LO SCUDO FA CILECCA? - I CONTI DI TREMENDINO TREMONTI NON TORNANO: MANCANO 500 MLN € ALL’APPELLO – HANNO INFLUITO L’OSTRUZIONISMO SVIZZERO E I PROBLEMI TECNICI LEGATI AI PRODOTTI FINANZIARI SOFISTICATI – LA SCADENZA PROROGATA AD APRILE? MA il Tesoro punta a massimizzare i ricavi dello scudo nel 2009…

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Luca Fornovo per "la Stampa"

Giulietto TremontiGiulietto Tremonti

Per ora i conti di Tremonti non tornano. Secondo le ultime stime, dallo scudo fiscale il Tesoro incasserebbe 3,5 miliardi anziché i quattro stimati dal ministro dell'Economia. All'appello mancherebbero 500 milioni, cioè tanto quanto i soldi richiesti dalla Conferenza dei Rettori per recuperare le università statali e pagare i stipendi ai professori.

A poco più di due settimane dalla scadenza del 15 dicembre, l'Associazione italiana del private banking (Aipb), che riunisce i gestori dei patrimoni dei Paperoni italiani, abbassa le stime sul gettito dello scudo. Da 80-100 si scende a 70 miliardi: 50 miliardi per i rimpatri e 20 miliardi per le regolarizzazioni. Considerata l'imposta del 5% sui capitali rimpatriati, al Tesoro entrerebbero così 3,5 miliardi, per le banche si parla di profitti netti per circa 250 milioni.

Insomma siamo lontani da quei 100 miliardi che avrebbero dovuto portare nelle casse dello Stato 5 miliardi. Qualcosa sembra non aver funzionato. Già ma cosa? I tempi troppo stretti, l'ostruzionismo delle banche svizzere e i problemi tecnici legati al rimborso di prodotti finanziari più sofisticati come gli hedge fund e alla valutazione dei prezzi di obbligazioni strutturate di banche in cattive acque o addirittura fallite, come il colosso Usa Lehman Brothers.

BANCHE SVIZZERE UBSBANCHE SVIZZERE UBS

Un grido d'allarme sui tempi arriva da Paolo Basilico, numero uno della società di gestione, Kairos. «Se lo scudo si dovesse chiudere il 15 dicembre - avverte Basilico - si perderà il 50% dei benefici derivanti da questa manovra, mi auguro quindi che il ministero conceda più tempo, almeno fino ad aprile».

Un po' più di tempo lo chiede anche Giorgio Girelli, amministratore delegato di Banca Generali, che finora prevede di raccogliere 1,5 miliardi dallo scudo (contro i 3 miliardi inizialmente previsti da alcuni analisti). «Spero che ci sia una proroga almeno fino a marzo, ma che venga comunicata a inizio dicembre, per avere piena efficacia», dice Girelli.

È vero che il Tesoro punta a massimizzare i ricavi dello scudo nel 2009, ma in effetti dagli uffici tecnici di via XX Settembre a Roma, si sta ragionando seriamente sulla proroga, o meglio su quanto lungo (giorni, mesi) potrà essere «il periodo congruo», come lo definisce la circolare di ottobre, per far rientrare i capitali in Italia.

banca arner a luganobanca arner a lugano

Carlo Filippo Brignone, responsabile della succursale di Torino di Banca Leonardo (400-500 milioni la raccolta stimata dal gruppo), punta il dito contro l'ostruzionismo degli istituti elvetici. «Questo scudo - osserva Brignone - permetterà ai clienti di sottrarsi all'atteggiamento poco collaborativo dei banchieri svizzeri e di poter seguire più da vicino e controllare meglio l'andamento della gestione dei propri risparmi».

Da Ersel (350 milioni di raccolta con più di 500 conti) denunciano che gli svizzeri ritardano per quanto possibile il completamento del trasferimento dei titoli, per un ovvio interesse a mantenere ricavi e masse gestite anche se per pochi mesi. Mentre secondo Massimo Furno, responsabile private banking di Deutsche Bank in Italia (raccolta stimata in 2 miliardi) «le vere difficoltà si sono riscontrate nel regolarizzare prodotti come gli hedge funds». Intanto a due settimane dalla scadenza dello scudo, le banche cominciano a fare i conti in tasca.

«Siamo nella fase clou - dice Roberto Fredella, responsabile Bnl-Bnp Paribas Private Banking - tanto che, in questi giorni, si stanno concretizzando molte operazioni, anche grazie alla nostra task force di avvocati e commercialisti». Da Banca Intermobiliare fanno sapere che la raccolta attesa è tra i 5-600 milioni di euro, idem per Azimut.

Tra i più ottimisti c'è Nicola Onorati, responsabile private banking di Montepaschi: «Abbiamo circa 2.200 posizioni aperte, il 25% delle quali relative a nuovi clienti. L'importo medio dei rimpatri è di 900 mila euro, leggermente sopra la media di mercato. I flussi di capitali in rientro dall'estero sono superiori a quelli degli scudi precedenti, c'è una netta prevalenza dei rimpatri sulle regolarizzazioni».

 

 

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