“JANNIK, SEI UN ESEMPIO PER COME HAI LAVORATO IN QUESTI ANNI” – MEDVEDEV SI INCHINA A SINNER: “SONO TRISTE MA ALLA FINE MEGLIO PERDERE IN FINALE CHE NEMMENO ARRIVARCI" – LE PAROLE DELL’AZZURRO: “GRAZIE ALLA MIA FAMIGLIA, VORREI CHE TUTTI QUANTI AVESSERO I GENITORI CHE HO AVUTO IO. NON MI HANNO MAI MESSO SOTTO PRESSIONE E MI HANNO DATO SEMPRE LA POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE” - CHI SONO I GENITORI DEL CAMPIONISSIMO AZZURRO: IL PADRE, CUOCO, E’ NELLO STAFF DEL TENNISTA…

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Estratto da gazzetta.it

 

jannik sinner finale degli australian open jannik sinner finale degli australian open

 

(...) Poi ovviamente i ringraziamenti al team: "Non solo chi è qui ma anche chi è a casa. Grazie perché mi incoraggiate e riuscite a capirmi anche se a volte non è facile. Grazie alla mia famiglia, vorrei che tutti quanti avessero i genitori che ho avuto io.

 

Non mi hanno mai messo sotto pressione e mi hanno dato sempre la possibilità di scegliere". Un pizzico di commozione per Sinner quando parla dei genitori ma subito torna il sorriso del giocherellone: "Sono felice che si giochi qui, perché a casa mia c'è la neve e venti gradi sotto zero... Correre sotto il sole è molto meglio".

 

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 Daniil Medvedev invece cede un'altra finale Slam al quinto set ma non perde il sorriso: "Jannik, hai già vinto tre finali con me, spero che la prossima sarà mia... Scherzi a parte sei cresciuto tanto, sei un esempio per come hai lavorato in questi anni. Io sono triste per aver perso ma alla fine cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno: meglio perdere in finale che nemmeno arrivarci"

 

JANNIK SINNER

Alessandro Mossini per https://corrieredeltrentino.corriere.it/

 

 

Era lo scorso ottobre, quando Sinner - battendo, anche in quel caso - il russo Daniil Medvedev - vinceva il torneo Atp500 di Vienna, al termine di una finale durata oltre tre ore. Aveva festeggiato, Sinner, alzando  il trofeo davanti ai suoi genitori, papà Hanspeter e mamma Siglinde.

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Una rarità vederli entrambi sugli spalti per le partite di Jannik - era successo solo alle Next Gen Finals di Milano del 2019 - che lo ha ricordato anche durante l'intervista con Jim Courier, al termine della semifinale dell'Australian Open.

 

E ora che quel torneo - il primo dello Slam - ora Sinner l'ha vinto, il primo pensiero dopo la vittoria è andato proprio a loro, ai tanti sacrifici fatti («ne ho fatti io ma ne hanno fatti anche loro, lasciare il proprio figlio a 13 anni non è semplicissimo»).

 

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«A Vienna abbiamo fatto colazione insieme per tutta la settimana ed è stato strano perché non succedeva da anni - aveva raccontato dopo la vittoria di ottore  - quando torno a casa, in montagna, non sto mai più di un paio di giorni quindi un’intera settimana di colazioni con i miei è stato diverso, buffo, ma anche bello e speciale»

 

Il rifugio e la cucina

Papà Hanspeter, classe 1964, e mamma Siglinde, di due anni più giovane, lavoravano insieme al Rifugio Fondovalle (Talschlusshütte) in Val Fiscalina: Hanspeter come cuoco, Siglinde come cameriera che accoglie i clienti in sala. Da qualche mese, però, proprio le qualità in cucina di papà Hanspeter lo hanno portato nello staff del tennista come cuoco, per Jannik e per lo staff che lo segue in giro per il mondo:

 

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«É rimasto quarant'anni in cucina, venti dei quali nel rifugio in Val Fiscalina e dai tornei negli Stati Uniti ha iniziato a girare con me. Cucinare è la sua vita e io mi sento felice, abbiamo passato troppo poco tempo insieme e così proviamo a recuperare», raccontò Jannik qualche tempo fa. Mamma Siglinde ora si occupa anche della casa vacanze realizzata nell’appartamento di famiglia a Sesto Pusteria, Haus Sinner.

 

Il fratello

Nella settimana del torneo di Vienna, mamma Siglinde era stata spesso inquadrata dalle telecamere e pareva decisamente in ansia, specie durante la tiratissima finale contro Medvedev.

 

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Una rarità, perché entrambi i genitori sono decisamente riservati. E Siglinde ha spiegato durante il torneo di Wimbledon 2023, dove Sinner è arrivato in semifinale, perché non segua costantemente Jannik: «Non ce la faccio a vederlo, mi viene una cosa qui nello stomaco, per me è troppo». Vale per le partite live, così come per quelle alla tv, specie se sono decisive.

 

La famiglia Sinner - di cui fa parte anche Mark, nato in Russia a Rostov nel 1998 e adottato da Hanspeter e Siglinde quando pensavano di non poter avere figli - è il ritratto della felicità e non solo ora che Jannik è diventato una stella del tennis mondiale.

 

 

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