PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - MIKE PENCE, VICE DI TRUMP, VINCE IL DIBATTITO CONTRO TIM KAINE (VIDEO): HA UNA MARCIA IN PIÙ, GUARDA IN CAMERA, PARLA LENTAMENTE, NON STRILLA, NON SI AGITA, NON CADE NELLE TRAPPOLE, NON HA FATTO TRUMP, HA FATTO SE STESSO - BILL CLINTON SI SCHIERA PER OBAMACARE E METTE IN DIFFICOLTÀ HILLARY

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IL MEGLIO DEL DIBATTITO TRA I CANDIDATI ALLA VICEPRESIDENZA

 

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

MIKE PENCE TIM KAINE MIKE PENCE TIM KAINE

Ha vinto Mike Pence, il vice di Donald Trump, ha vinto molto bene non narrowly, di misura, come continua a titolare la Cnn, il cui sondaggio post dibattito ha dato per risultato 48 42. Ma siccome ha vinto il repubblicano e i media quest'anno sono sfacciatamente dalla parte democratica, la vulgata del giorno seguente è che nell'ordine: Pence ha vinto di poco, ha vinto facendo il non Trump anzi l’anti Trump, chissà se Trump imparerà la lezione, Pence si prepara per il 2020, e il dibattito tre vicepresidenti non conta niente.

 

Che non è vero o meglio è vero solo in parte. Il vicepresidente è solo apparentemente una figura di contorno e superfluo, meglio lo è quando il candidato presidente  ha un tale carisma, un tale appeal, da concentrare su di sé tutta l'attenzione e il consenso possibili. In questo caso si sa fin troppo bene i due candidati polarizzano l’elettorato e non convincono un sacco di gente.

 

Inoltre sono obiettivamente due anziani, settantenni che nel corso del loro mandato potrebbero avere temporaneamente o permanentemente bisogno di un ricambio, e  il ricambio è per legge e senza deroga alcuna rappresentato dal vicepresidente fino alle elezioni seguenti.

MIKE PENCE TIM KAINE MIKE PENCE TIM KAINE

 

Pence e Kaine  hanno uno 58 l'altro 57 anni, dunque non sono di primo pelo, ma quest'anno come per una legge di contrappasso giovani non se ne sono proprio visti, come nel caso dei democratici, o hanno fatto una magra figura, come Ted Cruz e Marco Rubio, nel caso dei repubblicani. Dico contrappasso perché vengono dopo un presidente considerato attraente perché nero è giovane.

 

 Dice invece  il puntuale Rasmussen reports che quest'anno secondo un sondaggio fatto alla vigilia del dibattito il 78% di coloro che intendono votare si è detto interessato a guardare il dibattito in Tv. Vedremo quali siano stati i numeri definitivi. Se è per questo, Rasmussen dice anche che nel testa a testa fra i due contendenti non solo il repubblicano si è ripreso da una brutta settimana in cui era andato sotto di 4 punti ,ma che oggi è lui al 42% e la Clinton al 41. Che poi vuol dire sempre la stessa cosa, che almeno in un sondaggio nazionale sono alla pari.

 

donald trump convention con il figlio barron moglie melania mike pence e la moglie karen donald trump convention con il figlio barron moglie melania mike pence e la moglie karen

Mike Pence, governatore dell'Indiana, ha vinto contro due contendenti, non uno, perché la giornalista della CBS invece che il moderatore ha fatto il sostenitore di Kaine, lasciandogli interrompere il repubblicano per 70 volte e contestandogli di non aver risposto quando non aveva avuto il tempo di dire una parola, e addirittura annuendo vistosamente e commentando con un “right”, giusto, alcune frasi particolarmente accusatorie del democratico.

 

Si chiama Helene Quijano, sarà per l'origine centroamericana, probabilmente messicana, ma l'odio per Trump e company trasudava, solo che era l’unica cosa in abbondanza, per il resto non riusciva proprio a tenere i due contendenti. Diciamo  che il pregiudizio è legittimo, la scelta di mettere lei sul podio probabilmente ispirata a dettami del politically correct, non appropriata. E sono due con Lester Holt.

donald trump mike pence donald trump mike pence

 

Però Mike Pence ha una marcia in più, guarda in camera, parla lentamente, non strilla, non si agita, non cade nelle trappole, non ha fatto Trump, ha fatto sè stesso, difendendo Trump con frasi semplici come a proposito delle tasse: “Trump ha usato il sistema delle tasse nel modo in cui è stato costruito per essere usato” oppure, a proposito delle mail trafugate di Hillary Clinton:” avesse fatto una cosa del genere mio figlio che è marine, sarebbe finito sotto corte marziale”.

