POLVERE DI 5 STELLE – L’ASSESSORE COLOMBAN VOLA VIA: E’ IL QUARTO IN UN ANNO A MOLLARE LA RAGGI – DIETRO L’ADDIO LE FRIZIONI CON I COLLEGHI DI GIUNTA SU ATAC, PARTECIPATE E RIFIUTI - FICO CONTRADDICE LA LINEA DI GRILLO E DI MAIO SULLO "IUS SOLI": "LO VOTEREI"

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RAGGI COLOMBAN RAGGI COLOMBAN

Annalisa Cuzzocrea Giovanna Vitale per la Repubblica

 

Hanno cercato di trattenerlo in ogni modo, Massimo Colomban, l' imprenditore veneto arruolato dalla giunta Raggi lo scorso ottobre, dopo le dimissioni in massa del titolare al Bilancio, del capo di gabinetto e dei vertici di Ama e Atac. Si sono mobilitati Beppe Grillo e Davide Casaleggio, per convincere l' assessore capitolino alle Partecipate a rinviare l' addio, caduto fatalmente nel momento più critico per la sindaca grillina, vicina al rinvio a giudizio per falso e abuso d' ufficio.

 

«Resisti ancora un po'», il messaggio arrivato al fondatore di Permasteelisa da Genova e Milano, «se lasci adesso i giornali ci massacreranno, penseranno che stai abbandonando la nave che affonda». Ma Colomban, che nei giorni scorsi aveva comunicato per mail la sua «decisione irrevocabile », è stato irremovibile.

 

«Avevamo fatto un patto, che sarei rimasto nove mesi al massimo, il tempo per raddrizzare la disastrata holding capitolina: il lavoro è in fase conclusiva, il mio compito è esaurito. A settembre lascio. Devo tornare alla mia attività ».

 

COLOMBAN COLOMBAN

Non una polemica, né un accenno di delusione nei confronti di una squadra che non sempre ha saputo, o voluto, viaggiare alla sua velocità. Neanche una parola sulle frizioni con alcuni colleghi di giunta: sulle nomine nei cda delle partecipate, che Colomban voleva improntate a criteri di puro merito anziché di affiliazione alle correnti 5 stelle; sul modo per risanare Atac, l' azienda dei trasporti al collasso, anche attraverso l'individuazione di un partner societario, soluzione osteggiata dalla maggioranza grillina; perfino sull'ambizioso piano "rifiuti zero", che prevede di portare la differenziata al 70% in quattro anni, lasciando nel frattempo la città ostaggio della spazzatura e dei trasferimenti all' estero.

 

Colomban se ne va, dice, solo perché così era stato deciso. Ed è il quarto assessore a farlo dopo Marcello Minenna, Paola Muraro e Paolo Berdini. Ma l' abbandono è uno di quelli che fanno male.

 

Davide Casaleggio è venuto a Roma, mercoledì sera, per cercare di capire come uscirne. È andato a cena con il deputato Riccardo Fraccaro ("luogotenente" M5S in Campidoglio) e con l' assessora al Welfare Laura Baldassarre.

 

FICO GRILLO FICO GRILLO

E ha fatto il punto in Senato insieme all' altro ufficiale di collegamento con la giunta, Alfonso Bonafede. Uscendo, davanti alla domanda sul sostegno alla sindaca, prima non risponde. Poi le porte dell' ascensore si riaprono, un cronista insiste: «Basta un sì». Casaleggio sorride e dice: «Sì». Senza spiegare.

 

Parlano invece del caso Marra, per la prima volta dopo mesi, Roberta Lombardi e Carla Ruocco. In un' intercettazione l' ex braccio destro di Raggi le definiva "mignotte mentali", insieme a Paola Taverna. «Un' altra medaglia al valore - scrive Lombardi su Facebook - Io la testa non l' abbasso mai e sono fiera di essere stata dalla parte giusta». «Le sue parole sono un vanto», le fa eco Ruocco. Mentre la senatrice Taverna affida il suo pensiero a un amico: «Da uno come lui è un complimento e dimostra solo che avevo ragione». Ma le difficoltà non riguardano solo Roma.

 

GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

«Io sono favorevole allo Ius soli, che poi è uno Ius culturae, e lo voterei», dice a Un giorno da pecora il capogruppo alla Camera Roberto Fico. Non condanna la posizione del Movimento («non credo sia negativa»), accusa il Pd di stare usando la legge in modo strumentale, ma non esita a dire che è per il sì. Nonostante la linea Di Maio. E nonostante il blog.

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Massimo-Colomban Massimo-Colomban

 

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