DALLA TURCHIA AL VATICANO, IL BLITZ DI ALI AGCA PIANIFICATO FIN NEI MINIMI DETTAGLI, ‘’COMPLICI TURCHI E STRANIERI, MA NON ITALIANI’’ - PROGETTATO IN MENO DI UN MESE, DOPO IL RIFIUTO DI PAPA FRANCESCO DI UN INCONTRO NELLA SUA VISITA DI FINE NOVEMBRE IN TURCHIA

Ma in Vaticano e al ministero degli Interni si chiedono come è possibile che l’ex terrorista sia riuscito a varcare i controlli di frontiera e piombare in Piazza San Pietro senza essere stato prima nemmeno segnalato. Con buona pace di Gentiloni, sull’alto rischio di attentati in Italia dopo le minacce dell’Is alla Santa Sede…

Condividi questo articolo


Marco Ansaldo per “la Repubblica

 

un'immagine di archivio del dicembre 1983, ritrae papa giovanni paolo ii mentre parla con il suo attentatore mehmet ali agca, nel carcere di rebibbia un'immagine di archivio del dicembre 1983, ritrae papa giovanni paolo ii mentre parla con il suo attentatore mehmet ali agca, nel carcere di rebibbia

Un blitz pianificato fin nei minimi dettagli. Cartina geografica alla mano: dalla Turchia al Vaticano. Ma progettato in meno di un mese, dopo il rifiuto di Papa Francesco di un incontro nella sua visita di fine novembre in Turchia. E compiuto «con l’aiuto di alcuni amici». Cioè, come precisa lo stesso Mehmet Ali Agca in una nuova intervista che compare sul sito di repubblica.it, “complici” «turchi e stranieri, ma non italiani».

 

L’ex Lupo grigio è stato trasferito ieri al Centro espulsioni vicino all’aeroporto di Fiumicino, dove oggi intorno alle 12 sarà rimpatriato su un volo diretto a Istanbul. Non è stato interrogato da un magistrato, perché il reato compiuto è solo di tipo amministrativo: ingresso irregolare in Italia privo di visto.

 

un'immagine d'archivio mostra papa giovanni paolo ii, ferito in piazza san pietro, sorretto dai collaboratori, qualche istante dopo l'attentato. un'immagine d'archivio mostra papa giovanni paolo ii, ferito in piazza san pietro, sorretto dai collaboratori, qualche istante dopo l'attentato.

Ma in Vaticano e al ministero degli Interni si chiedono come è possibile che l’ex terrorista sia riuscito a varcare i controlli di frontiera e piombare in Piazza San Pietro senza essere stato prima nemmeno segnalato. Con buona pace delle allarmanti dichiarazioni fatte ieri dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, sull’alto rischio di attentati in Italia dopo le minacce dell’Is alla Santa Sede.

 

Nei mesi scorsi Agca aveva chiesto in tutti i modi di poter incontrare il Pontefice argentino, dal momento in cui era stato annunciato il suo viaggio in Turchia, previsto dal 28 al 30 novembre. Non ricevendo alcun tipo di risposta, l’ex Lupo grigio ha finito poi per scagliarsi in una conferenza stampa contro Bergoglio, dicendo che «la vita del Papa per me non vale 10 lire turche», il doppio del prezzo «di una pallottola». Quindi, ha cominciato a pianificare il suo sbarco a Piazza San Pietro.

un'immagine d'archivio dell'attentato a papa giovanni paolo ii, avvenuto il 13 maggio 1981, in piazza san pietro, in vaticano. sulla sinistra della foto si nota l'attentatore ali agca mentre spara un'immagine d'archivio dell'attentato a papa giovanni paolo ii, avvenuto il 13 maggio 1981, in piazza san pietro, in vaticano. sulla sinistra della foto si nota l'attentatore ali agca mentre spara

 

Dopo quasi 30 anni passati nelle galere di Italia (20) e Turchia (9 e 7 mesi), Agca nel gennaio 2010 aveva ottenuto la libertà, e nei mesi scorsi anche il passaporto. A dicembre, con l’aiuto di una mappa, sul tavolo della sua abitazione a Bakirkoy, quartiere di Istanbul dove vive, dice, «come un povero cristo, senza lavoro e sostenuto da amici e famiglia», ha tracciato il percorso: partire dalla Turchia, attraversare la Grecia fino all’Austria in auto, non però guidata da lui. Agca stesso sostiene infatti di essere stato aiutato da amici turchi e stranieri.

 

un momento dell'intervista di sabrina ferilli per agon channel ad ali agca, che nel 1981 tento?? di uccidere giovanni paolo ii in piazza san pietro un momento dell'intervista di sabrina ferilli per agon channel ad ali agca, che nel 1981 tento?? di uccidere giovanni paolo ii in piazza san pietro

La cerchia che lo sostiene da quattro anni a questa parte è quella dei componenti del vecchio gruppo dei Lupi grigi, oggi incanutiti e divisi. Dall’Austria a Roma il viaggio è continuato fino a San Pietro, dove l’ex killer turco dice a Repubblica di essere arrivato «alla fine di un’avventura durata tre giorni, compiuta in aereo, in auto e camminando a piedi, come un lupo solitario». Per tutto dicembre, l’ex terrorista ha però continuato i suoi tentativi di contattare alti esponenti del Vaticano.

 

La sera del 26, infine, in una telefonata annunciava il suo prossimo arrivo in Italia. Materializzandosi di persona a mezzogiorno del 27 dicembre, anniversario del suo colloquio con Giovanni Paolo II a Rebibbia. Dal cuore della piazza, sotto l’obelisco e a pochi metri in linea d’aria dal Portone di Bronzo dove il 13 maggio 1981 aveva attentato alla vita di Karol Wojtyla sparandogli due colpi di pistola, Ali Agca dotato di cellulare con utenza turca telefonava e si dirigeva alla tomba del Papa polacco depositando il suo omaggio floreale.

papa giovanni paolo ii con il suo attentatore mehmet ali agca papa giovanni paolo ii con il suo attentatore mehmet ali agca

 

Ai varchi elettronici sotto il Colonnato del Bernini era stato finalmente riconosciuto dalla polizia italiana, che ha allertato la Gendarmeria vaticana. I colloqui con il vertice della Segreteria di Stato erano frenetici, ma l’ordine deciso era infine di far lasciare al turco i suoi fiori, con una scorta di poliziotti.

 

Compiuto il suo gesto, e spenta ogni possibile polemica, l’ex terrorista veniva fermato e accompagnato in commissariato. Spiega adesso una fonte vaticana: «È stato meglio dare il via libera per farlo passare. Noi non siamo stati avvertiti prima, ma solo quando ormai era nella piazza».

 

mehmet ali agca, l'uomo che tento di uccidere papa giovanni paolo ii il 13 maggio 1981, fotografato in tribunale ad istanbul l'8 settembre 2000 mehmet ali agca, l'uomo che tento di uccidere papa giovanni paolo ii il 13 maggio 1981, fotografato in tribunale ad istanbul l'8 settembre 2000

La Gendarmeria è rimasta piuttosto sorpresa, e con più di qualche inquietudine, per la presenza dell’ex Lupo grigio davanti alla Basilica. Il “buco” nei controlli da parte italiana è stato evidente, in un momento delicato a livello internazionale. Discorso che comunque vale anche per gli altri Paesi attraversati. Anche perché, come confessa lo stesso Lupo grigio, «non desisto: la mia prossima tappa sarà ora quella di Fatima, in Portogallo».

le tappe della vicenda agca le tappe della vicenda agca

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…