CIRO IMMOBILE

Stefano Agresti per il “Corriere della Sera”

 

Lo hanno bocciato. Una volta, due volte, tre volte. No, non hanno mai davvero creduto in Immobile: non è da Juve, dicevano. Non solo quando tornava dai prestiti avendo segnato la miseria di un gol, come accaduto a Siena e a Grosseto, ma anche se riusciva a conquistare il titolo di capocannoniere, fosse questo di serie B (con il Pescara) oppure di serie A (con il Torino).

 

CIRO IMMOBILE E MURGIA

Nessuna impresa era sufficiente per guadagnarsi una maglia bianconera, quella del suo idolo Del Piero, quella che Ciro in totale ha indossato appena in 5 circostanze, quando era un ragazzotto della Primavera, giusto qualche minuto per fare passerella. E ora che lo hanno ceduto, ora che non è più loro, lui si è vendicato.

 

Con uno scatto cattivo sul filo del fuorigioco, con una finta che ha messo fuori causa Buffon e l' ha costretto al fallo (nemmeno ha protestato, Gigi), infine con un rigore perfetto calciato nell' angolo basso. E ancora, a inizio ripresa, con un colpo di testa in anticipo su Barzagli, un colpo da animale d' area. Una doppietta che ha lanciato la Lazio, fino ai fuori d' artificio esplosi attorno al novantesimo.

CIRO IMMOBILE

 

Lo hanno bocciato e lui ha mandato due messaggi straordinari in una notte che sembrava costruita apposta per le stelle della Juve, le nuove come Douglas Costa e Bernardeschi (scalpitanti in panchina) ma ancor più le vecchie, Dybala al debutto con la maglia numero 10 e soprattutto Higuain. Già, Higuain. Nella partita di Immobile, il centravanti che la Juve acquistò dal Sorrento per 90 mila euro esattamente dieci anni fa, l' argentino da 90 milioni di euro si è spento al quinto minuto, con un tiro che Strakosha ha deviato in angolo.

ciro immobile

 

E magari qualcuno si è chiesto dove siano quei tre zeri di differenza, quell' abisso che esiste tra 90 mila e 90 milioni. Fu un altro Ciro, Ferrara, a volere Immobile alla Juve a ogni costo: era il 2007 e se ne innamorò osservandolo una sola volta. Visto e preso. E bianconero è rimasto, tra prestiti e comproprietà, fino a tre anni fa, quando fu spedito al Borussia Dortmund - via Torino - per fare cassa: servivano soldi per prendere Morata, un altro centravanti.

 

Lo hanno bocciato. Tanti, ma non Ventura. Anzi il commissario tecnico lo ha consacrato.

Immobile arrivò al Torino dopo una stagione non buona al Genoa. Era il 2013 e l'allenatore (all' epoca) granata s'inventò la coppia delle meraviglie, Cerci a creare e Ciro a metterla dentro. Uno spettacolo. E chissà come se l' è goduto ieri che ha potuto osservarlo con gli occhi del c.t., seduto nella tribuna dell' Olimpico.

 

Ciro Immobile e Diego Godin

Per uno che deve compiere un miracolo - vincere al Bernabeu per scavalcare la Spagna e prendersi il Mondiale - è davvero incoraggiante sapere che puoi contare su un centravanti così. Uno che segna una doppietta alla Juve, ma anche uno che lotta, sgomita, recupera, si tuffa tra Chiellini e Barzagli con coraggio mentale e prepotenza fisica. Uno che a Madrid è pronto a fare la prima punta però anche a correre per Belotti, il gemello (anche lui ha cominciato benissimo la stagione, con una tripletta, ma in Coppa Italia, al povero Trapani: tutt' altra cosa rispetto alla Juve). Lo hanno bocciato, lui li ha battuti. A volte va così, anche a chi è costato 90 mila euro.