"VOGLIONO PIEGARE IL GOVERNO E GLI ITALIANI" - BELPIETRO: “PERCHÉ IERI IL GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA VISCO HA DECISO, A MERCATI APERTI, DI FAR CONOSCERE L'OPINIONE DELL'ISTITUTO SU RIFORMA FORNERO E DI PREVISIONI ECONOMICHE. I NOSTRI TITOLI DI STATO ERANO SOTTO PRESSIONE. CHE BISOGNO C'ERA DI GETTARE BENZINA SUL FUOCO? A FAR SCAPPARE GLI INVESTITORI NON SONO 8,5 MILIARDI IN PIÙ DI SPESA, MA LE MINACCE DI EUROBUROCRATI E DEI BANCHIERI. PIÙ LORO PARLANO E DISEGNANO ORIZZONTI DA BANCAROTTA E PIÙ LA SITUAZIONE SI COMPLICA. È LA DEMOCRAZIA DELLA FINANZA, CHE VUOLE VOTARE AL POSTO NOSTRO"

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Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

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Vi siete mai chiesti perché quando ci sia da comunicare qualche cosa che possa influire sull'andamento del mercato azionario o su quello valutario si tende a farlo a contrattazioni chiuse? La risposta è semplice: perché così si evita di influenzare gli acquisti o le vendite da parte degli investitori. Non a caso si parla di informazioni price sensitive, ovvero di notizie che possono avere un impatto sul prezzo di listino, e dunque da diffondere quando la Borsa non sia operativa e gli scambi siano terminati.

 

E allora ditemi perché ieri il governatore della Banca d'Italia ha deciso, a mercati aperti, di far conoscere l'opinione dell' istituto centrale in materia di riforma Fornero e di previsioni economiche. Già si sapeva che i nostrititoli di Stato fossero sotto pressione, a causa dei giudizi negativi sulla manovra da parte di alcuni esponenti dell' Unione europea. Che bisogno c' era dunque di gettare benzina sul fuoco e di fare salire ancora di più il differenziale fra le nostre obbligazioni e quelle tedesche?

IGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHI IGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHI

 

Lo spread era già alto da giorni per effetto dei pesanti rilievi degli euroburocrati e la speranza di molti era che abbassando i toni si potesse raffreddare la febbre del mercato. Invece no, all' improvviso, dopo che il Fondo monetario internazionale aveva rilasciato previsioni non proprio incoraggianti sull' andamento del Prodotto interno lordo del nostro Paese, Ignazio Visco ha dato luce verde alla diffusione delle valutazioni sul Def. Come si può immaginare trattandosi di un istituto centrale che ormai altro non è che la filiale della Banca centrale europea, il giudizio non poteva che essere negativo, in particolare sulle pensioni.

ignazio visco ignazio visco

 

Eh già, avendo per anni criticato il sistema e lodato la Fornero, Bankitalia non poteva applaudire a una riforma che non manda più le persone a riposo a 70 anni, ma concede loro un trattamento previdenziale adeguato se hanno quasi 40 anni di contributi. Risultato, la Borsa che stentava a recuperare terreno dopo averlo perso nei giorni scorsi, a seguito delle parole di un alto collaboratore di Visco ha visto il listino andare ancor più giù. Stessa storia con lo spread, che dopo aver veleggiato intorno ai 300 punti, un livello giudicato elevato, ha superato quota 315.

 

LE LACRIME DI ELSA FORNERO LE LACRIME DI ELSA FORNERO

Allora, la domanda è: ma Ignazio Visco quando ha deciso di rendere noti i commenti sulle modifiche alla Fornero non sapeva che in breve sarebbero diventati un titolo d'apertura di tutti i siti italiani? Immaginava o no che le frasi del suo vicedirettore generale potessero influire oltre che sulle polemiche in corso anche sull' andamento dei mercati?

 

Noi non siamo esperti di corsi borsistici e valutari e pur tuttavia sappiamo che quando c'è tensione bastano poche parole per farla accrescere. Del resto il governatore dovrebbe ricordare le parole del suo predecessore Mario Draghi, il quale pochi giorni fa proprio a proposito della situazione italiana spiegò che le parole possono fare danni.

 

BANKITALIA 3 BANKITALIA 3

Già avevamo girato al presidente della Bce una richiesta di chiarimento, per capire se la tranquillità dei mercati era stata turbata solo dalle frasi dei ministri italiani o anche da quella degli alti papaveri di Bruxelles. Ovvero se a dover chiudere la bocca, evitando di provocare crolli borsistici, dovessero essere anche i commissari europei, i quali ancor prima di conoscere i dettagli della manovra italiana si erano dedicati ad affossarla.

 

salvini di maio salvini di maio

Da Francoforte non era giunto alcun commento, ma forse non ce n'era bisogno. Perché è ovvio che più del 2,4 per cento di deficit scritto nella manovra, a spaventare i mercati erano state le bocciature della Ue. Se per sette anni, mentre il debito italiano cresceva per decine di miliardi, gli investitori non hanno fatto un plissé, si può credere che se la siano fatta sotto, scappando a gambe levate con i loro soldi, appena Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno detto di voler spendere qualche miliardo in più?

 

Dicono: i mercati stanno tranquilli se il governo promette di ridurre il debito. Sì, ma negli ultimi sette anni tutti gli esecutivi che si sono succeduti dopo aver assicurato che avrebbero tagliato il debito lo hanno fatto crescere senza sosta. E i mercati dov' erano? Dormivano oppure si sono fatti prendere per i fondelli da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni?

di maio salvini di maio salvini

No, la verità è che a spaventare e far scappare gli investitori non sono 8,5 miliardi in più di spesa, ma le fosche minacce degli euroburocrati e dei banchieri.

 

Più loro parlano e disegnano orizzonti da bancarotta e più la situazione si complica, perché lo spread sale e la Borsa scende. Perché lo fanno? La risposta è ovvia: vogliono piegare il governo e di conseguenza gli italiani. È la democrazia della finanza, che vuole votare al posto nostro. Tocca a noi scegliere.

 

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