TANTI AUGURI UNITÀ D’ITALIA! ORA PERÒ LEVATI DALLE PALLE - 1 - IL FEDERALISMO FISCALE SARÀ UN ESILARANTE REGALO BURLA PER IL 150° DI UN PAESE DOVE IN SICILIA I DIPENDENTI REGIONALI COSTANO 12 VOLTE PIÙ CHE IN VENETO, IL MOLISE SPENDE PER LA POLITICA 5 VOLTE Più DELLA LOMBARDIA, E LE PENSIONI DI INVALIDITÀ SONO IMPENNATE DEL 300% PERCHÉ LE ASSEGNANO LE REGIONI MA PAGA LO STATO - 2 - ECCO CHI GUADAGNA E CHI PERDE CON LE NUOVE REGOLE: LE CITTÀ DEL NORD E LE “REGIONI ROSSE” AVRANNO MOLTI PIÙ SOLDI DA SPENDERE, A ROMA ALE-DANNO SI TROVERÀ UN CALO DEL 10% (-129 MLN €), AL SUD SARÀ UN’ECATOMBE (TARANTO -50%, PALERMO -55%, MESSINA -59%) - 3 - PRIMA NON AVEVANO ALTERNATIVE. DA DOMANI NEL CENTRO-SUD SINDACI E GOVERNATORI PDL risponderanno ALLA MEGA-SUPPOSTA DELLA LEGA FUGGENDO TRA LE BRACCIA DEI TIPINI FINI E DI LOMBARDO? -

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1 - LA BABELE DEI DIPENDENTI REGIONALI IN SICILIA COSTANO 12 VOLTE PIÙ DEL VENETO...
Sergio Rizzo per il \"Corriere della Sera\"

Con il 15% della superficie forestale nazionale, tre regioni meridionali (Sicilia, Calabria e Campania) hanno in carico il 75% del personale regionale addetto in tutta Italia alla tutela del patrimonio boschivo. Cesare Fumagalli sintetizza con questo esempio le difficoltà, enormi, che l\'attuazione del federalismo è destinato a incontrare in questo Paese. Percorso che il segretario generale della Confartigianato considera però inevitabile: «Perché ogni volta che si è allontanato il potere decisionale dal centro di spesa il Paese ne ha pagato pesanti conseguenze.

BOSSIBOSSI ALEMANNO

Quando sulle pensioni di invalidità decideva soltanto lo Stato, ci costavano 6 miliardi. Dal 2003 il potere decisionale è passato alle Regioni ma il compito di pagare è rimasto allo Stato. E in sette anni siamo passati da 6 a 16 miliardi» . Ma la colpa non è tutta dello strabismo che affligge spesso la nostra pubblica amministrazione. Strabismo, peraltro, che esiste perché qualcuno ha voluto che ci fosse. Pesantissime sono le responsabilità della politica, evidenti dai numeri che l\'ufficio studi dell\'organizzazione degli artigiani ha messo in fila in due studi sulla spesa regionale e sulla fiscalità locale.

lala pesciarola POLVERINI

Fa certamente impressione scoprire che su ogni valdostano, come su ogni bolzanino, grava un costo del personale regionale cento volte superiore a quello sopportato da ciascun cittadino lombardo: circa 2.100 euro l\'anno contro 21. Anche se va tenuto presente che la Regione Valle d\'Aosta e la Provincia di Bolzano sono enti locali dotati di ampia autonomia e pagano direttamente personale che altrove è stipendiato dallo Stato, ad esempio gli insegnanti.

alemannoalemanno

Per questo fa ancora più impressione apprendere che la Campania, Regione a statuto ordinario, spende 70 euro procapite, più del triplo della Lombardia, altra Regione a statuto ordinario, una delle poche insieme a Veneto, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana a ritrovarsi sotto la media nazionale. E che il Molise, la più piccola fra le Regioni «ordinarie» italiane, sborsa per retribuire il proprio personale qualcosa come 173 euro per ogni suo cittadino. Ovvero, ben oltre il doppio della Campania. Quasi tre volte la Calabria (62 euro a residente), che quanto a pubblica amministrazione non può essere di sicuro considerata uno dei migliori esempi.

