GOLDEN STATE - CLEVELAND: QUARTO ATTO! I WARRIORS SBANCANO HOUSTON TRASCINATI DAI 61 PUNTI DELLA COPPIA DURANT-CURRY E PER IL QUARTO ANNO CONSECUTIVO SFIDERANNO I CAVS DI LEBRON – "KING" JAMES: “CI HANNO DATO PER MORTI TANTE VOLTE, E INVECE SIAMO QUI, ALL' ULTIMO GIRO, SU QUESTE MONTAGNE RUSSE – NEL FUTURO PER LUI CI SONO I LAKERS?

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curry curry

Walter Fuochi per la Repubblica

 

Quarantotto minuti. Dal primo all' ultimo in campo, mai un cambio. Non avendo tirato il fiato per un attimo, mentre vinceva da solo, e per conto dei Cleveland Cavs, la decisiva gara 7 contro Boston, LeBron James va ora all' assalto pure dei record che, prima, neppure si conteggiavano. Non più i punti, non più i rimbalzi, non più gli assist ( comunque un mucchio, al solito: 35 più 15 più 9, l' altra sera), ma quella faustiana sfida al tempo che confina con l' indistruttibilità.

 

LeBron non è solo il più grande, adesso. È una macchina che non si ferma mai, un uomo bionico alimentato da una pila inesauribile. Viene da sorridere pensando a una delle parole magiche del povero basket nostrano. Rotazioni. Se non si è in dodici non si gioca, se si fa un minuto in più si collassa. Avvertite il Re: deve " ruotare". Ma non dev' esserci abituato, se il suo coach Tyronn Lue, nella notte dei sorrisi, ha evocato, ai piedi della sua ennesima « miglior partita in carriera», l' altra prova regina. LBJ ha giocato tutte le 82 gare di stagione regolare. Di solito, in quel pezzo di stagione che conta sì e no, uno normale un po' di ferie se le piglia. Lui no. Aggiunte le 18 di playoff, siamo a 100 tonde. E non è finita.

 

lebron lebron

Il prossimo atto sarà la finale, da giovedì notte. Sarà l' ennesima sfida per infilarsi l' anello Nba, anche se, nella suggestione planetaria, a galoppare forte è un' altra finale, forse quella vera, che i muscoli del Prescelto giocano contro un fantasma immateriale.

Non gli resta che Michael Jordan, da battere nell' altra parte del campo, per la partita della Storia.

 

E già pronunciarla, questa ipotesi di attentare alla intatta sacralità del numero uno, che prima pareva una bestemmia, ne accredita l' attendibilità. Mj lodava sempre la squadra, poi sapeva benissimo d' essere lui a fare la differenza. LeBron lo imita, carezzando la sua vincibile armata con parole simili, e di lui si sa invece che l' ha cambiata, pezzo a pezzo, cento volte. Ci ha vinto partite decisive senza quelli che contano: Kevin Love, la seconda punta, era fuori l' altra notte per una commozione cerebrale. Tanto quello che conta è solo lui.

 

Cleveland giocherà le Finals per il quarto anno consecutivo.

LeBron, dal 2011, non manca mai.

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A 33 anni, saranno le none in carriera, le ottave di fila. Arrivarci con questi Cavs è già stato un prodigio. « Ci hanno dato per morti tante volte, e invece siamo qui, all' ultimo giro, su queste montagne russe. Questa stagione vale almeno come sei». Sarà sfavorito, ma c' è abituato, contro la più bella dell' Ovest, che da qualche anno è un mezzo campionato molto più corazzato dell' Est. Ci stanno le stelle più vivide ( tutte, in pratica, ad eccezione di LBJ) e ci crescono, anche per selezione darwiniana, le squadre più forti. La Nba inizia così a pensare di mescolare le squadre sul tabellone finale dei playoff: non più otto da Est e otto da Ovest, ma le sedici migliori, perché nulla come la prevedibilità allarma i gestori dello sport americano, e la prevedibilità a Est ha appunto la faccia di LeBron, che in finale ci arriva sempre.

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Pure stavolta, quando pareva che Boston avesse tutto per spezzare la catena. Aveva tutto tranne una cosa. LBJ. Così, l' uomo che sovverte le leggi di gravità spingerebbe a ribaltare anche le norme del sistema, da sempre incardinato su Conferences e Divisions. Il dibattito è aperto, la finale Est- Ovest come abbraccio dello stesso grande paese è business trattabile ( anche se non a stretto giro), fino a prefigurare anche una finale tra duellanti uscite dalla stessa conference.

 

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Senonché, la discussione esclude all' oggi certezze e l' uomo bionico si tiene aperte tutte le porte. Potrebbe chiudere qui la sua storia a Cleveland e rinascere altrove con un contratto nuovo, ovviamente esagerato. Da mesi si mormora che potrebbe volare pure lui a Ovest, ad accettare la sfida improba e fascinosa di riacchiappare i Lakers per le loro nobili pezze sul sedere. Ma rimanendo a Est ( magari Philadelphia, dopo Cleveland) la finale sarebbe, da prassi, e con queste regole, una polizza a vita. Dirà lui, al momento giusto, quale sarà la prossima impresa. Non l' ultima, questo mai.

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