VI MANCAVA LO SCONTRO FRONTALE TRA GOVERNO E TOGHE? TRANQUILLI, STA TORNANDO! - IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA, IL LEGHISTA JACOPO MORRONE, ACCENDE LA MICCIA: "MI AUGURO CHE LA MAGISTRATURA SI LIBERI DALLE CORRENTI. IN PARTICOLARE DI QUELLE DI SINISTRA. IL MIO PARTITO HA UNA QUESTIONE APERTA CON QUESTI MAGISTRATI" - LA REAZIONE DI LEGNINI - DOMENICA E LUNEDÌ IL CSM ELEGGERÀ I SUOI NUOVI MEMBRI TOGATI: IL TOTONOMI

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Da https://www.ilfattoquotidiano.it

JACOPO MORRONE JACOPO MORRONE

 

“Mi auguro che la magistratura si liberi dalle correnti. Mi auguro in particolare che si liberi di quelle di sinistra“. Non è una dichiarazione pescata a caso tra le decine di attacchi lanciati negli anni da Silvio Berlusconi alle toghe. Non è neanche un’esternazione da comizio di uno qualsiasi degli ultras di Forza Italia. Al contrario ad auspicare una sorta di estinzione delle correnti di sinistra delle toghe è addirittura il sottosegretario alla giustizia, il leghista Jacopo Morrone. 

 

Un attacco rozzo al mondo della magistratura quello dell’esponente del Carroccio. Soprattutto perché quelle parole sono state pronunciate a un corso di formazione per 347 neo magistrati organizzato dal Consiglio superiore della magistratura, che domenica e lunedì eleggerà i suoi nuovi membri togati. È anche per questo motivo il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli, Giovanni Legnini, ha annunciato una lettera al guardasigilli Alfonso Bonafede per “chiedere di assumere delle determinazioni“. Come dire: forse la poltrona di Morrone nel governo di Giuseppe Conte potrebbe avere le ore contate.

 

legnini mattarella al csm legnini mattarella al csm

Il sottosegretario: “Via le correnti di sinistra” – Colpa della parole pronunciate dall’uomo di Matteo Salvini in via Arenula. “Se posso permettermi un inciso come sottosegretario neo nominato, tutti quanti sapete che appartengo alla Lega, mi auguro che ci sia una forte imparzialità e che anche in magistratura siano sempre meno presenti le correnti”, ha detto Morrone, come racconta Liana Milella su Repubblica. E fino a qui nulla da obiettare.

 

Poi però il sottosegretario leghista specifica: “In particolare le correnti di sinistra e ci sia, invece, da parte vostra imparzialità“. Una posizione esplicitata nella sala conferenze di Palazzo dei Marescialli davanti ai magistrati ordinari in tirocinio, che hanno superato l’ultimo concorso e tra alcuni giorni giureranno al Quirinale. Presenti anche numerosi consiglieri del Csm che non credono alle proprie orecchie.

JACOPO MORRONE JACOPO MORRONE

 

Legnini: “Bonafede assuma determinazioni” – A quel punto Morrone cerca di aggiustare il tiro, ma peggiora la sua situazione. “Ho parlato così prima perché come voi sapete il mio partito ha una questione aperta con questi magistrati”.

 

Un riferimento diretto agli attacchi di esponenti della Lega successivi al deposito delle motivazioni della Cassazione, che il 12 aprile scorso ha chiesto il sequestro delle somme future che entrano nelle casse del Carroccio, fino al raggiungimento dei 49 milioni che secondo i magistrati l’ex partito di Bossi deve restituire allo Stato. In pratica Morrone accredita alle correnti di sinistra della magistratura una decisione presa dalla seconda sezione penale della Suprema corte. Parole che hanno provocato la reazione infuocata del mondo della magistratura a cominciare da Legnini.

 

giovanni legnini alfonso bonafede giovanni legnini alfonso bonafede

“Telefonerò e scriverò una lettera al ministro della Giustizia sulle parole del sottosegretario Morrone per informarlo e chiedere di assumere delle determinazioni”, ha detto il vicepresidente del Csm. L’Associazione nazionale magistrati, in una nota, “stigmatizza il contenuto di tali gravissime affermazioni e ribadisce il ruolo fondamentale di tutti i gruppi associativi all’interno della magistratura, in quanto garanzia di pluralismo culturale e democrazia interna.

 

JACOPO MORRONE JACOPO MORRONE

Si tratta di dichiarazioni gravi e inaccettabili sia perché rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati, la cui reazione è stata di sconcerto, sia perché provenienti da un rappresentante del Governo invitato all’incontro nella sua veste istituzionale”.

