“FEDERER TOLGA LA BANDIERA SVIZZERA DAL SUO MARCHIO DI SNEAKERS ON” - L’ASSOCIAZIONE CHE TUTELA IL MADE IN SVIZZERA SI SCHIERA CONTRO RE ROGER, CHE NEL SUO PAESE VIENE CONSIDERATO UNA SPECIE DI SANTO LAICO, PER LE SCARPE FABBRICATE IN VIETNAM: “L’AZIENDA PRODUCE ALL’ESTERO, NON PUÒ AVERE L’INSEGNA ELVETICA”. LA REPLICA: “ABBIAMO SEDE A ZURIGO, IL MARCHIO E’ LEGITTIMO”

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Estratto da repubblica.it

FEDERER SCARPE ON FEDERER SCARPE ON

 

L’investimento, insieme ad altri due soci svizzeri, con tanto di quotazione al New York Stock Exchange, del marchio di sneakers On, sta facendo guadagnare altri soldi all’ormai miliardario Roger Federer, ma rischia di appannarne l’immagine. La scorsa settimana la rivista svizzera per i consumatori, K-Tipp, ha pubblicato un articolo denunciando come le calzature, fabbricate in Vietnam, procurino ai proprietari di On guadagni stratosferici, grazie all’abissale differenza tra il costo di produzione e il prezzo di vendita. 

 

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Al riguardo vengono citati i prodotti di Adidas e Puma, che pagano quasi il doppio dell’azienda svizzera, i produttori vietnamiti. Oltre a ciò la pubblicazione per i consumatori se la prende, pure, con la qualità delle sneakers di Federer. “Medici e ortopedici- scrive -criticano l’eccessiva morbidezza delle scarpe, mentre gli acquirenti lamentano tendiniti e rapida usura dei materiali”.

 

Intanto i tre fondatori di On e i due amministratori delegati si sono spartiti, nel 2021, 80 milioni di dollari. Richiesto di un commento da K-Tipp, Roger Federer ha declinato. Dal canto suo, commentando i bassi salari del personale vietnamita, la responsabile degli affari europei di ON, Bianca Pestalozzi, ha dichiarato che “il codice di condotta dell’azienda si basa sulle linee guida dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”.

 

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“Togliete la bandiera”

I guai, però, non finiscono qui. Il quotidiano di Zurigo, Blick, scrive lunedi 22 gennaio che la piccola croce bianca in campo rosso, ovvero l’insegna svizzera, che compare sulle sneakers, è abusiva.

 

Lo sostiene l’associazione Swissness Enforcement, finanziata dall’istituto federale elvetico della Proprietà Intellettuale, che si è assunta il compito di garantire il rispetto delle regole dello “Swiss made” all’estero. “Il fatto che On sviluppi la propria tecnologia in Svizzera, per poi produrre all’estero, non gli consente di affiggere, sulle scarpe sportive, l’insegna svizzera”, afferma David Stärkle, direttore di Swissness Enforcement.

 

La difesa dell’azienda

Da On replicano che è nella sede del marchio, a Zurigo, che “900 collaboratori lavorano allo sviluppo della ricerca”, per la realizzazione delle calzature. Quindi la menzione “Swiss engineering” e l’insegna svizzera sarebbero legittime.

 

 

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