1. RE GIORGIO CONTINUA A NON FISCHIARE I FALLACCI DI RENZIE, NÉ LO SFIDA A FARE LUI IL PREMIER, E IL POVERO LETTA SI E’ RESO CONTO CHE IL GOVERNO DI VEDRO’ NON FUNZIONA 2. E ALLORA VAI CON LA STRATEGIA (DEMOCRISTIANA) DEL CARCIOFO: RIMPASTO MINIMO CON DUE MINISTRI SOSTITUITI AL VOLO E GLI ALTRI, PIANO PIANO, DA CAMBIARE IN CORSA 3. LA PRIMA CHE RISCHIA È NOSTRA SIGNORA DEL SANNIO DE GIROLAMO. IL SECONDO MINISTRO CHE TORNERÀ PRESTO NELLA “RISERVA DELLA REPUBBLICA” È LA CANCELLIERI, SULLA CUI SOSTITUZIONE CI SAREBBE ORMAI IL VIA LIBERA DELLO STESSO NAPOLITANO 3. NEL CORSO DELLA PRIMAVERA POTREBBE FARSI DA PARTE FLAVIO ZANONATO, BERSANIANO CHE NON FA MISTERO DI VOLER PUNTARE ALLA PRESIDENZA DEL VENETO. E LO STESSO VALE PER ENRICO GIOVANNINI, CHE POTREBBE USCIRE DI SCENA “ALLA FASSINA” 4. E SACCODANNI? SULLA SUA SOSTITUZIONE C’È IL VETO RE GIORGIO. L’EUROPA CI GUARDA

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Francesco Bonazzi per Dagospia

Ha un cruccio, Enrico Letta, almeno a sentire un suo ministro di quelli che non rischiano la poltrona: ma perché Re Giorgio non chiama Renzie e non lo sfida a fare lui il premier? Perché è vero che tra il premier delle Mezze Intese e il segretario del suo partito è in corso una guerra di logoramento, ma è anche vero che questa guerra, innescata dal Rottam'attore, potrebbe finire in pochi attimi.

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTAMATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

Come? E' ancora un ministro che lo spiega: "Basterebbe che il presidente Napolitano chiamasse al Quirinale Renzi e gli dicesse di piantarla di marcare stretto il presidente del Consiglio e, in alternativa, lo sfidasse a prenderne subito il posto con una nuova maggioranza".

Invece Napolitano ha scelto di arbitrare all'inglese, sta permettendo il gioco maschio di Renzie e questo per Lettanipote è un cambio di scenario imprevisto. L'unica risposta possibile è quella di intervenire il prima possibile sulla compagine di governo, cambiare alcuni ministri e mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità.

RENZI E LETTARENZI E LETTA

"Con il governo di VeDrò non si può andare avanti", spiega un centrista che conosce il premier da vent'anni. Ormai lo pensa anche l'allievo di Beniamino Andreatta e la scadenza che si è dato lunedì, in modo da anticipare la mozione di sfiducia contro la De Girolamo, investita dallo scandalo della sanità campana. Solo che Lettanipote, cresciuto non a caso tra i giovani democristiani, ha un piano tutto suo. Una strategia che si potrebbe definire del carciofo.

QUIRINALE CERIMONIA PER LO SCAMBIO DI AUGURI CON LE ALTE CARICHE DELLO STATO LETTA NAPOLITANOQUIRINALE CERIMONIA PER LO SCAMBIO DI AUGURI CON LE ALTE CARICHE DELLO STATO LETTA NAPOLITANO

La prima che rischia è Nostra Signora del Sannio, che con le sue posizioni su Ogm e tutela del Made in Italy si è fatta nemici potenti nel mondo dell'agroindustria. Nemici che oltre a tutto hanno fili diretti con il premier. Il secondo ministro che tornerà presto nella "Riserva della Repubblica" è Annamaria Cancellieri, sulla cui sostituzione alla Giustizia ci sarebbe ormai il via libera dello stesso Napolitano, grande estimatore dell'ex prefetto che solidarizzava al telefono con la famiglia Ligresti.

napolitano letta renzinapolitano letta renzi

E qui si fermerebbe la prima fase del rimpasto, con Lettanipote che poi proverà a cambiare un ministro ogni tanto, man mano che ottiene le dimissioni ed è sicuro di gestire la pratica senza intoppi o agguati parlamentari.

Nel corso della primavera potrebbe farsi da parte poi Flavio Zanonato, bersaniano addetto allo Sviluppo che non fa mistero di voler puntare alla presidenza del Veneto. E lo stesso vale per Enrico Giovannini, che sul lavoro ha idee diametralmente opposte a quelle di Renzie e potrebbe uscire di scena "alla Fassina", come prevede un esponente della minoranza piddina.

cancellieri saccomanni lettacancellieri saccomanni letta

Dicorso a parte merita Fabrizio Saccomanni, piazzato all'Economia da Mario Draghi. Lettanipote avrebbe già preso Er Gelatina per il bavero, specie quando ha capito che gli ha fatto inserire nella legge di Stabilità dei numeri (su Pil e deficit) sui quali Bruxelles a marzo potrebbe metterci in mutande.

Ma sulla sua sostituzione ha messo il veto Re Giorgio perché certe figuracce, con i mercati, è meglio evitarle. E allora anche qui il premier ha deciso di aspettare gli eventi. Se dovessero avere ragione i catastrofisti e l'Italia sforasse sul rapporto deficit-Pil, sarà Saccomanni per primo a trarne le conclusioni.

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