 

Il figlio marine non si nega a nessuno, ma Kaine  ha detto frasi del tipo “come padre di un militare sono spaventato a morte di una presidenza Trump”. La differenza è che  quella di Pence è una frase concreta relativa a un evento concreto, l’altra una frase generica di attacco, ed è troppo avanzata la campagna per usare ancora le frasi generiche.

BOSCHI KAINE BOSCHI KAINE

 

 Ma la frase bomba anche se tutti fanno finta di non aver sentito l'ha detta Bill Clinton definendo l'Obamacare, la riforma sanitaria di Barack Obama, una delle iniziative più folli mai immaginate e concepite.

 

Grande imbarazzo e tentativi di giustificazione dello staff della moglie e anche della casa Bianca, ma non è la prima volta che l'ex presidente riserva stoccate formidabili al suo successore democratico, del quale pensa tutto il male possibile perché in fondo Bill Clinton  è un vero moderato, un uomo di centro, e quando nel 92, appena eletto, sua moglie Hillary, che invece allora era una vera radicale, sì provò  a fare una riforma sanitaria socio populista, lui vide la malaparata e gliela fece ritirare immediatamente.

 

CLINTON KAINE CLINTON KAINE

Non solo, Bill Clinton sa, e lo dice chiaramente, che la vittoria di Obama nel 2008 contro Hillary fu imposta dal partito, pensa che quella sarebbe stata la data giusta per lei presidente, e che oggi non starebbero a sbattersi, lui e tutta la famiglia, ma farebbero una montagna di quattrini godendosi la vita.

 

 La tanto osannata riforma  intanto oggi non trova le coperture necessarie perché i famosi millennials, i giovani dei quali si dice che adorino il presidente e il Partito Democratico, non mettono i soldi perché non la vogliono e non ci credono, sono sani e ci penseranno in futuro a spendere per la salute; così agli altri toccano cifre gonfiate. Non è un caso che Hillary Clinton in campagna elettorale non ne parli assolutamente mai.

 

CLINTON KAINE CLINTON KAINE

Molto interessante infine a cinque settimane dal voto il quadro che si delinea guardando, oltre la quotidianità e l'altalena dei sondaggi, il cambiamento rapido improvviso della mappa elettorale americana. Trump avanza nei cosiddetti Rustbelt States,  abitati da bianchi, operai e impiegati, in età matura e avanzata; non  sfonda in quelli nei quali c'è una popolazione più giovane e laureata, e vivono le minoranze, nei cosiddetti Sunbelt states.

 

Fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile un cambiamento così rapido che in parte è dovuto  ai cambiamenti di flussi demografici, in America spesso c’è gente che va e gente che viene, ma la crisi ha accelerato e la delocalizzazione delle aziende pure; ma soprattutto è dovuto a cambiamenti di orientamento di alcune classi sociali rispetto al partito  del quale fidarsi.

 

CLINTON KAINE 1 CLINTON KAINE 1

Dice Craig Hughes, stratega democratico che sta lavorando in Colorado, che certi cambiamenti non si aspettava di vederli fino al 2020 almeno, e che Trump ha spostato in avanti di otto anni le scelte del Paese. Addirittura si cita come unico precedente il 1964, quando il Civil Rights Act, la legge per togliere i neri della segregazione, minò al Sud la solidità dei democratici.

 

Intendiamoci, gli Stati al centro della contesa sono sempre gli stessi 10 12, ma se fino a qualche tempo fa Hillary Clinton si sarebbe concentrata sull’Ohio, ora sta in Florida e North Carolina, mentre Trump è forte in Ohio, Iowa Wisconsin. I voti più o meno si equivalgono perché i cinque stati in contesa fra i Rustbelt hanno 70 collegi elettorali, i Sunbelt 72, ma chi prenderà quali  e quanti è tutto da vedere.

 

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