 

Area: “Affermazioni inaccettabili” – Area, la corrente di sinistra nata dalla fusione di Magistratura democratica e del Movimento giustizia, ha diffuso un’infuocata nota ufficiale: “Quella del sottosegretario Morrone è un’affermazione gravissima che non solo porta un attacco indebito all’associazionismo giudiziario e al pluralismo, ma costituisce un’inammissibile confusione tra ruolo politico e ruolo istituzionale. Fatto ancor più grave perché avvenuto a due giorni dal voto, mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del Csm, quindi con un chiaro intento propagandistico”.

 

“Le dichiarazioni del sottosegretario al corso di formazione organizzato dal Csm sono inaccettabili nel contenuto e gravissime quanto al contesto in cui sono state rese. Un incontro di formazione per giovani magistrati non può essere strumentalizzato per finalità politiche da chi è stato invitato per rappresentare il ministero della giustizia nell’ambito della collaborazione istituzionale che la costituzione sollecita e che il Csm ha sempre onorato e continuerà ad onorare. Mi auguro che il ministro della giustizia voglia prendere le distanze da queste dichiarazioni”, dice Antonello Ardituro, consigliere togato di Area.

 

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2 - ELEZIONI CSM: DAVIGO SUL FILO DI LANA. MAGISTRATURA INDIPENDENTE IN CRESCITA. IL TOTONOMI

Marco Antonellis per Dagospia

 

Circa 9.500 magistrati, domenica e lunedì prossimi (8 e 9 luglio), saranno chiamati alle urne per scegliere i 16 nuovi rappresentanti togati del Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno delle toghe che decide su nomine, organizzazione, promozioni, trasferimenti e provvedimenti disciplinari.

 

I candidati in lizza sono 21: tra loro andranno scelti due magistrati della Cassazione, 4 pubblici ministeri e 10 giudici di merito. I vincitori si uniranno ai membri di diritto: il capo dello Stato, Sergio Mattarella (presidente del Csm), il primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone e il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio.

Giovanni Mammone Giovanni Mammone

 

Il nome più atteso è senza dubbio quello dell’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati ed ex componente del pool di Mani pulite, Piercamillo Davigo, leader del gruppo Autonomia & Indipendenza, nato nel 2015 dalla scissione dalle toghe moderate di Magistratura Indipendente (MI).

 

Nella corsa per i due posti di Cassazione, Davigo se la dovrà vedere con Carmelo Celentano di Unicost (la corrente centrista), Loredana Miccichè di MI e Rita Sanlorenzo di Area (la componente di sinistra formata da Magistratura democratica e Movimento per la giustizia).

 

Però mentre appare quasi certa la vittoria del candidato del listone di centro (Carmelo Celentano), la sfida per la seconda poltrona in quota Cassazione appare sul filo di lana. A confermare questi dubbi, circolano con sempre più preoccupazione tra i “davighiani” i dati relativi alle ultime elezioni per il rinnovo delle giunte distrettuali dell’Anm. Come a Roma (scorso novembre), dove la A&I ha registrato un calo di consensi rispetto alle elezioni del consiglio giudiziario di un anno prima (da 113 voti a 60).

Loredana Micciche Loredana Micciche

 

Così, si fanno largo altri nomi, in particolare la candidata di MI, la siciliana Loredana Miccichè, forte anche degli ottimi risultati raggiunti dal proprio gruppo alle ultime elezioni per i rinnovi delle giunte distrettuali dell’Anm (come a Palermo, dove lo scorso novembre è riuscito a strappare un seggio a Unicost).

 

L’elezione dei quattro pubblici ministeri sarà poco combattuta dal momento che ciascun gruppo ha indicato un solo candidato. Siederanno, quindi, sicuramente al prossimo Csm Sebastiano Ardita (A&I), Giuseppe Cascini (Area), Antonio Lepre (MI) e Luigi Spina (Unicost).

 

La sfida nelle fila dei giudici di merito, invece, risulta incerta, complice anche il particolare sistema di elezione uninominale. Concorrono: Ilaria Pepe e Giuseppe Marra (per A&I), Giovanni Zaccaro, Mario Suriano, Alessandra Dal Moro e Bruno Giangiacomo (per Area), Paolo Criscuoli, Corrado Cartoni e Paola Maria Braggion (per MI), Michele Ciambellini, Concetta Grillo, Marco Mancinetti e Gianluigi Morlini (per Unicost).

 

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