giachetti sintetizza così: «Una volta si diceva che io dichiaravo quello che Renzi non poteva dire, adesso dico che ho sempre ragionato con la mia testa e che non dichiaro per conto di nessuno. Punto».

CARLO CALENDA CALLENDE CARLO CALENDA CALLENDE

 

Il sospetto degli anti renziani è che il Matteo dimissionario anzi no stia di fatto già lavorando a farsi un partito tutto suo, fregandosene del Pd considerato ormai un luogo a perdere asfissiato dalle correnti e dai capicorrente. Di qui, raccontano sempre i congiurati, le voci fatte circolare di affidare la direzione dei gruppi parlamentari a Maria Elena Boschi alla Camera e al segretario toscano Dario Parrini al Senato, due renziani a doppia mandata che, ove mai eletti, gestirebbero tutta la fase delle trattative per la formazione di maggioranza e nuovo governo. Si arriverà alla sfiducia? Non è detto, i congiurati stanno tentando di evitare trabocchetti politici che potrebbero far resuscitare il leader politicamente sconfitto. 

 

DELRIO CALENDA DELRIO CALENDA

L'ALLEANZAAl primo punto c'è la questione dell'appoggio o meno al tentativo del M5S di dar vita a un governo. Appoggio esterno del Pd? Non sfiducia? Coinvolgimento comunque pur di farlo andare in porto? Per la soluzione pro cinquestelle non c'è più il solo Emiliano a perorarlo dalla Puglia, si sono aggiunti personaggi come Sergio Chiamparino dal Piemonte, secondo il quale «non esistono tabù, io ad esempio collaboro con la Appendino a Torino senza problemi».

 

Qualcosa di simile, sia pure più sfumata, ha fatto trapelare Andrea Orlando: «La tenuta istituzionale dipende da noi, ricordiamocelo». Una linea magari responsabile, ma che nel Pd è vissuta come un harakiri, al punto che quanti erano stati sospettati di puntarci, magari per ottenere qualcosa in cambio dai cinquestelle, sono corsi ad azionare il freno. Franceschini: «Siamo per stare all'opposizione, nessun accordo con il M5S, chiaro?». Lo stesso per il vice segretario Martina. E già gira voce che in direzione verrebbe presentato, dai renziani, un documento che fissa per il Pd la linea dell'opposizione con l'aggiunta che spetta ai vincitori delle elezioni, M5S e centrodestra, trovare la soluzione e governare. Da qui a lunedì c'è ancora tempo per trovare una mediazione collegiale o per rompere e andare alla conta. 

CALENDA BONINO CALENDA BONINO FRANCESCHINI RENZI GENTILONI FRANCESCHINI RENZI GENTILONI

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT -  SALUTAME ER PAPA! PERCHÉ MELONI HA ORDINATO A GIORGETTI E VALDITARA DI DISERTARE GLI "STATI GENERALI DELLA NATALITÀ"? COME MAI LEI, ''DONNA-MADRE-CRISTIANA'', HA RIFIUTATO L’INVITO (GIA' PRIMA DELLA CONTESTAZIONE A ROCCELLA), A UN EVENTO PRESENTE BERGOGLIO? - LA DUCETTA, ACCUSATA DI “DERIVA ORBANIANA SUI DIRITTI DELLE DONNE (PRO-VITA NEI CONSULTORI) HA PREFERITO SMARCARSI DA TEMI DIVISIVI IN VISTA DELLE EUROPEE. MAGARI TEMEVA DI FINIRE CONTESTATA DAI CATTOLICI ANCHE PER L’AFFOSSAMENTO DEL “FAMILY ACT” - L'IRA ECCLESIALE ESPRESSA DALL’ORGANIZZATORE DEGLI "STATI GENERALI DELLA NATALITÀ", GIGI DE PALO. OGGI A ROMA, ACCANTO AL PONTEFICE, NON L'HA TOCCATA PIANO: “CI SIAMO SENTITI ABBANDONATI DALLE ISTITUZIONI. COME SE TOGLIERE LA PAROLA A UN MINISTRO FOSSE PIÙ GRAVE DI TOGLIERLA A UNA MAMMA ALL'OTTAVO MESE DI GRAVIDANZA…” - VIDEO

FLASH! – MAI DIRE RAI: ANDATO A VUOTO IL TENTATIVO CON TAJANI DI ESSERE IN QUOTA FORZA ITALIA, AL FINE DI CONQUISTARE LA POLTRONA DI DIR. GEN., ROBERTO SERGIO HA PROVATO AD ADESCARE I MELONI DI VIALE MAZZINI CON LA RIDICOLA “CENSURA” A SERENA BORTONE – ROSSI, CHE AVEVA ISSATO SERGIO PRO TEMPORE A AD, SI SENTE “TRADITO” PER LE SUE TRAME DI RESTARE AL SUO POSTO – COME DIR. GEN., ACCANTONATO CIANNAMEA, LA LEGA RICICCIA MARANO MEZZOBANANO. TROPPO ESPERTO ED ABILE, NON E’ GRADITO A ROSSI (CHE NE FAREBBE A MENO DEL DIR. GEN.) - COMUNQUE, DA QUI A LUGLIO, TUTTO PUO' CAMBIARE…

DAGOREPORT – ELLY SCHLEIN, UNA DONNA SOLA AL COMANDO DI UN MANICOMIO: NON ASCOLTA PIÙ NESSUNO E HA ESAUTORATO LA SEGRETERIA E DISINNESCATO LE CORRENTI - A SPACCARE IL PD, ALLA SVALVOLATA ELLY SI E' AGGIUNTO IL VANESIO MAURIZIO LANDINI CON IL REFERENDUM SUL JOB ACT: IL SINDACALISTA (A TEMPO PERSO), IN BARBA A CONTE, SOGNA DI DIVENTARE LUI IL FEDERATORE DELLA GRANDE SINISTRA: PD E M5S PIU' AVS (VIA IL CENTRO CATTO-DEM) – GOFFREDO BETTINI AL LAVORO: INVECE DI TROVARE UN BUON DOTTORE, CERCA UN FEDERATORE ALLA PRODI PER UN NUOVO "ULIVO" E DI UN 40ENNE CHE POSSIEDA LA LEADERSHIP PER SGONFIARE LE SMORFIE DELLA MELONA (RICCI, DECARO, NARDELLA, SALA) - GENTILONI-ONI-ONI? ASPIRA AL QUIRINALE! - INSOMMA, PER LA GIOIA DEL ''TRIO DUCIONI”, LA CROCE VERDE NON ARRIVERA' E IL MANICOMIO PD NON CAMBIERA' COPIONE: SCHLEIN RESTERA' AL SUO POSTO A FARE LE SUE INTELLIGENTI CAZZATE DE SINISTRA...