AZZURRO TENEBRA – L’ARGENTINA (SENZA MESSI) VINCE 2-0, IL NUOVO CORSO DELL'ITALIA INIZIA MALE – NEL PRIMO TEMPO LA NAZIONALE NON TIRA MAI IN PORTA E VIENE SALVATA DA BUFFON – NELLA RIPRESA SI DIVORA IL VANTAGGIO CON INSIGNE E POI CROLLA NEL FINALE –  ESORDIO AMARO PER DI BIAGIO, IL COMMISSARIO FIGC FABBRICINI SUL FUTURO CT: "DOBBIAMO CERCARE IL MEGLIO"- VIDEO

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Valerio Clari per gazzetta.it

 

italia argentina italia argentina

I cuori infranti non vogliono sentire ragioni. Non bastano 30’ di rassicurazioni condite da qualche carezza. Non bastano vaghe promesse per il futuro. Non basta certo un inizio di ripresa, tanto più se poi l’Argentina ti batte 2-0. Riconquistarli è un processo lungo, bisogna insistere e non fare mai errori (vero Insigne?). I cuori azzurri delusi 130 giorni fa non sono ancora pronti all’abbraccio, dopo stasera rischiano persino di essere un po’ più depressi.

 

L’Italia ci prova, ma non tocca le corde giuste. Per un tempo è troppo impacciata, paurosa, preoccupata, poi si distende, si fa più convincente, intraprendente. E viene gelata. Prima del gol di Banega (che a sua volta ha spezzato cuori a Milano) l’occasione migliore l’abbiamo noi, con Insigne solo davanti a Caballero (palla clamorosamente fuori). Il “diversamente ragazzino” Buffon, ringraziato nel primo tempo, si arrende anche a Lanzini. Non basta nemmeno lui, che pure risponde a critiche e polemiche con quattro parate decisive (due difficili davvero).

 

banega perotti banega perotti

ARGENTINA SENZA LEO — Senza Messi, che rimane in panchina alle prese con un affaticamento all’adduttore, l’Argentina è, se non tutta, in buona parte nelle gambe/spaghetti di Angel Di Maria. Il numero 11 imperversa per tutto il primo tempo, mette in croce ora Florenzi ora Chiesa, testa una prima volta Buffon al 5’, regala giocate al pubblico (non numerosissimo) di Manchester e un cioccolatino al 45’ ad Higuain, su cui si supera Buffon (cortocircuito juventino).

 

Quando a metà ripresa l’Etihad inizia a invocare Messi non sembra un gran segnale per Sampaoli. Invece i suoi, forse punti nel vivo, lì si distendono. Higuain è un playmaker avanzato, Lo Celso e Lanzini sguazzano nell’anarchico modulo del c.t. che ha fatto grande il Cile, Otamendi si conferma quasi sempre un’assicurazione difensiva. E non c’era Leo, il Sole attorno al quale gira tutto un sistema: qualcosa va limato, qualche uomo va cambiato, ma le premesse per la Russia non sono male.

di biagio di biagio

 

ITALIA SENZA BIG — Il nostro Rinascimento invece non arriverà subito come per magia: la strada è lunga, al momento siamo lontani dalle big. Chiesa, novità di una squadra che ha parecchi reduci di San Siro, ci mette 45’ a carburare, il 4-3-3 di Di Biagio si distende solo in contropiede o quando sfruttiamo errori loro. Altrimenti l’inizio della manovra è faticoso. Immobile e Insigne confermano di sentire la maglia azzurra più pesante di quelle cromaticamente simili dei loro club, altri, come Parolo, non sono forse pietre miliari da cui ripartire. Ci manca forse una stella, un trascinatore. Di Biagio parte con una sconfitta: nessuno ha mai detto che il suo fosse mestiere facile.

 

2. FABBRICINI

da gazzetta.it

roberto fabbricini roberto fabbricini

 

Il Commissario straordinario della Federcalcio Roberto Fabbricini dopo la sconfitta con l'Argentina ha affrontato il tema più delicato del pianeta Nazionale, quello del nuovo c.t.: "Ricordiamoci che le persone che stiamo monitorando hanno tutte impegni contrattuali. Non escludiamo nessuno ma ci vuole la serenità di aspettare un po’. Comunque sono convinto che alla fine la scelta sarà buona anche perché abbiamo più tecnici italiani apprezzati all’estero che non giocatori. Credo che potremo far bene dove andiamo a pescare. Ad un c.t. straniero non ci abbiamo mai pensato, anzi sono convinto che la panchina azzurra debba essere di un italiano ma questo è il mio pensiero e io non decido da solo".
 
PAZIENZA — "Deadline? Prima dell’inizio della prossima stagione, non so se a Nizza quando a giugno giocheremo contro la Francia o subito dopo. Dipende molto dalla disponibilità delle persone e dipende anche da queste due partite qui in Inghilterra, senza nulla togliere a chi sta lavorando adesso. Dobbiamo cercare il meglio, e se il meglio emergerà da queste partite saremo contenti. Se dovremo fare altri pensieri, invece, li faremo ma con grande serenità e vorrei che alla fine ci fosse una forma di soddisfazione e di senso d’appartenenza alla squadra che sia generale".

 

 

 

 

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malagò fabbricini malagò fabbricini

 

 

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