TERREMOTATI E MAZZIATI - IL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE, FABRIZIO CURCIO: “MA CHE VOGLIONO ‘STI TERREMOTATI? CHIEDONO TROPPE CASE” – LA REAZIONE DEGLI SFOLLATI: VENGA LUI A VIVERE NEI CONTAINER – GLI ORDINI PER I PREFABBRICATI COPRONO META’ DELLE RICHIESTE

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Francesca Pizzolante per “il Tempo”

 

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«Sono sorpreso dalle continue richieste di abitazioni». Le parole del capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, scatenano le proteste dei terremotati. Da Illica, frazione di Accumoli, parte la rivolta contra Curcio: «Da oltre sei mesi siamo in container freddi e malconci, venga lui a vivere al nostro posto qui».

 

Molto probabilmente il numero uno della Protezione civile non immaginava che lo stupore espresso durante la sua audizione in commissione ambiente alla Camera avrebbe scatenato il putiferio con tanto di comitati, come quello di Illica Vive, che chiede di essere audito per «rappresentare lo stato reale delle cose nella frazione di Accumoli». Curcio, in commissione, si è detto «sorpreso» quando sente parlare delle casette per i terremotati come di case ambulanti e ha scaricato parte delle responsabilità sugli enti locali: «Sono i Comuni che devono valutare le esigenze e individuare le aree», ha affermato.

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Il capo della Protezione civile ha inoltre ha denunciato la carenza di casette sostenendo che delle 3.400 necessarie «sono partiti ordinativi per 1.600. Sulle casette se ne sono dette di tutti i colori», ha precisato Curcio «ma è la Regione che certifica l' idoneità ed emette la richiesta alla società che ha vinto la gara nel 2014. Poi comincia la produzione che riguarda prima di tutto le opere di urbanizzazione- per le quali serve una gara a parte - e dopo inizia il montaggio delle casette». In merito alle casette del sisma del 1997 dell' Umbria, Curcio ha detto che «non possono essere spostate e, in ogni caso, le persone non vogliono spostarsi a 30-50 chilometri di distanza. La disponibilità della Regione Umbria c' è ma manca la volontà di andarci».

FABRIZIO CURCIO FABRIZIO CURCIO

 

Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie i terremotati, specialmente quelli di Accumoli. E la reazione non è mancata, anche a mezzo stampa. «Troviamo sconcertante le dichiarazioni del capo della Protezione Civile, Curcio, audito oggi in commissione Ambiente -scrivono in una nota la fondatrice del comitato Illica Vive, Sabrina Fantauzzi, il segretario generale Elvira Mazzarella e il consigliere Maurizio Orazietti - L' ingegnere ha espresso il suo stupore per le continue richieste della popolazione circa il mancato arrivo delle abitazioni.

 

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<Ci dispiace che Curcio non comprenda, ma è piuttosto difficile per i cittadini capire perché ci debbano mettere più di sei mesi, forse un anno, per una casetta di trenta metri quadrati. Dalle risponde fornite da Curcio, è evidente che la farraginosità delle procedure di assegnazione e i continui rimpalli di responsabilità decisionali, di via libera, di autorizzazioni non aiutano al rientro della popolazione nelle terre d' origine. Facciamo presente che il terremoto e la sua gestione post-emergenziale non possono essere considerati un catalogo di buone intenzioni e di sperimentazione teoretica sui poteri dello Stato.

animali terremoto animali terremoto

 

<Al presidente della commissione ambiente alla Camera, Ermete Realacci, che si è compiaciuto del fatto che in commissione nessun deputato avesse presentato emendamenti, giova ricordare che ai deputati è stato impedito di presentare emendamenti giacché il dl è arrivato alla Camera blindato, così come sta ormai accadendo a tutti i decreti legge che sono modificati solo dal ramo del Parlamento di prima assegnazione.

Ermete Realacci Ermete Realacci

 

<Tutto questo, mentre le popolazioni colpite dal sisma morivano dal freddo in roulotte, prive di energia elettrica, o lontane dalle proprie terre, gli animali morivano assiderati, le strade erano bloccate dal gelo, frazioni distrutte e isolate, cimiteri in condizioni igienico -sanitarie pericolosissime. Chiederemo al presidente Realacci di audire anche i comitati spontanei dei cittadini che racconteranno come stanno le cose per risolvere le quali sistema ultra gerarchizzato è del tutto fallimentare».

 

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