berluscaberlusca papa

Da tener presente che perfino due Regioni autonome come Friuli-Venezia Giulia e Sardegna hanno una spesa procapite inferiore a quella molisana. Si è visto che l\'autonomia comporta di regola spese locali più elevate a causa di competenze più vaste, ma va detto che talvolta può essere anche un comodo paravento per l\'assistenzialismo. Non si spiega diversamente come la Sicilia, con 5 milioni di abitanti, abbia un costo del personale ben dodici volte superiore a quello del Veneto, che di residenti ne ha 4,9 milioni: un miliardo 782 milioni di euro contro 151 milioni. Tuttavia gli stipendi dei dipendenti sono soltanto una fetta della spesa globale.

RAFFAELERAFFAELE LOMBARDO

Il fardello economico della burocrazia regionale è ben più pesante. Considerando anche l\'esborso per gli «organi istituzionali» , cioè il costo della politica più visibile, ogni cittadino del Lazio spende 247 euro l\'anno, il quadruplo della Lombardia (61 euro), che è la Regione «ordinaria» più virtuosa, e pressoché il doppio nei confronti della Campania (133 euro). All\'altro capo, manco a dirlo, il solito Molise: 333 euro a persona.

Logico, perciò, che pure nella graduatoria generale occupi saldamente la prima posizione. Nel Molise la spesa complessiva della Regione, investimenti compresi, secondo i calcoli dell\'ufficio studi Confartigianato, è pari infatti al 25,4%del Prodotto interno lordo. Una quota ancora più alta della Sicilia, che si ferma (per modo di dire) al 24,8%. Parliamo di una percentuale due volte e mezzo maggiore rispetto al Veneto.

ALEMANNOALEMANNO INPOLENTATO

Va da sé che con valori così elevati di uscite i tributi «propri» , come l\'addizionale Irpef e l\'Irap, non riescano a coprire che una parte minore delle entrate correnti, cioè dei soldi necessari a far funzionare la macchina. Siamo appena al 46,7%, molto al di sotto non soltanto dell\'inarrivabile Trentino-Alto Adige, dove il tasso di copertura tocca il 96,5%, ma anche della Lombardia (92,8%) e di tutte le Regioni del Centro-Nord, comunque attestate sopra l\' 80%. E perfino della Sicilia (73,3%) e della Campania (63,5%).

Nel 2009 i quattro principali tributi locali (Ici, Irap, addizionali regionale e comunale dell\'Irpef) hanno garantito un gettito di 58 miliardi e 11 milioni di euro: il 3,76%del Pil. Ma con differenze notevoli fra le aree territoriali. La Regione dove il peso delle imposte locali è più grande è il Lazio. La pressione delle quattro tasse sfiora il 5%del Pil. Più del Piemonte (4,66%) e della Lombardia (3,98%). Quasi il doppio rispetto al Trentino-Alto Adige (2,76%).

DiegoDiego Cammarata - Sindaco di Palermo

Ma la situazione cambia se invece delle famiglie si prendono in considerazione le piccole imprese. Allora il gravame delle imposte locali è maggiore in Abruzzo e Campania. La Provincia meno «attrattiva» fiscalmente, per usare una definizione della Confartigianato, risulta quella di Teramo, dove le quattro tasse locali per un\'impresa tipo con cinque persone che lavorano, di cui tre dipendenti, raggiunge l\' 8,1%del valore aggiunto. Quasi il 40% in più rispetto alla Provincia di Bolzano.


