BLA BLA BLATTER: "E’ STATO TUTTO UN GRANDE COMPLOTTO. ALLA FINE HANNO FATTO TUTTO GLI AMERICANI. E GLI INGLESI, SOPRATTUTTO GLI INGLESI…" - L'EX PRESIDENTE FIFA PARLA DI PLATINI: "CON LUI C'ERA INTESA, ORA NON LO VEDO PIÙ" – INFANTINO? NEI 2 MESI DOPO LA SUA ELEZIONE VENIVA A CASA MIA. POI NON L' HO PIÙ SENTITO" - POI PARLA DI MONTEZEMOLO E DELLA MANCATA PREMIAZIONE DELL’ITALIA CAMPIONE DEL MONDO NEL 2006

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Guido De Carolis per il Corriere della Sera

sepp blatter sotto una pioggia di dollari a zurigo sepp blatter sotto una pioggia di dollari a zurigo

 

A 81 anni l' ex presidente della Fifa Sepp Blatter è un uomo vissuto sì, ma non piegato dai naturali acciacchi dell' età.

 

«Ho fatto una revisione alla carrozzeria, ma il motore funziona ancora benone», racconta al ristorante Sonnenberg di Zurigo. I recenti interventi a schiena e ginocchio li ha superati meglio della squalifica di 6 anni («Per l' esattezza sono sospeso») per aver violato il codice etico. Sospeso per i 2 milioni di franchi pagati a Michel Platini nel 2011 che hanno rovinato la carriera di entrambi. «È stato tutto un grande complotto, gli americani volevano una testa: la mia, alla fine, l' hanno avuta con il concorso della commissione etica».

 

merkel blatter merkel blatter

Ripartiamo dall' inizio, dal suo ingresso in Fifa. Come ci è arrivato?

«Alla fine del 1974, mi chiama il presidente Havelange. C' erano 11 persone in Fifa, io ero il numero 12, la prima riserva. Avendo giocato a calcio come centravanti non ero abituato a stare in panchina e presto divenni direttore tecnico. Sono un 9 naturale, non essendo molto alto ho usato la testa più per pensare che per segnare».

 

È rimasto fino a settembre 2015, quando è arrivata la prima sospensione. Quarant' anni in Fifa non sono troppi?

blatter putin blatter putin

«Macché, la mia missione non è finita. Alla fine mi ha sospeso un tribunale sportivo, ma tutta l' attività della commissione etica ha lasciato l' impressione che si sia trattato solo di un gigantesco complotto. La giustizia ordinaria non mi ha mosso accuse, alla fine hanno fatto tutto gli americani. E gli inglesi, soprattutto gli inglesi».

 

La doppia assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar ha travolto lei e Platini. Che accadde?

«Il comitato esecutivo aveva un' intesa: la Coppa del Mondo 2018 doveva andare alla Russia, quello dopo agli Usa. Era un ponte ideale: le nazioni che erano state in guerra fredda per anni venivano riunite dal calcio. E invece i piani saltarono».

 

Come? Perché?

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«In Francia comandava Sarkozy che faceva affari con l' allora principe ereditario del Qatar, oggi emiro, Tamim bin Hamad al Thani. I due si vedono all' Eliseo a cena e convocano Platini, allora presidente Uefa e nel comitato esecutivo della Fifa, che sosteneva la doppia assegnazione Russia-Usa. Finito l' incontro Platini mi chiama. "Sepp, ho un problema e se ce l' ho io ce l' hai anche tu. Sarkozy mi ha chiesto di votare per il Qatar e mi ha detto che anche i miei amici devono andare in quella direzione". Non ero d' accordo, alla fine ha vinto il Qatar. Il presidente Obama però non era arrabbiato, perché negli Usa solo il football americano era popolare. Gli inglesi, loro sì che si arrabbiarono e se la presero con me».

 

Scusi, ma gli inglesi erano candidati contro la Russia e si arrabbiarono per il Mondiale perso dagli Usa in favore del Qatar?

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«Furono loro a soffiare sul fuoco, accendendo gli americani. Mi hanno attaccato i politici, poi hanno messo in campo diversi agenti. Non potevano accettare di non aver avuto il Mondiale. "Abbiamo inventato noi il calcio", dicevano. Si sono scordati di aver inventato pure il fair play e accettare la sconfitta».

