Rondolino e Velardi: Hanno vinto i peggiori! - \"si può governare un grande paese organizzando ogni sera una festa a luci rosse, ma non si governa neppure un quartiere se non si è in grado di controllare gli apparati dello Stato - Berlusconi, come tutti i riformatori falliti, si è inimicato lo Stato senza riuscire a riformarlo: e oggi ne paga le conseguenze - Il giustizialismo populista, oggi rafforzato da un moralismo nauseante e guardone, si appresta a forzare un nuovo cambiamento di regime, in barba alla democrazia e in spregio al diritto \"...

Condividi questo articolo


Dal Blog di informazione politica www.thefrontpage.it  a cura di Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi

rondolinorondolino giove

Il Quirinale ha perfettamente ragione: il Paese è turbato, profondamente turbato. La valanga di fango che la Procura di Milano sta riversando sul presidente del Consiglio, non per provare i reati che gli vengono imputati (una telefonata in Questura e un rapporto sessuale a pagamento con una minorenne) ma al solo scopo di distruggerne l\'immagine, la credibilità e la carriera, è destinata ad infliggere un colpo mortale alla vita democratica e civile del Paese.

Ciò che abbiamo letto e leggeremo sui giornali non ha nulla a che fare con le accuse penali: è il racconto in presa diretta di un \"puttanaio\", secondo la felice espressione di una ragazza, perfettamente legale quanto intollerabile, del tutto ininfluente ai fini dell\'inchiesta in corso (salvo un paio di telefonate di Ruby) quanto devastante per il Paese.

CLAUDIOCLAUDIO VELARDI

Le libertà individuali sono travolte, come ha magistralmente osservato Piero Ostellino <http://www.corriere.it/politica/11_gennaio_17/attacco-alle-liberta-individuali-ostellino_25d57d18-2261-11e0-83ff-00144f02aabc.shtml> , nel momento in cui decine di persone possono essere schedate, intercettate e interrogate, e la loro vita privata può essere impunemente scagliata in pasto all\'opinione pubblica, senza che siano indagate o imputate di alcun reato, ma per il solo fatto di frequentare il presidente del Consiglio (che gli inquirenti non vogliono intercettare, perché per farlo dovrebbero chiedere l\'autorizzazione al Parlamento democraticamente eletto, che aborrono).

La politica è paralizzata, e le libertà democratiche sono stravolte e deturpate: l\'unico criterio di scelta che orienta oggi i politici e che domani orienterà gli elettori è se essere con Berlusconi o contro di lui, a prescindere.

La Procura di Milano, che già nel \'92-\'94 fu il motore di un terremoto mediatico-giudiziario conclusosi con l\'assoluzione o la prescrizione per la stragrande maggioranza degli imputati, con la distruzione dei partiti democratici e con l\'ascesa al potere di Silvio Berlusconi, si è assunta oggi una responsabilità gravissima, la cui giustificazione è esclusivamente politica.

napolitanonapolitano berlusconi

E tuttavia non si possono negare le responsabilità del presidente del Consiglio. Trincerarsi dietro la privacy, ancorché discutibile in linea di principio, è del tutto inefficace nel momento in cui di privato, nella vita di Berlusconi, non è rimasto più nulla. Gridare al complotto dei magistrati ha senz\'altro un fondamento, ma non serve a indicare una prospettiva, un orizzonte, una exit strategy.

Diversamente dai mozzaorecchi e dai moralisti che hanno prima degradato e poi distrutto la sinistra italiana, facendone una larva impotente, non ci interessano i reati imputati a Berlusconi e non giudichiamo in nessun modo la sua vita privata. Il problema è un altro, e investe non tanto il decoro e l\'immagine dell\'Italia, quanto la sua tenuta.

Diciamoci la verità: si può governare un grande paese organizzando ogni sera una festa a luci rosse, ma non si governa neppure un quartiere se non si è in grado di controllare gli apparati dello Stato. Gli scandali sessuali non erano infrequenti nella Prima repubblica: ma il rapporto specialissimo che la Dc aveva con la magistratura, i Servizi e le forze dell\'ordine bastavano e avanzavano per mantenere la situazione sotto controllo. Berlusconi, come tutti i riformatori falliti, si è inimicato lo Stato senza riuscire a riformarlo: e oggi ne paga le conseguenze.

Come negli anni di Tangentopoli, ha vinto il peggio. Può darsi che Berlusconi resista a palazzo Chigi, o che scelga la strada delle elezioni anticipate per chiamare i cittadini ad un referendum sulla sua persona. È anche possibile, ancorché improbabile, che compia quel passo indietro che molti (anche in privato, anche tra gli amici) gli chiedono. Sarebbe, questa, un\'ipotesi ragionevole, e un estremo tentativo di ricondurre sui binari della politica una situazione fuori controllo: esiste una maggioranza, e questa maggioranza può dar vita ad un nuovo governo con un nuovo presidente del Consiglio.

In ogni caso, la partita rischia di essere già chiusa. Il giustizialismo populista, oggi rafforzato da un moralismo nauseante e guardone, si appresta a forzare un nuovo cambiamento di regime, in barba alla democrazia e in spregio al diritto. Stanno vincendo i peggiori, e l\'Italia che verrà sarà peggiore, come peggiore è stata l\'Italia che è venuta dopo Tangentopoli.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…