"VERGINI DAI CANDIDI MANTI, ROTTE DI DIETRO MA SANE DAVANTI" - IL SENATORE VERDINIANO D’ANNA PENSA DI CITARE "L’IFIGENIA IN AULIDE" DI EURIPIDE MA RECITA IN AULA UN PASSO DELL’IFIGONIA IN CULIDE, POEMETTO GOLIARDICO DEGLI ANNI ’20 - VIENE DA CHIEDERSI: COME SI FA A NON VOLER ABOLIRE IL SENATO! - - -

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D ANNA D ANNA

Simonetta Bartolini per “Libero Quotidiano”

 

Immaginatevi la scena: interno di Palazzo Madama, senatori riuniti in assise. Uno di loro prende la parola e con enfasi veemente accusa gli avversari di non essere puri come vorrebbero far credere, anzi.
 

Per dar più forza alle parole recita un verso che compendia il suo pensiero: «Vergini dai candidi manti, rotte di dietro ma sane davanti». Succede il finimondo: la rappresentante femminile del partito di governo accusa il senatore di sessismo becero, il presidente dell' assise richiama all' ordine l' incauto ammonendolo: «Non ci troviamo ad una festa di laurea goliardica».
 

L' incauto senatore dirama un comunicato stampa che ha lo scopo di mettere a tacere chi lo ha così poco urbanamente contestato, sottolineando l' ignoranza dei colleghi perbenisti e suscettibili, perché, svela, non si trattava di parole sue ma del testo originale di Euripide, il grande drammaturgo greco autore dell' Ifigenia in Aulide.
 

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Fin qui la cronaca di quanto avvenuto due giorni fa nella camera "alta" (sic) del Parlamento. Quel che non sappiamo è come abbia reagito il senatore Vincenzo D' Anna (gruppo ALA), che si è reso protagonista della faccenda, quando qualcuno, più informato di lui (per carità non scomodiamo la cultura che è donna sdegnosa e assai irascibile), gli avrà fatto notare la doppia gaffe.

 

Infatti l' intemerata nei confronti di M5S, che aveva scatenato le ire della senatrice del Pd Maria Cecilia Guerra, e il richiamo del presidente Gasparri, non solo era effettivamente indicibilmente volgare, ma soprattutto non era ascrivibile a Euripide, ma ad una nota parodia goliardica del secolo scorso intitolata (absit iniuria verbis) Ifigonia in culide!

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E la parodia, a dispetto del titolo, era del libretto della Turandot di Puccini, infatti i personaggi sono: Il Re di Corinto, padre di Ifigonia, Ifigonia, la protagonista, Allah Ben Dhur, primo pretendente, nobile arabo, Don Peder Asta, secondo pretendente, nobile spagnolo, Uccellone conte di Belmanico, terzo pretendente, nobile italiano Spiro Kito, quarto pretendente, nobile giapponese, Enter O' Clisma, gran sacerdote, In Man Lha, gran cerimoniere, Bel Pistolino d' Oro, elefante sacro, Coro di nobili, vergini (che recitano i versi citati dal senatore) e popolo.

BARANI ATTI OSCENI DANNA 1 BARANI ATTI OSCENI DANNA 1

 

Impossibile, per decenza citare qualche verso del poemetto, si sappia solo che nella conclusione, Ifigonia si suicida… gettandosi nel water closed! L' autore dunque non è il celebre drammaturgo del V secolo avanti Cristo, ma un più modesto studente astigiano di medicina, Hertz De Benedetti, che compose la parodia nel 1928 diffondendola in forma anonima.

 

VINCENZO DANNA VINCENZO DANNA

Ben presto il gustosissimo poemetto divenne testo di culto fra gli studenti universitari di tutta Italia trasformandosi in una sorta di manifesto della goliardia, ma stante la scabrosità del testo, continuò a circolare in forma clandestina (solo copie dattiloscritte) fino al 1969, quando fu pubblicato il Libretto rosso dell' universitario che raccoglieva vari canti goliardici e finalmente anche l' Ifigonia. Viene da chiedersi: come si fa a non voler abolire il senato!

 

 

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