“TONIOLO” AL CETRIOLO – ORNAGHI SCADE E LA SCELTA DEL RETTORE DELLA CATTOLICA STA MANDANDO IN SUBBUGLIO LA VECCHIA E NUOVA GESTIONE DELLA CEI E DELLA SEGRETERIA DI STATO - FORSE QUALCUNO STA CERCANDO DI ALTERARE L’EQUILIBRIO NELL’ISTITUTO TONIOLO PRESIEDUTO DA TETTAMANZI? – ANCHE IL RUINIANO BOFFO SIEDE NEL COMITATO PERMANENTE…

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Elisabetta Soglio per "il Corriere Della Sera"

Lettere anonime e pubbliche. Voci, imbarazzi, fughe di notizie vere o infondate. Cosa sta succedendo all'Istituto Toniolo, cassaforte culturale, oltre che economica, dell'Università Cattolica? La vicenda, che esce dai confini lombardi e valica quelli del Vaticano coinvolgendo in qualche modo vecchia e nuova gestione della Cei e della Segreteria di Stato, sta tenendo banco da diverse settimane non solo a Milano.

università cattolica DEL SACRO CUORE - MILANOuniversità cattolica DEL SACRO CUORE - MILANO

Per cercare di fare luce bisogna spiegare cosa è il Toniolo, di cui giusto quest'anno ricorrono i 90 anni dalla fondazione. Nato per volontà della Santa Sede, l'istituto deve «assicurare e garantire il perseguimento dei fini istituzionali dell'Università Cattolica».

EMILIO COLOMBO E SORELLAEMILIO COLOMBO E SORELLA

Tanto per chiarirci, se non ci fosse stato il Toniolo non ci sarebbe la Cattolica, fondata infatti l'anno successivo, e tutte le decisioni che riguardano l'ateneo e i suoi addentellati dipendono dal Toniolo stesso, dal momento che la maggioranza del cda della Cattolica è tenuta dagli 11 componenti del comitato permanente del Toniolo.

ARCIVESCOVO DIONIGI TETTAMANZIARCIVESCOVO DIONIGI TETTAMANZI

Per un periodo lunghissimo, dal 1986 al 2003, l'Istituto viene presieduto dal senatore democristiano Emilio Colombo, appoggiato fra gli altri dall'ex presidente Oscar Luigi Scalfaro. Ma, come raccontano le cronache dell'epoca, qualcosa non funziona nella gestione affidata a Colombo e al suo braccio destro, il direttore amministrativo Carlo Balestrero, che a sua volta ha molti legami con i potenti della Dc milanese e lombarda ante-tangentopoli. La tensione sale al punto che la Santa Sede decide di affrontare il tema e papa Wojtyla chiede al cardinale Dionigi Tettamanzi di prendere il timone dell'istituto.

boffoboffo

L'arcivescovo di Milano cerca di rimettere ordine riportando anzitutto il Toniolo alla sua missione originaria. A chi sollecita la necessità di svecchiare le strutture e creare un nuovo dinamismo al Toniolo, e di conseguenza alla Cattolica, Tettamanzi ha risposto ancora nei mesi scorsi, presentando al Comitato permanente dell'istituto un documento articolato che riprende e amplia le finalità precisate dallo Statuto: come spiega il direttore amministrativo Enrico Fusi, «puntiamo a rafforzare il ruolo culturale dell'ateneo; consentire alla Chiesa di approfondire il legame con l'università creando una interazione moderna e dinamica; portare all'interno della società civile l'impegno scientifico e culturale qui elaborato».

CARULLI FUMAGALLI ombrettaCARULLI FUMAGALLI ombretta

Sul fronte degli equilibri interni, poco dopo l'arrivo di Tettamanzi c'è un altro passaggio importante: la nomina nel comitato permanente dell'ex direttore di Avvenire Dino Boffo, strettamente legato al cardinale Camillo Ruini, che manda definitivamente in minoranza la gestione Colombo. Si rafforza l'asse con il rettore Lorenzo Ornaghi, nominato per la prima volta nel 2002 con il sostegno dello stesso Ruini che sconfigge l'asse in cui si ritrovano tra gli altri Scalfaro e l'ex ministro Giancarlo Lombardi. Cominciano in quegli anni a circolare veleni e lettere anonime.

E siamo ai giorni nostri. A breve distanza dall'esplodere del caso Boffo, nato da un documento poi rivelatosi falso che, stando a quanto si sta apprendendo in questi giorni, sarebbe partito da ambienti vaticani ed era stato inutilmente portato anche all'interno del Toniolo, sulla scrivania di Tettamanzi arrivano sei pagine di una lettera firmata dal professor Alberto Crespi, 87 anni, penalista di fama, una carriera universitaria iniziata ai tempi di Padre Gemelli, un nome che negli ambienti finanziari e cattolici milanesi gode di stima e rispettabilità.

EMINENCE CAMILLO RUINI - copyright PizziEMINENCE CAMILLO RUINI - copyright Pizzi

Nel documento, di cui sono a conoscenza anche l'ex Segretario di Stato Angelo Sodano (allora in sintonia con la gestione Colombo e osteggiatore della nomina di Ornaghi) e il suo successore Tarcisio Bertone, si contesta l'attuale gestione del Toniolo. Fra le altre cose, si fa riferimento ad un presunto finanziamento di 8 milioni di euro che sarebbe andato perduto, alla presunta incompatibilità del vicepresidente del Toniolo, Roberto Mazzotta, che si occupa di fund raising per la Bocconi, al fatto che logiche interne di potere avrebbero stoppato la nomina nel Toniolo del giurista Giovanni Maria Flick.

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I vertici del Toniolo stanno preparando una risposta dettagliata all'«elenco di gravi inesattezze», in cui si confuta punto per punto ogni accusa, si riconferma la stima totale alla persona e al lavoro svolto dal vicepresidente Mazzotta, si ricorda che la nomina di Flick, a suo tempo contrapposta alla conferma di Boffo, aveva ricevuto un solo voto. Il segnale che pare venga lanciato? Voci e veleni non stanno spostando l'asse di guida del Toniolo e della Cattolica, né stanno fermando l'operazione di ritorno alle origini avviata dall'arcivescovo milanese.

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La sensazione diffusa negli ambienti dell'università è che, nell'ombra, qualche figura si stia muovendo per cercare di alterare l'equilibrio faticosamente raggiunto e minare il lavoro che si sta facendo per rinsaldare il ruolo della Cattolica. Di fatto, a maggio comincerà il complicato iter che a novembre porterà alla nomina del nuovo rettore, dal momento che è in scadenza il secondo quadriennio di Ornaghi.

Lo statuto consente un massimo di tre mandati e, al momento, non ci sono candidature alternative, anche se viene fatto circolare il nome di Ombretta Fumagalli Carulli, da anni docente della Cattolica. A maggio voteranno le facoltà, il Senato accademico sceglierà una rosa con un massimo di cinque nomi e alla fine si procederà al voto del cda dell'Ateneo nel quale, come si è detto, i dieci voti decisivi sono dei componenti nominati dal Toniolo.

 

 

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