SOGNO O SONDAGGIO? AVVISATE RENZI: SUL REFERENDUM LA GHIGLIOTTINNA CALATA SU EQUITALIA CONTA PIU’ DI UN SELFIE CON OBAMA - IL SÌ E’ IN RIMONTA MA IL NO È ANCORA IN TESTA ANCORA ALTA LA QUOTA DI INDECISI, LA VITTORIA SI DECIDERÀ SUL FILO DI LANA -

Condividi questo articolo


Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

RENZI OBAMA RENZI OBAMA

 

Conta di più un selfie con Obama o la ghigliottina calata su Equitalia? Vale tutto, nella battaglia referendaria di Matteo Renzi. E tutto sposta voti, anche se non può bastare una cena alla Casa Bianca per issare la bandiera del governo sulla montagna del No.

 

Certo, il trend indica un’inversione di tendenza a favore della riforma, ma un solo istituto registra per adesso il controsorpasso del Sì. «La verità – spiega Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) – è che non vale solo “quello” che fai per ottenere consenso, ma “quando” lo fai e “cosa” accade nel frattempo. Un vertice con il presidente degli Stati Uniti non deve pesare oggi, ma il 4 dicembre...».

 

RENZI OBAMA RENZI OBAMA

Tutto nasce da un sondaggio di Demopolis. Per la prima volta da mesi, segnala il Sì oltre la soglia del 50%. Un 51% frutto dell’impatto mediatico di alcune misure annunciate dal governo, assicura il direttore Pietro Vento. Il reset di Equitalia, ad esempio, oltre agli interventi sulle pensioni e alle le missioni internazionali del premier. «Il trend è certamente quello di un recupero del Sì - premette Antonio Noto a nome di Ipr - ma è per lo più precedente rispetto a questi eventi.

 

E il No, comunque, è ancora al 51,5%». Ma se qualcosa si è mosso, è davvero merito del brindisi con Barack? «Gli endorsement dei leader internazionali spostano nulla – chiarisce Noto – semmai possono incidere quelli negativi, generando una reazione “difensiva” nell’elettorato. Altro discorso è Equitalia: muove qualcosa, soprattutto se il messaggio si sedimenta a ridosso del voto».

 

Ecco il punto, il “quando”: «Lo sa che il 15% decide l’ultima settimana, il 4% addirittura nella cabina elettorale? Insomma, annunci del genere hanno presa sulla fetta di elettorato “emotivo”. Un po’ come fece Berlusconi l’ultimo giorno di campagna elettorale con l’Ici sulle prime case, ricorda? ».

 

RENZI OBAMA RENZI OBAMA

Il portafogli più che la diplomazia internazionale, sembra di capire. Lo sostiene anche il sondaggista Alessandro Amadori, che stima il No ancora in vantaggio al 52%. «Obama non c’entra proprio nulla – distingue – mentre Equitalia può incidere indirettamente a favore di Renzi. Il voto è come un investimento».

 

Metafora suggestiva, che dimostra come in gioco ci sia l’esistenza stessa dell’esecutivo: «Noi lo paragoniamo al Rot, cioè alla capacità del capitale investito di trasformarsi in ricavi di vendita: ecco, misure fiscali di questo tipo posso creare nell’elettore un atteggiamento favorevole alla permanenza di questo governo».

 

matteo renzi e barack obama matteo renzi e barack obama

Neanche Nicola Piepoli pensa che la rimonta del Sì sia completata, né considera certo che mai si concretizzerà. «Eppure penso che il 54% che attribuisco oggi al No non sia l’unico dato da tenere in considerazione. Conta pure la psicologia di massa. Cosa ci dice? Che la partita è aperta per la forte volontà di Renzi di vincere: il Sì ha un significato naturalmente positivo, creativo. E questo ha presa nella gente». Portafoglio e psiche, insomma. «E poi anche l’incontro con Obama, perché no? Spostasse anche l’1%, servirebbe comunque: i referendum si vincono con un voto in più. E, come è noto, per un voto Martin perse la cappa...».

 

Su tutto, naturalmente, pesa l’immensa incognita degli indecisi. «Il No è tra il 52 e il 53%, al momento - informa Ghisleri - La soglia di “non ritorno” statistico è al 54%, ma comunque oggi non varrebbe a causa dell’alto numero di elettori che non sa cosa votare ». Molto, insomma, può cambiare.

 

matteo renzi e barack obama 8 matteo renzi e barack obama 8

«Negli Stati Uniti si vota l’otto novembre - ricorda ancora la sondaggista - dunque prima del nostro referendum. Ci si può chiedere quanto valga l’appoggio di Obama, visto che il 4 dicembre ci sarà già un nuovo Presidente. O quanto invece peserebbe una vittoria di Trump: farebbe percepire come più apprezzabile il sostegno dell’ex presidente Usa?». È tutto molto più complicato di un selfie.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…