IERI, MOGGI JR E DOMANI - ALESSANDRO, FIGLIO DI LUCIANO, SI RACCONTA IN UN LIBRO: "SU CALCIOPOLI AVREI TANTO DA DIRE, IN QUEGLI ANNI C'ERA UNA GUERRA TRA BANDE - MIO PADRE? E’ COME DE NIRO NEL PADRINO - LA D’AMICO? MAI PIU’ VISTA - ZEMAN? FALSO MORALISTA E NON E' NEANCHE COERENTE" - LA REPLICA DEL BOEMO: "LA FAMIGLIA MOGGI NON PUO' DARMI INSEGNAMENTI"

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Carlo Laudisa per la Gazzetta dello Sport

Alessandro Moggi Alessandro Moggi

 

«Gli eventi mi hanno fatto crescere, ma non mi hanno cambiato. Semmai mi hanno migliorato» Alessandro Moggi è «il figlio di» Luciano e ha da poco compiuto 44 anni. Nella sua autobiografia edita da Cairo racconta 20 anni di carriera da agente, iniziata nel '93: cioè sulla cresta dell' onda della Triade.

 

Quando lui era uno dei rampolli della «famigerata» Gea World, crocevia di affari e procure. Con Calciopoli, nel 2006, iniziano i suoi guai e la vita lo mette all' angolo. «A poco più di 30 anni è un pugno in faccia scoprire che il tuo mondo non c' è più. Ti senti perso e magari pensi anche al suicidio. Per fortuna, però, i miei figli mi danno ogni giorno la forza per andare avanti».

 

Quindi ora si sente sereno?

«Sapevo che c' era una guerra tra bande. Così amici e nemici seguivano certe dinamiche. Io ho tessuto una serie di rapporti importanti grazie alla fiducia conquistata nell' ambiente per le relazioni umane e la stima professionale».

Proprio con tutti?

«Beh, con le persone intelligenti sì. Di recente, ad esempio, ho chiarito con Lele Oriali che ai tempi dell' Inter fece pressioni su Materazzi perché cambiasse agente».

 

Anche con Franco Baldini non corre buon sangue.

MOGGI FICO MOGGI FICO

«Nel libro ricordo i fatti legati a Calciopoli. Ciascuno è responsabile delle proprie azioni».

E con Zeman è sempre ai ferri corti?

«Fa il moralista, ma i fatti dicono che non può farlo: come quando venne a Napoli. Aggiungo che non è coerente. Basta rileggere le frasi dure su Sebastiani quando gli preferì Oddo l' anno scorso. Ora è tornato a Pescara come se nulla fosse».

 

Invece ha litigato con Preziosi per il ratto di Lapadula.

«Mi è spiaciuto molto perché gli sono affezionato. Quest' estate il blitz del Milan ha preso tutti in contropiede e per questo motivo sarò sempre pronto per un chiarimento».

Anche con De Laurentiis ci sono alti e bassi.

«Ciascuno sceglie le proprie frequentazioni. Alla lunga bisogna misurare le emozioni per non farsi condizionare nel momento in cui va chiuso un affare. Con il proprietario del Napoli non è facile rapportarsi, lo provano i suoi veti a orologeria, ma le cose vanno e vengono».

 

Luciano e Alessandro Moggi Luciano e Alessandro Moggi

Invece come va con Lotito?

«La puntualità non è il suo forte: come mio padre. A volte ti dà appuntamento alle 19, vai a mangiare e lo vedi dopo cena. Ma lo stimo molto, non è amato da tutti: in Italia ti perdonano tutto tranne il successo».

Che rapporti ha con i colleghi?

«In media buoni, nonostante le naturali gelosie. In Italia c' è una pattuglia di professionisti di livello. Non soffrono i super gettonati Mendes e Raiola».

Il suo bilancio professionale?

ZEMAN ZEMAN

«Sono soddisfatto dei risultati raggiunti. Anche perché sono frutto del mio lavoro. Nel mio mestiere se non hai i numeri ti possono perdonare il primo errore, ma il secondo no. Le parentele non contano».

 

Il suo errore più grande?

«Quando tutto andava a gonfie vele non mi preoccupavo delle voci maligne. All' epoca pensavo che anche la pubblicità negativa facesse gioco. Invece in Tribunale mi è stato obiettato che certe argomentazioni andavano contestate subito. Purtroppo avevano ragione».

Erano gli anni trionfali di Expo Goal a Milano.

ZEMAN ZEMAN

«C' era tutto il bel mondo italiano. Con le sue vanità, il suo provincialismo e i relativi eccessi. Ma c' era un' idea forte che resiste. L' anno scorso eravamo a Londra. Quest' anno saremo a Pechino per esportare il meglio del calcio europeo. Questa è globalizzazione».

 

Ha più rivisto Ilaria D' Amico?

«No. E non aggiungo altro».

Che rapporti ha con suo padre?

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«Ottimi. Lui e mia madre mi hanno educato al meglio. Su Calciopoli è meglio non entrare: avrei troppo da dire».

 

Due figli, una luce nella sua vita.

«Ludovica ha 13 anni e una grande passione per l' equitazione. Vince spesso e ora è alle selezioni per Piazza di Siena. Invece Luciano ha 15 anni, va allo scientifico e fa boxe. Ma soprattutto vive di calcio e vuol fare il procuratore. Io preferisco che studi all' estero, faccia un bel master e scopra il mondo. Questo mestiere è troppo pericoloso. Servono doti particolari. Come dice mio padre, per andare a teatro devi saper recitare».

 

A quale attore paragonerebbe suo padre?

«Direi a De Niro, un big. Del resto c' era anche nel Padrino, no?» (E sorride divertito)

E il figlio di?

«A Tom Cruise. In particolare quello di Mission impossible» (Risatina)

 

Leggiamo che con Raffaella Fico si sente se stesso.

«Stiamo bene insieme».

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Come fa a tenersi in forma?

«Viaggio tanto, è una vita disordinata. Perciò mi sono affidato a un personal trainer: fosse per lui dovrei mangiare tacchino a pranzo, con 6 pasti al giorno.Non ci riesco, ma quando posso mi alleno. E non certo per mostrare i muscoli».

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