Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, è singolare che Italia e Francia siano adesso affratellate dai due processi a suon di baldracche nei quali sono presi di mira dai “cecchini” giudiziari due uomini politici stranoti, il pluriministro Dominique Strauss-Kahn e l’ex capo del governo Silvio Berlusconi che oggi - come a me pare sacrosanto - c’era anche lui ad assistere al debutto da Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella.
A Lilla Strauss-Kahn, l’uomo di cui tutti dicono che avrebbe fatto a ragù François Hollande se gli si fosse opposto come candidato a “capitano” della Francia, rischia una condanna a dieci anni e mezzo perché è inequivocabile che in un albergo di Litta, e per tre anni di seguito, abbia fatto man bassa di prostitute che si sdraiavano a mucchio pur di appagarlo.
Al tribunale di Bari sculettano in qualità di testimoni fanciulle senza arte né parte che Gianpaolo Tarantini aveva convocato a rendere più “allegre” le serate di Silvio Berlusconi, fanciulle che spasmodicamente aspiravano a una qualche particina nelle tv di Cologno Monzese, e che talvolta ricevevano una busta con dentro dei contanti e talvolta no, fanciulle che talvolta venivano apostrofate duramente (“troia”) da una dama che presiedeva allo svolgimento delle serate, ossia la (sedicente) attrice Sabina Began.
strauss kahn guarda un manifesto di hollande
Premetto che l’aspetto tecnicamente giudiziario dell’uno e dell’altro caso è quanto meno mi interessa al mondo. Penso ovviamente di ciascun essere umano che possa fare l’uso che vuole delle sue serate, purché in quelle serate siano coinvolti partner adulti e consenzienti.
Ovviamente non ho nulla contro le fantasie sessuali e contro i comportamenti erotici i più torridi e affollati, e ho più assoluto disprezzo contro chi in linea di principio punta il ditino bigotto contro quei comportamenti (il più delle volte per invidia).
Della questione mi interessa essenzialmente l’aspetto stilistico (stile dei comportamenti, e meglio ancora se dei comportamenti sessuali), coreografico, il fatto che le cose siano nominate per quel che sono. A Lilla si parla di prostitute (pagate un tot a botta), di un Potente della terra patologicamente attratto dal sesso di gruppo con annessi voyeurismi e maniere forti.
Le cose lassù hanno un loro nome, stavo per dire una loro “grandeur”. E del resto una che in Francia organizzava festicciole torride è stata la moglie (oggi vedova) di Alain Robbe-Grillet, che col nome di battaglia Jeanne De Berg ha scritto sull’argomento dei libri deliziosi da leggere.
Se è mai esistito un voyeur a questo mondo è suo marito, che a 85 anni aveva scritto un romanzo erotico saporosissimo da leggere e che sono sicuro Dominique Strauss-Kahn abbia letto o di cui qualcuno gli ha parlato. E del resto quale fosse la (complessa) natura erotica del rapporto tra i due coniugi, Catherine Robbe-Grillet lo ha scritto in un suo “Journal” del 2004 che non ricordo se sia mai stato tradotto in Italia.
BERLUSCONI SABINA BEGAN GEORGE CLOONEY
Come stupirsi? I francesi hanno avuto e hanno Brigitte Bardot, Emmanuelle Béart e Léa Seydoux; noi abbiamo e vantiamo Valeria Marini (al cui matrimonio Rai1 dedicò uno speciale in diretta, vergogna) e la Belen Rodriguez che è arrivata in Italia con 200 euro e che noi abbiamo trasformato in una star.
Sì, perché al processo di Bari l’aria che si respira è quella, l’aria della provincia, della televisione commerciale per famiglie medie, del sesso spiato un po’ dal buco della serratura. Non sono prostitute, no, no. Sono aspiranti starlettes, una ha addirittura esposto un suo quadro alla Biennale (non ci posso credere), lo senti che il massimo delle loro aspirazioni è sedersi sul divano di un set televisivo e sguainare il loro ben di Dio.
A quanto pare, queste fanciulle passavano dei momenti ad ascoltare i discorsi registrati dell’ex capo del nostro governo o magari ricevevano un tantino di bigiotteria in regalo. Ve lo immaginate Strauss-Kahn che a quelle sue prostitute, prima di passare all’azione irruenta, fa ascoltare una sua lezione sullo stato dell’economia internazionale?
E poi c’è che non so nulla di nulla del gran ruffiano che metteva in moto le serate di Lilla, un figuro chiamato “Dodo”, ma ci scommetto che lui fosse un personaggio letterariamente più interessante di Gianpaolo Tarantini. Non che ci voglia molto. E anche saper scegliersi i ruffiani, oltre che le prostitute, è una questione di stile.
3. STRAUSS-KAHN, UN LIBERTINO ALLA GOGNA
Da “Il Foglio”
Abbiamo letto, anche su Rep., le cronache della “mattanza sessuale” di cui si sarebbe macchiato l’ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex esponente di punta del Partito socialista francese, il demonizzato Dominique Strauss-Kahn, da ieri di fronte ai giudici di Lille per rispondere di sfruttamento aggravato della prostituzione. Dopo la disavventura americana, che lo aveva inchiodato al ruolo di stupratore di cameriere negli hotel, erano spuntate le denunce relative alle orge consumate da Dsk e quattordici amici al Carlton di Lille.
Ammucchiate nel corso delle quali, nientemeno, gli uomini giravano “nudi” (incredibile!) e nelle quali erano coinvolte giovani escort. Tutte maggiorenni e consenzienti, visto che l’unica ad aver parlato a un certo punto di un tentativo non consumato di violenza non ha mai sporto denuncia. Impianto accusatorio deboluccio, nel paese più orgogliosamente libertino del mondo, appena reduce dalle celebrazioni solenni del genio del marchese De Sade. Così deboluccio che nel 2013 la procura di Lille aveva chiesto l’archiviazione per Dsk.
La pubblica accusa ha però ottenuto il rinvio a giudizio, e va in scena ora uno dei processi più bacchettoni che la storia recente, non solo francese, ricordi. In Francia, bisogna ricordarlo, pagare prostitute non è reato, e questo dovrebbe valere anche per Dsk.
L’accusa vuole però dimostrare un suo interesse addirittura economico a organizzare le serate libertine di Lille, cosa francamente molto difficile da credere. Ma l’idea che il peccato o l’inopportunità di comportamento di un politico (ormai ex, nel caso di Dsk) possa trasformarsi in reato conquista nuovi adepti.