SALE IN ZUCCARO – IL PROCURATORE DI CATANIA COME GIÀ HA FATTO CON SALVINI ARCHIVIERÀ CONTE, DI MAIO E TONINELLI PER IL CASO DICIOTTI, MA COSA FARÀ IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, CHE HA CHIESTO DI PROCEDERE CONTRO SALVINI? – LE IPOTESI: I GIUDICI POTREBBERO RITENERE IRRILEVANTE CHE LA SCELTA FOSSE COLLEGIALE, OPPURE POTREBBE CHIEDEDRE IL PROCESSO ANCHE PER IL PREMIER E I DUE MINISTRI SE…

-

Condividi questo articolo


Valentina Errante per “il Messaggero”

diciotti diciotti

 

Per il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro le tre memorie trasmesse ieri al suo ufficio dalla presidenza del Senato sono la conferma della tesi già espressa lo scorso novembre rispetto alla posizione del ministro dell' Interno Matteo Salvini: la scelta di non fare sbarcare i migranti a bordo della nave Diciotti, tra il 20 e il 25 agosto, è stata politica e determinata dalle posizioni di Malta e dell' Europa rispetto all' emergenza migranti. Dunque insindacabile e non passibile di un giudizio della magistratura.

 

Carmelo Zuccaro Carmelo Zuccaro

Circostanze che le memorie del presidente del consiglio Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, depositate alla giunta per le autorizzazioni a procedere, esprimono con chiarezza. Così Zuccaro, dopo l' iscrizione sul registro degli indagati dei tre politici, tornerà a chiedere l' archiviazione per tutti. Notificando agli interessati le sue conclusioni e l' avvenuta trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri di Catania (che ha già bocciato l' interpretazione del procuratore e chiesto di procedere nei confronti di Salvini) e le sue conclusioni. È difficile comunque che la decisione del Tribunale arrivi entro martedì, quando la Giunta è chiamata a votare.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

TRE IPOTESI

La circostanza non ha precedenti. Non è mai accaduto che altri componenti del governo, o parlamentari, inviassero alla giunta per le autorizzazioni a procedere di una Camera memorie per condividere la responsabilità di un fatto contestato.

 

salvini toninelli salvini toninelli

I tre giudici Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Paolo Corda adesso, alla luce delle memorie di Conte, Di Maio e Toninelli, dovranno stabilire se, da un punto di vista giuridico, la condivisione della scelta di non far sbarcare i 177 migranti connoti le decisioni assunte dal solo ministro dell' Interno, di una valenza tutta politica e dunque insindacabile. In quel caso potrebbero archiviare la posizione del ministro e ovviamente anche di Conte, Di Maio e Toninelli.

diciotti migranti diciotti migranti

 

Oppure i fatti di agosto potrebbero essere valutati ancora come il mancato rispetto di una procedura amministrativa, regolata da leggi e trattati che sono stati violati, fino a configurare il sequestro di persona a scopo di coazione nei confronti dell' Ue. Nulla a che vedere con la scelta politica. In questo caso si profilerebbero due ipotesi: la prima, ma anche la più improbabile, che il Tribunale chieda il processo anche per Conte Di Maio e Toninelli per concorso nel delitto.

 

la nave diciotti a catania 2 la nave diciotti a catania 2

La seconda è che i giudici ritengano irrilevante, nella valutazione dei fatti, la circostanza che la scelta fosse collegiale, tornando a ribadire l' atto d' accusa nei confronti di Salvini, responsabile della decisione. Del resto nella richiesta alla giunta, il Tribunale aveva precisato: «Il dogma dell' insindacabilità dell' atto politico è oggi presidiato da precisi contrappesi, caratterizzati dal principio supremo di legalità, dalla Carta Costituzionale e dal rispetto dei diritti inviolabili in essa indicati, tra cui spicca in primo luogo il diritto alla libertà personale».

giuseppe conte e luigi di maio con la postepay per il reddito di cittadinanza giuseppe conte e luigi di maio con la postepay per il reddito di cittadinanza la nave diciotti a catania 3 la nave diciotti a catania 3 giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 1 giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 1 giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9 giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9 la nave diciotti a catania 4 la nave diciotti a catania 4 la nave diciotti a catania 5 la nave diciotti a catania 5 la nave diciotti a catania 6 la nave diciotti a catania 6 presidio a catania per i migranti presidio a catania per i migranti la nave diciotti a catania 7 la nave diciotti a catania 7 la nave diciotti a catania 8 la nave diciotti a catania 8 migranti a bordo della diciotti migranti a bordo della diciotti la nave diciotti a catania la nave diciotti a catania laura boldrini a bordo della diciotti 1 laura boldrini a bordo della diciotti 1 laura boldrini a bordo della diciotti laura boldrini a bordo della diciotti nave diciotti nave diciotti

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…