SOPPORTIAMOCI APPASSIONATAMENTE - BERLUSCONI E SALVINI SI VEDONO A CENA PER PIANIFICARE L’ALLEANZA ANTI-RENZI, VISTO CHE LA NUOVA LEGGE ELETTORALE LI OBBLIGA A CORRERE INSIEME - L’IDEA È CREARE UNA LISTA UNICA TENENDO I PARTITI SEPARATI

Sul piatto Berlusconi proporrà all’alleato perfino l’esca allettante di un simbolo di lista che comprenda i loghi dei due partiti, ben visibili, ben distinti. Comunque dentro lo stesso cerchio - Ma tutto si giocherà sulla composizione della lista. Quanti forzisti dentro? E quanti leghisti?...

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Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

matteo salvini SILVIO BERLUSCONI matteo salvini SILVIO BERLUSCONI

Partiti separati, ma lista unica. E’ questa la piattaforma su cui Forza Italia e Lega stanno già discutendo. E di cui oggi Berlusconi e Salvini parleranno nella cena di stasera ad Arcore. La prima dopo i veleni da campagna elettorale, che i più ottimisti si affrettano a definire del «disgelo». Certo è che un accordo dovranno trovarlo, se non altro perché costretti dalle regole dell’Italicum.

 

E infatti gli uomini del Cavaliere hanno già predisposto un vero e proprio documento che disegna il futuro cartello elettorale. «Anche Matteo sa che senza lista unica né lui né noi abbiamo scampo, insieme possiamo competere col Pd almeno al ballottaggio» continua a ripetere l’ex premier alla vigilia dell’incontro.

 

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

Sul piatto Berlusconi proporrà all’alleato perfino l’esca allettante di un simbolo di lista che comprenda i loghi dei due partiti, ben visibili, ben distinti. Comunque dentro lo stesso cerchio. Perché «non c’è alternativa ». Ci lavora da giorni. Così alle amministrative del prossimo anno, così soprattutto quando si andrà al voto alle politiche. Salvini continua ad alzare il prezzo e insisterà a farlo fino all’ultimo momento utile.

 

Stasera non concederà certo il disco verde. Ma il simbolo unico e la lista sono un paravento. Tutto si giocherà, ormai è evidente, sulla composizione della lista. Quanti forzisti dentro? E quanti leghisti? «Il primato è tutto da discutere, perfino il sondaggio Demos pubblicato da Repubblica in questi giorni riconosce a noi il 14,2 e alla Lega il 14, insomma, siamo lì», fa notare la responsabile Comunicazione Deborah Bergamini.

 

Brunetta Salvini foto Lapresse Brunetta Salvini foto Lapresse

Stasera Berlusconi confermerà al commensale la sua scelta di campo: «Non ci sarà un Nazareno bis», la coalizione vuole costruirla con la Lega. «Parleremo degli attaccanti del Milan», minimizza con ironia il leghista. Salvo poi stroncare sul nascere la proposta rilanciata da Berlusconi con l’intervista al Giornale del “contenitore” del centrodestra, il famoso rassemblement a lui tanto caro.

 

«La Lega non si fonderà, gli esperimenti di fusione non riescono, si può ragionare, collaborare, ma le fusioni no » manda a dire il capo leghista. E Roberto Maroni, ancora più tranchant: «Deprimente parlare di contenitore, Berlusconi ha un’idea della politica un po’ troppo aziendalista e noi abbiamo un’idea popolare».

 

renzi su chi e salvini su oggi renzi su chi e salvini su oggi

Detto questo, dal Carroccio escludono la fusione, ma sull’alleanza non chiudono, fanno notare i dirigenti forzisti. E su quella Berlusconi - che sogna una modifica all’Italicum e il ritorno al premio di coalizione - proverà a ricostruire dalle macerie. Non a caso nel progetto del elader forzista non c’è la fusione dei due partiti ma solo un’alleanza tecnica quando si andrà al voto.

 

E anche in Parlamento i gruppi sarebbero separati. Ad Arcore hanno molto apprezzato i toni per nulla aggressivi usati dal leader leghista sul pratone di Pontida. «Con la Lega c’è un’ottima collaborazione, in Liguria come in Lombardia e in Veneto e vedrete che alla fine una soluzione la si troverà a 360 gradi» sostiene il neo governatore ligure Giovanni Toti, pontiere non solo nella sua regione.

 

MATTEO RENZI SALVINI QUIZ MATTEO RENZI SALVINI QUIZ

Berlusconi cercherà poi di capire se il segretario leghista davvero si è messo in testa di strappargli la leadership. O se è pronto ad accettare la candidatura a sindaco di Milano. Anche perché, sostengono nella cerchia più ristretta berlusconiana, «Salvini ha capito che le politiche sono lontane e non potrà continuare a cambiare felpa e t-shirt ancora per due o tre anni».

 

Ma questo è il sogno di Arcore: chiudere il giovane e rampante capo leghista nel recinto dorato di Milano. Salvini non la darà vinta così facilmente. E rilancerà sulle primarie. Per i sindaci di Milano, Torino e delle altre città che andranno al voto in primavera 2016 e magari quelle per la leadership nazionale, da tenere in autunno. «La leadership non è un problema all’ordine del giorno», ha tagliato corto ieri nell’intervista a Sallusti. Come dire, il tema resta tabù.

 

 

 

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