AL VOTO, AL VOTO! - RENZI FA BAU-BAU CON LE SOLITE ELEZIONI: “SE PASSA L’EMENDAMENTO GOTOR SI VA A VOTARE!”. CON IL PROPORZIONALE PURO E LE LISTE DECISE DAL PREMIER (E LA MINORANZA EPURATA) - L’OPERAZIONE ANTI-RENZI AL SENATO È GUIDATA DA GOTOR, CONSIGLIERE DI BERSANI - -

Da una parte c’è l’accordo Renzi-Berlusconi, dall’altra tutte le minoranze: Bersani, Salvini, Minzolini, Grillo e Vendola - Pronto l’emendamento “super-canguro” per blindare l’Italicum, alla fine i dissidenti Pd si accontenteranno di non votare la nuova legge, semplicemente uscendo dall’aula…

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Goffredo De Marchis per “La Repubblica”

renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo

 

Dice Renzi che la minoranza del Pd «punta a votare una legge elettorale contro di me e contro il partito. Mi vogliono accoltellare, questa è la verità. Ma attenzione: devono prendermi. Se mancano il bersaglio, poi sono loro ad avere un problema». Con i suoi collaboratori il premier commenta un po’ con rabbia e un po’ con preoccupazione il clima da resa dei conti.

 

«È tutto il giorno che litigo con i banchieri democristiani per il decreto sulle popolari, non mi spavento certo di Gotor». Però il rischio che l’Italicum si fermi o addirittura venga modificato facendo saltare il patto del Nazareno alla vigilia del voto per il Quirinale, esiste. «Credo al buonsenso, non andranno fino in fondo. Ma è chiaro che se passano le loro modifiche, io vengo sfregiato. Poi però si va a votare. Anche con il Consultellum».

Stefano Fassina Stefano Fassina

 

Sul tavolo quindi c’è la minaccia del voto anticipato. Un’arma spuntata secondo i dissidenti. «Matteo non ci torna più a Palazzo Chigi, con il proporzionale... », pronostica Alfredo D’Attorre. Stefano Fassina e Pippo Civati invece sono convinti che, a prescindere dall’esito della battaglia al Senato, Renzi punti alle urne in primavera.

 

Ed è anche per questo che da tempo si preparano a verificare lo spazio a sinistra. «Le elezioni non le vuole nessuno - spiega Renzi ai suoi interlocutori - e io penso che ce la faremo. Senza strappi. Ma se vogliono la guerra, sono qua». Il premier è convinto di aver concesso tanto ai ribelli, non crede che Pier Luigi Bersani sia davvero in cerca dello scontro finale.

minzoLINI carTA DI CREDITO minzoLINI carTA DI CREDITO

 

Anzi, entrambi si preparano a un faccia a faccia sull’elezione del presidente della Repubblica, forse già oggi, comunque nelle prossime ore. «La minoranza organizza un blitz con Salvini, Minzolini, Grillo e Vendola. Questo è il menù del Senato. Incredibile, no? Ma davvero vogliono questo? Per non votare un accordo con Berlusconi si mettono con quella compagnia, con Formigoni? Vallo a spiegare alle feste dell’Unità ».

 

Per i dissidenti, secondo l’ex sindaco, diventerebbe impossibile giustificare la rottura. «Noi abbiamo preso il 40 per cento alle Europee, vinto le primarie con il 65 per cento, questa legge è stata discussa e votata in tutti gli organismi dirigenti. E loro aspettano l’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile per accoltellarmi. Roba da matti. I bersaniani non possono essere così avventati. Dovrebbero capire che se loro si alzano dal tavolo, allora sì che Berlusconi conta di più».

Alfredo DAttorre Alfredo DAttorre

 

Il giorno del blitz è oggi. Ora o mai più. Se gli emendamenti non passano, la legge va in discesa. Palazzo Chigi comunque ha pensato le contromisure. Il senatore Stefano Esposito ha presentato un emendamento, “suggerito” dal premier, che riassume i punti cardine dell’Italicum 2.0 e annulla le altre proposte di modifica.

 

Lì si misureranno le forze. «Hanno avuto un sacco di roba - ricorda Renzi . Il ballottaggio, il premio alla lista, le preferenze. Se il Pd vince avrà solo il 30 per cento di nominati. E vogliono il Consultellum ossia il proporzionale? Così sono loro a determinare l’inciucio permanente con Berlusconi ». Hanno «24 ore di tempo per chiarirsi le idee», ricorda il premier. «Io vado avanti e non intendo vivacchiare».

 

MATTEO SALVINI 3 MATTEO SALVINI 3

I renziani, con un sorriso, l’unico della giornata, fanno notare che l’emendamento Gotor è il 101, come il numero dei franchi tiratori che affossarono Prodi. Vogliono fare il bis con “Matteo”?, si chiedono. A mezzogiorno Renzi tornerà al Senato per vedere se l’atmosfera è quella del duello o di una tregua.

 

Sembra scocciato per le accuse (ripetute) di intelligenza con il nemico, perché difenderebbe un accordo blindato con Berlusconi dimenticandosi il Pd. «Tratto con Verdini? Sì, esattamente ciò che faceva Migliavacca, il braccio destro di Bersani, la scorsa legislatura. Si vedevano giorno e notte».

 

La partita è con il Pd, ma contiene in sé le potenzialità di un contagio. I maldipancia dell’Ncd, la fronda di Raffaele Fitto in Forza Italia, l’esplosione del partito azzurro. Si balla davvero, se non si ricuce con la minoranza interna. E in caso di fallimento dell’Italicum, ben prima della minaccia di elezioni anticipate, bisogna votare il nuovo capo dello Stato.

 

Raffaele Fitto Raffaele Fitto

A scrutinio segreto. In un clima da caccia alle streghe, da guerriglia nella giungla, non è il massimo. Più volte infatti Renzi con il suo staff usa termini da Vietnam: blitz, imboscata. Non dimenticando i coltelli, più adatti al corpo a corpo. È «amareggiato», dice. Poi, rimostra i muscoli quando spiega di essere concentrato su altri impegni: «Sfido i banchieri con il decreto e giovedì vedo la Merkel a Firenze».

 

I prossimi passaggi sono decisivi. Per la legislatura, per il governo, per Renzi. Lo sanno gli avversari e lo sa lui. Se il premier li attraversa indenne, ha davanti quasi tutte le porte aperte. Per questo è teso, ma, racconta, non ha «paura».

 

roberto speranza roberto speranza

Non capisce come un pezzo del Pd possa mettersi con i suoi nemici giurati. Ieri ha incontrato Matteo Salvini nello studio di Rete4. Il leader leghista ha fatto finta di non vederlo, lui lo ha fermato e, sibilando, gli ha stretto la mano: «L’educazione prima di tutto ». Così il premier vive una vigilia di tanti appuntamenti accavallati. Stamattina vede Silvio Berlusconi. Del Cavaliere non è che si fida, «ma so che lui vuole rimanere seduto al tavolo».

 

Miguel Gotor Miguel Gotor

Controlla ancora tutti i suoi parlamentari? Verificheranno insieme. Il punto rimane la pattuglia di dissidenti del Pd. Come può incidere la parola di Bersani su di loro. Alla Camera il gruppo di Area riformista guidato da Roberto Speranza considera il compromesso raggiunto buono e votabile. Ma la legge è a Palazzo Madama. Con una maggioranza meno forte. Se non ci sono passi indietro, oggi il Pd si spacca e si conta. Ci saranno vincitori e vinti.

PIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICO PIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICO

 

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