INTRIGO SCHWAZER - IL MARCIATORE SQUALIFICATO PER DOPING VOLA A RIO PER DIFENDERSI AL TAS: RISCHIA 8 ANNI DI STOP - IL TECNICO SANDRO DONATI ATTACCA LA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DI ATLETICA: “C'ERA UN PIANO DI ELIMINAZIONE NEI CONFRONTI DI SCHWAZER” - LE TELEFONATE DI MINACCIA RICEVUTE DAL COACH PRIMA DEI MONDIALI DI ROMA - -

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SANDRO DONATI E SCHWAZER SANDRO DONATI E SCHWAZER

Alessandra Retico per “la Repubblica”

 

IN fila davanti alla porta dei due uffici del Tas trasferito da Losanna a Rio, ci sarà anche Alex Schwazer. Il marciatore azzurro squalificato per doping (testosterone) dalla federazione internazionale di atletica (Iaaf) ha un appuntamento il 4 agosto col tribunale arbitrale dello sport, il giorno prima dell’inaugurazione dei Giochi.

 

Il 2 agosto partirà con il suo avvocato Gerhard Brandstaetter e l’allenatore Sandro Donati che, dopo molta riluttanza e scetticismo, ha deciso di imbarcarsi anche lui per il Brasile nonostante pensi che «questa mossa finale di non sentire Alex in Svizzera o in Europa è di un’arroganza e di una viltà senza limiti.

 

La Iaaf ha portato a compimento un piano di eliminazione nei confronti di Alex». I chimici Pieraccini e De Boer seguiranno l’udienza in videoconferenza. Avrà due ore per difendersi. Per far valere le proprie ragioni. Per dimostrare di aver subito un’ingiustizia o addirittura di essere il protagonista di un vero e proprio complotto.

SCHWAZER DONATI SCHWAZER DONATI

 

Le telefonate di minaccia per non far vincere Schwazer ricevute dal coach prima dei mondiali di marcia a Roma a maggio e alla 20 km successiva in Spagna a La Coruna, di cui ieri Repubblica ha dato conto, sono solo un capitolo di una trama che si fa sempre più oscura. Il 31enne altoatesino rischia fino a 8 anni di stop.

 

Molto più che la fine della carriera. Entro le 24 ore successive all’udienza la Corte svizzera, composta da 12 membri e presieduta dall’americano Lenard, darà il responso su Alex. La 50 km che Schwazer vinse a Pechino 2008, è in programma il 19 agosto. Tra un’eternità.

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Il Tas farà gli straordinari a questa Olimpiade: per la prima volta si occupa per lo più di vicende di doping e rispetto a Londra 2012 ha scartoffie per il triplo dei casi. Molti russi, ovvio: contestano la norma varata dal Cio, il comitato olimpico internazionale, che vieta i Giochi agli ex dopati russi anche se hanno scontato la loro pena. Legge che non vale per altri paesi. Sarà possibile anche «imporre sospensioni provvisorie in attesa della conclusione della procedura. Tutte le decisioni potranno essere impugnate» davanti alla divisione ad hoc del Tas a Rio o al Tas di Losanna dopo la fine dei Giochi.

 

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Prima dell’inizio, fuori il siepista azzurro Jamel Chatbi, 32 anni, di origini marocchine. Il Coni che conta adesso 308 azzurri in squadra, lo fa scendere dall’aereo per Rio in accordo con la Federatletica: ha saltato il terzo controllo antidoping. Già nel 2009, il 18 agosto, era stato trovato positivo al clenbuterolo ai mondiali di atletica leggera di Berlino e fu estromesso dalla finale dei 3000 siepi. Squalificato per tre anni, è rientrato in gara nel settembre 2012. Oltre certe siepi, è buio.

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