2 - I CONTI IN TASCA AL FEDERALISMO: 52 COMUNI CI GUADAGNANO, 40 CI PERDONO...
M. Antonietta Calabrò per il \"Corriere della Sera\"

Tra 92 comuni italiani capoluogo di provincia, 52 otterranno benefici dalla proposta di riforma del federalismo fiscale e 40 verranno invece penalizzati. I comuni che vedranno diminuire gli introiti che provengono dallo Stato saranno in gran parte al Sud. Complessivamente, ci saranno 445 milioni di euro in meno di risorse statali per i servizi comunali.

NIKINIKI VENDOLA

La nuova situazione metterà i comuni «penalizzati» con le spalle al muro e davanti a un bivio: o la necessità di aumentare la tassa comunale omnicomprensiva, l\'Imu, oppure quella di gestire meglio i propri conti e le proprie spese (e questo secondo è uno scopo dichiarato della nuova riforma insieme a quello di una migliore perequazione sul territorio delle imposte pagate dai contribuenti che adempiono ai loro doveri fiscali).

L\'allarme per il possibile arrivo di una vera e propria stangata (il salasso, per quelli che ci perdono è fino al 60%) è stata lanciata da una proiezione del senatore pd Marco Stradiotto, sulla base di dati della Copaff (la commissione paritetica sul federalismo fiscale che lavora al ministero dell\'Economia).

renzirenzi matteo

Un taglio drastico delle risorse riguarderà il comune dell\'Aquila (-66%) che perderà 26.294.732 euro, rispetto alle somme percepite dallo Stato nel 2010 (comprensive degli aiuti post terremoto), seguito di poco da quello di Napoli (-61%) che perderà, sempre rispetto al 2010 quasi 400 milioni (392.969.715).

RaffaeleRaffaele Stancanelli

Napoli - è bene chiarirlo subito- è però il comune che riceve i trasferimenti statali più alti rispetto a tutti gli altri capoluoghi italiani (668 euro per abitante di fronte a una media di 387 euro). I cittadini napoletani sarebbero i più tartassati dalla nuova imposta municipale unica. Il gettito per abitante delle tasse e delle imposte devolute nella città partenopea sarebbe di 669 euro per abitante. A seguire i più colpiti sarebbero i bolognesi con 555 euro annui per abitante e gli aquilani (548 euro per abitante).

L\'Imu più bassa è invece quella di Brindisi (166 euro annui per abitante), seguita da Benevento (176 euro) e Catanzaro e Reggio Calabria (179 euro per abitante). Al centro sud sono distribuite le altre città più penalizzate. Nonostante lo status di Capitale, Roma perderà 129 milioni (-10%), e Palermo 185 milioni (-55%), mentre Catania avrà 62 milioni in meno. In percentuale, andrà male anche a Potenza (-55%), Messina (-59%), e Taranto (-50%).

LUCALUCA ZAIA

Ma anche Torino «perderà» il 9 per cento. Chi invece può sorridere è Olbia, che segna il record di incremento con il 180% in più, dai 9 attuali ad oltre 25 milioni. Olbia, che sul suo territorio può contare molte seconde case, tra tasse di registro e ipotecarie, Irpef sul reddito da fabbricati e cedolare secca sugli affitti raggiungerebbe 25.212.732 di euro di entrate a fronte di trasferimenti che nel 2010 sono stati 8.988.534. Si piazza al secondo posto Imperia, con un più 122%di gettito «devoluto» rispetto ai trasferimenti attuali. Genova, invece, perderà il 22 per cento.

ROBERTOROBERTO COTA

Anche Milano avrà un saldo positivo di 169 milioni (+34%). Le altre città beneficiate si ritrovano sempre al Nord: Parma (+105%), Padova (+76%), Treviso (+58%) e Venezia (+26%). I vantaggi saranno distribuiti indipendentemente dal «colore» delle amministrazioni: Bologna «la rossa» potrà contare su un +40%, e in Toscana, Siena su un +68% e Firenze su +33%.

 

 

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