Giancarlo Dotto per Dagospia
Il giorno dopo insistono un po’ ovunque da Manchester in poi le immagini della banda di Garcia che solfeggia calcio paradisiaco a casa dei campioni d’Inghilterra. Il sospetto forte di una squadra cresciuta nel cortiletto del pallone nostrano più di quanto fosse verosimile immaginare, una bellezza inaudita sotto i cenci della cenerentola.
Pronta, eccome, al ballo principesca, fregandosene di zucche e di mezzenotti, pronta a spernacchiare le quote dei bookmakers che, il giorno dopo, udite udite, la danno ancora a 51, come vincente della Champions. Giochi cento euro, cinque pizze con gli amici, e ne vinci cinquemila e cento.
Ancor più memorabile la Roma Tottimaniaca, al buio della Juventus svista a Madrid, nel solito inferno allestito da belzebù-Simeone. Match tignoso, soffocante, con quelli dell’Atletico trasformati in pitbull, ma Tevez e compagni incapaci di rovesciare la disfatta fisica in superiorità tecnica. Mai tre passaggi di fila. Mai un estro. Mai una soluzione di gioco.
Il calcio italiano in Europa oggi ha solo un manifesto presentabile e si chiama Roma. Occhio, potrebbe essere la grande sorpresa di questa Champions. E’ il trionfo di Rudi Garcia. Il Comunicatore, il Motivatore, lo Psicologo, il Tattico, tanti talenti in un solo uomo, tante suggestioni in una stessa faccia. E’ arrivato a Roma come il sergente che dava la caccia a Zorro. Oggi, è lui Zorro.