1. IL RENZICCHIO ALLA PROVA DEL GIUDIZIO DI SCALFARI, CACCIARI, FELTRI, MENTANA, GHISLERI 2. EU-GENIO: “HA PARLATO AI CITTADINI PIÙ CHE AI SENATORI. RENZI HA DUE MAGGIORANZE, UNA DI GOVERNO E UNA SULLE RIFORME CON BERLUSCONI, UNA FORZA MA ANCHE UNA DEBOLEZZA: IL CAVALIERE PUÒ FARLO CADERE. LETTA? CACCIATA VERGOGNOSA” 3. CACCIARI: “NON STIAMO A PARLARE DELLA QUALITÀ PROGRAMMATICA DEL DISCORSO PERCHÉ È UN MINESTRONE PRESSOCHÉ INDIGERIBILE. MA È COSÌ. E NON STIAMO A CHIEDERGLI TROPPO (PERCHÉ CONSAPEVOLI CHE, FINITO RENZI, SIAMO ALLO SFASCIO)” 4. GHISLERI: “È STATO ANTICONVENZIONALE E UN PO’ GRILLINO, DA SINDACO DEGLI ITALIANI” 4. FELTRI: “LETTA ERA UN PASTICCIONE INERTE. IL MIO TERRORE È CHE RENZI SIA UN PASTICCIONE DINAMICO. HO MOLTA PAURA DEI CRETINI ATTIVI: COMBINANO I DANNI PIÙ GRANDI”

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1. SCALFARI A BALLARÒ: "SE FALLISCE LUI PAGHERÀ IL PREZZO TUTTO IL PAESE"
Da Repubblica

«Roba da bacchetta magica, che Renzi non ha». Da Eugenio Scalfari, a Ballarò, duro giudizio sul discorso del premier al Senato, pur se «ha parlato ai cittadini più che ai senatori». I provvedimenti annunciati? «Senza copertura finanziaria». Renzi ha due maggioranze, «una di governo e una sulle riforme con Berlusconi, una forza ma anche una debolezza: il Cavaliere può farlo cadere». Il premier che annuncia: se fallisco colpa sola mia? «Come Berlusconi che firma il contratto con gli italiani, poi non fa nulla ma resta al suo posto. Il dramma non è il fallimento di Renzi, ma del Paese». Letta? «Cacciata vergognosa».

RENZI E PADOANRENZI E PADOAN

2. a cura di Alberto Custodero per La Repubblica
MENTANA: "IL DISCORSO L'AVREI PREPARATO MEGLIO"

«Renzi è spiazzante, senza infingimenti s'è presentato per quel che è, un mix di preparazione, improvvisazione e ribalderia. Poi chi lo ama, chi lo sopporta, chi lo odia, lo aspettano tutti allo stesso varco. Perché, che abbia voglia di fare, lo san tutti. Che lui si ritenga capace di fare, lo sanno tutti. Che ci riesca, lo vedremo. È evidente che questa è stata la sua partita. Noi forse gli avremmo consigliato (ma io ho vent'anni di più), di prepararlo di più, il discorso, perché questi discorsi restano. Lo ha vissuto come un passaggio, visto che andava a un'assemblea della quale sollecitava la chiusura, considerandola come la mozzarella con dietro la data di scadenza. Insomma, fossi un insegnante, non lo promuoverei. Ma penso che abbia impostato tutta la sua attività per non avere insegnanti come noi».

RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSERENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE

CACCIARI "DECISIONISTA, MA NON SI SA DOVE TROVERÀ LE RISORSE"
«Un discorso molto decisionista, "Io posso farcela, gli altri non ce l'han fatta. "La forza ce l'ho", "Il partito ce l'ho", aggiunge, e lasciamo perdere come l'ha conquistato. "Ho un rapporto positivo per le riforme con l'avversario, il nemico storico". E poi: "Ho una maggioranza comunque solida intorno alla mia persona e soprattutto ci sono io, sindaco d'Italia, innovatore, giovane, il nuovo", e chi più ne ha, più ne metta. Ma per carità di patria, non stiamo a parlare della qualità programmatica del discorso perché è un m nestrone pressoché indigeribile. Ma è così. E non stiamo a chiedergli troppo (perché consapevoli che, finito Renzi, siamo allo sfascio), dove prenderà le risorse, dove troverà i soldi». Sappiamo che è un uomo ambiziosissimo, spregiudicato e finto quanto necessario per decidere qualcosa. E speriamo bene».