 

È stato l' investigatore statunitense Michael Garcia, peraltro scelto da lei, a mandare in frantumi la sua presidenza. Fu un errore chiamarlo a indagare sull' assegnazione del doppio Mondiale?

«Forse l' errore che ho fatto è stato metterci un americano».

 

La Commissione etica ha squalificato tutti e poi i giudici della stessa commissione sono stati mandati via mesi fa. Taglio netto con il passato?

«Intanto io e Platini non siamo stati condannati né per corruzione, né per tangenti, ma sospesi per cattiva condotta gestionale. Ma quei 2 milioni la Fifa glieli doveva. Quando sono andato davanti alla commissione etica era come stare davanti all' inquisizione. Poi, dopo, chi aveva addosso il marchio "B" di Blatter è stato mandato via».

 

michel platini sepp blatter 4 michel platini sepp blatter 4

Con Platini vi sentite ancora?

«Non ci sentiamo più da tempo. Siamo stati uniti durante il processo, poi ognuno per sé. Potrei nelle prossime settimane chiedere una revisione del processo».

 

Dopo Blatter e Platini, alla Fifa è arrivato Infantino. Che rapporti ha?

«Nei due mesi dopo la sua elezione veniva a casa mia. La sera mangiavamo pane e salame e un buon bicchiere di vino. Gli chiesi di poter riprendere i miei effetti dall' ufficio e risolvere i problemi personali amministrativi con la Fifa. Mi disse che non c' era problema, poi non l' ho più sentito. La mia roba è ancora lì».

 

blatter e havelange blatter e havelange

Molti calciatori oggi sono nella Fifa, perché con lei non ce n' erano?

«Il calcio ha una base di tifosi di 1,6 miliardi di persone. La Fifa è partita da zero e ora gestisce miliardi. L' Industria del calcio è anche turismo, stadi, spettatori, sponsor: genera ogni anno ricavi per più di 100 miliardi. È lo specchio della vita reale e nella società non esistono solo i giocatori, servono pure gli altri per far funzionare tutto».

Nel nuovo calcio c' è la Var.

 

Lei è sempre stato molto cauto sull' uso della tecnologia, perché?

«Ridurre gli errori è un bene ma toglierli del tutto no, così si perde l' aspetto umano del gioco.

Il rapporto calcio-televisione però è vitale: con la tv il calcio ha raggiunto ogni angolo del pianeta».

 

L' Italia fu tra le prime a beneficiare della moviola nella finale del Mondiale 2006. La testata di Zidane a Materazzi era sfuggita all' arbitro. Fu rivista?

«Lì la tv aiutò molto, sì. Sarebbe stato ingiusto lasciare in campo Zidane».

michel platini sepp blatter 3 michel platini sepp blatter 3

 

Però lei non volle premiare l' Italia campione del mondo, perché?

«Preferisco non tornare ancora su quell' episodio, l' Italia meritava di vincere e questo è tutto».

 

Con l' Italia ha sempre avuto un rapporto tormentato. Qual è il motivo?

«Ma non è così, nel 1997 ricevetti anche il Premio Artemio Franchi. Prima, negli anni 70, ero direttore marketing della Longines, sponsor della Ferrari. Mi portarono a Maranello da Enzo Ferrari: ero un ragazzo, mi mise soggezione. Poi, dopo i Mondiali del '90, ho avuto ottimi rapporti con la famiglia Agnelli e con Montezemolo che, una volta passato in Ferrari, usava mandarmi un biglietto d' auguri con scritto: "Con nostalgia del calcio"».

INFANTINO INFANTINO

 

Però a livello di Federazione non ci ha mai troppo amato, perché?

«Beh, non è che voi amavate troppo me. Quando Havelange decise di ritirarsi nel 1998, Matarrese venne da me, che ero segretario della Fifa, e mi disse: "Sepp ti devi fare da parte". Poiché Havelange era dimissionario, in tre minuti (con una mozione votata all' istante) mi fece fuori dal comitato Fifa. Era metà marzo del 1998, a fine mese mi candidai, sostenuto da Platini.

 

Matarrese tornò: "Eh dai, non facciamo la guerra, accordiamoci". Troppo tardi, dissi. Vincemmo con i voti delle federazioni americane».

 

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Blatter che fa oggi?

«Vive. Accompagnato da una massima che rispetto: se non prendi dei rischi non avrai mai una chance, ma se prendi la chance puoi anche perdere».

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