PUSSY VIA – ENNESIMO AVVELENAMENTO MISTERIOSO IN RUSSIA: UN ATTIVISTA DEL GRUPPO “PUSSY RIOT” SI È SENTITO MALE A MOSCA DOPO ESSERE STATO IN TRIBUNALE – ALL’INIZIO SI ERA PENSATO A UNA RITORSIONE PER LA CONTESTAZIONE A PUTIN DURANTE LA FINALE DEI MONDIALI, MA LA TRAMA SI INFITTISCE – ECCO COSA C’ENTRANO I 3 MILITARI RUSSI UCCISI IN AFRICA E EVGENIJ PRIGOZHIN, NOTO COME IL CUOCO DI PUTIN

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Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”

 

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Un altro avvelenamento misterioso, quello di un componente del gruppo di contestazione politica Pussy Riot, sembra ora poter essere legato alla morte, altrettanto oscura, di tre giornalisti che stavano indagando sull' attività di mercenari russi legati al Cremlino nella Repubblica Centrafricana.

 

Dalla settimana scorsa Piotr Verzilov è in cura in un ospedale specializzato in Germania per strani e gravi sintomi che portano dritti verso un avvelenamento. Il militante, che è anche responsabile di un sito Internet, si era sentito male a Mosca subito dopo essere stato in tribunale.

 

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Era finito in un centro medico cittadino, ma immediatamente i suoi compagni lo hanno trasferito a Berlino, dove l' ospedale Charité è specializzato in casi particolarmente difficili.

 

Uno dei suoi medici curò l' allora candidato alla presidenza ucraina Viktor Yushchenko che era stato avvelenato nel 2004 (Kiev accusò i servizi segreti russi).

 

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Si era pensato che Verzilov potesse essere stato colpito perché assieme ad altri membri del gruppo Pussy Riot aveva inscenato una manifestazione durante la finale della partita di calcio di Coppa del mondo svoltasi a Mosca il 15 luglio. A Putin sicuramente quella manifestazione che contestava i metodi della polizia (gli autori del gesto erano scesi in campo interrompendo la partita vestiti da poliziotti) non era piaciuta.

 

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Ma ora invece i compagni di Verzilov parlano di rivelazioni clamorose che l' uomo avrebbe ricevuto da suoi informatori africani sull' uccisione dei tre reporter russi. Orhan Dzhemal, Aleksandr Rastorguyev e Kirill Radchenko erano arrivati a Bangui nel luglio scorso per indagare sull' attività dei militari della Wagner, un gruppo privato russo legato a doppio filo al Cremlino.

 

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La società, controllata da Evgenij Prigozhin, noto come il cuoco di Putin, ha operato in Ucraina, in appoggio agli indipendentisti e in Siria dove, durante uno scontro con gli americani, ha subìto pesantissime perdite (naturalmente negate a livello ufficiale). Prigozhin sarebbe anche l' organizzatore della cosiddetta fabbrica dei troll che da San Pietroburgo ha interferito via web nelle elezioni americane e in numerosi altri eventi politici in occidente, dal referendum sulla Brexit, all' acceso dibattito sulle vaccinazioni che ha infiammato vari Paesi.

 

le pussy riot nadya tolokonnikova e veronica nikulshina (fidanzata di piotr verzilov) le pussy riot nadya tolokonnikova e veronica nikulshina (fidanzata di piotr verzilov)

Nella Repubblica Centrafricana gli uomini della Wagner dovevano proteggere miniere d' oro. I reporter erano caduti in un' imboscata prima di potersi recare a filmare una grande miniera d' oro dove pensavano di trovare i mercenari russi.

 

I tre giornalisti erano stati inviati in Africa da Mikhail Khodorkovskij, l' ex oligarca avversario del presidente russo che è stato rilasciato cinque anni fa dopo aver scontato dieci anni di carcere. È stato lo stesso Khodorkovskij a dire per primo che Verzilov aveva trovato notizie compromettenti sull' affaire centrafricano. Secondo il magnate, un testimone dell' uccisione dei tre giornalisti sarebbe a sua volta morto in circostanze assai strane.

 

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Il legame con la vicenda della Repubblica Centrafricana è stato confermato anche da un' altra militante del gruppo Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova, ex moglie di Verzilov. Nadezhda ha raccontato a una rete televisiva russa che il marito le aveva confidato giorni fa di stare per ricevere dall' Africa «notizie sensazionali».

 

Dopo l' avvelenamento dell' ex spia Skripal che si era rifugiato in Gran Bretagna, qualsiasi caso di malore inspiegabile che coinvolga oppositori o ex agenti russi fa subito alzare le antenne ai servizi occidentali. Così anche il caso Verzilov viene seguito con particolare attenzione.

 

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L' uomo ora sta meglio e, secondo i medici, è sulla via della guarigione, anche se i sanitari non sono riusciti a identificare con certezza la sostanza utilizzata. Ma, a parere di Khodorkovskij, chiunque decida di indagare sulla questione dei mercenari russi in Africa è «in grande pericolo».

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