Laura Boldrini e Eugenio ScalfariLaura Boldrini e Eugenio Scalfari

GHISLERI: "È STATO ANTICONVENZIONALE E UN PO' GRILLINO, DA SINDACO DEGLI ITALIANI"
«Renzi ha fatto un discorso diverso, non convenzionale, da sindaco degli italiani. Ha usato un linguaggio informale. È stato tra virgolette un po' grillino, quando ha detto che chiunque può fare il presidente del Consiglio. Purtroppo però le parole affondano nei significati delle prove. E sul "come" è inciampato, perché non ha detto come fare, e come realizzare tutti gli investimenti che ha citato a cominciare dalla scuola. Il suo discorso ci lascia in attesa di quel che potrà accadere. Non ci ha dato tracce, sentieri. In questo clima attendista, gli italiani (molto cauti nell'esprimere giudizi), adesso gli hanno dato fiducia. Non si può dare un voto al discorso, ma neanche a ciò che ci attenderà. Un consiglio: ora che ha una squadra, organizzi meglio la comunicazione, per evitare che si creino incidenti come quello di Delrio».

3. FELTRI: IL ROTTAMATORE SI È GIÀ ARENATO IN PARLAMENTO? DICE SEMPRE POCO, MA FUNZIONA
Tommaso Rodano per ‘Il Fatto Quotidiano'

È il solito Matteo Renzi: lingua lunga e un indiscutibile fascino affabulatorio". Può fare una certa impressione ascoltare Vittorio Feltri, fondatore di Libero (oggi editorialista del Giornale) spendere parole di aperto apprezzamento nei confronti di un presidente del Consiglio del Partito democratico. Un segno dei tempi.

Cos 'è che le è piaciuto così tanto?
Il linguaggio. Fresco, istrionico, così differente da quello di chi lo ha preceduto. Ma non è una novità. In fondo Renzi declina con parole diverse sempre lo stesso discorso. Ma funziona, piace alla gente.

Alcuni hanno definito il discorso di Renzi il "vuoto pneumatico".
Infatti non sto parlando di contenuti, ma di capacità di convincere e di generare ottimismo. Non so quale sia il suo segreto, è come se le sue parole producessero endorfina nell'ascoltatore.

Addirittura...
Io l'ho conosciuto tanti anni fa, in una trasmissione di Matrix. Mi fece simpatia: era evidente che non fosse il solito prodotto degli scantinati di Botteghe Oscure...

Però?
Però, porca miseria!, la situazione la conosciamo tutti. Riformare l'Italia è un'impresa titanica. E lui ha pure un grosso limite: ha promesso la luna, senza mai spiegare con quali mezzi e quali risorse intenda raggiungerla.

Non crede sia in grado di mantenere gli impegni?
Ho i miei dubbi. Ma trovo ingeneroso dare le pagelle a chi è al primo giorno di scuola.

Le premesse non sono incoraggianti. Un governo di coalizione ampio, in cui bisogna accontentare tanti alleati.
Il governo è importante, i nomi sono decisivi. Ma in questo caso conta molto il manico: dobbiamo ancora scoprire se Renzi è un manico o un manichino.

Il suo pronostico?
Ho l'impressione che quando entrerà nella stanza di bottoni, gli capiterà la stessa cosa che è successa a Pietro Nenni: scoprirà che quei benedetti bottoni non ci sono. Chissà, magari qualcuno si è rubato pure quelli. E poi i suoi avversari sono moltissimi: si dovrà scontrare con un potere burocratico micidiale, con il suo stesso partito e con gli altri, con regolamenti e veti incrociati.

E il Movimento 5 stelle? In Senato si sono scontrati subito.
Credo sia più pericoloso Renzi per Grillo che non il contrario. Molti degli elettori del Movimento 5 stelle sono affascinati dal personaggio Renzi, gli concederanno almeno il beneficio di essere messo alla prova.

Non si è presentato benissimo: aveva promesso che sarebbe arrivato a Palazzo Chigi solo attraverso le elezioni, invece appena Letta si è girato gli ha fatto le scarpe...
Le confido il mio timore più grande. Letta era un pasticcione. Però almeno se ne stava tranquillo: era un pasticcione inerte. Il mio terrore è che Renzi sia un pasticcione dinamico. Ho molta paura dei cretini attivi: sono quelli che combinano i danni più grandi.

 

 

Enrico MentanaEnrico Mentana BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

 

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