- MIRACOLO A LE HAVRE – L’IMPERATORE ADRIANO SBARCA IN NORMANDIA: RIPARTE DALLA SECONDA DIVISIONE FRANCESE? – TUTTO DIPENDE DALLA VENDITA DEL CLUB TRANSALPINO E DALLE RICHIESTE ECONOMICHE DEL BRASILIANO FERMO DA SEI MESI -

- L’acquirente del club Maillol ha promesso ai tifosi l’ingaggio del brasiliano che è arrivato a Le Havre per dare il calcio di inizio della partita contro l’Arles: “Sto lavorando molto per farmi trovare pronto. Anche se mi manca il ritmo-partita”…. -

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Francesco Persili per “Dagospia”

 

Miracolo a Le Havre. Non è un film ma un altro capitolo della storia di Adriano. L’ex Imperatore, che non gioca da sei mesi, torna in Europa e potrebbe ripartire dal club più antico di Francia che attualmente milita in seconda divisione. «Sto lavorando molto per farmi trovare pronto. Anche se mi manca il ritmo-partita».

 

adriano leite ribeiro adriano leite ribeiro

L’ex attaccante di Inter, Fiorentina, Parma e Roma conta di rimettersi in forma in poche settimane per convincere il Le Havre a tesserarlo. Ma tutto dipende dalle richieste economiche di Adriano e dal passaggio di proprietà del club da Jean Pierre Louvel all’imprenditore Christophe Maillol che ha promesso ai tifosi l’ingaggio del brasiliano.

«Dal sole di Rio a quello di Le Havre».

 

La società ha raccontato su twitter lo sbarco in Normandia dell’Imperatore. La visita alla città portuale, patrimonio mondiale Unesco, il blu dei fiori di Raymond Quenau e del mare freddo del Nord, il teatro “Le Volcan”, opera di un suo connazionale, l’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, gli autografi e le interviste di rito prima della passerella allo stadio Océane dove Adriano in serata ha dato il calcio d’inizio alla partita tra il Le Havre e l’Arlés vinta dagli uomini di Mombaerts per due a zero.

OSCAR NIEMEYER OSCAR NIEMEYER

 

Dal delirio del Maracanà e di Copacabana all’ «odore di olio e mare che fa Le Havre». Come l’Amerigo di Guccini Adriano ha un sentimento nuovo per casa e madre che in prosa pallonara si chiama voglia di riscatto. Sorride sempre, come quel pomeriggio di quattro anni fa allo stadio Flaminio, quando settemila romanisti accorsero per vederlo col suo faccione tronfio esibire quella sciarpetta (Mo’ te gonfio) e una summa di spensieratezza carioca. «Se mi vedete triste vuol dire che c’è qualcosa che non va».

 

La morte del padre, l’alcol, la depressione gli hanno tolto il sorriso e lasciato in eredità chili in più e troppi graffi sull’anima. Disordine e regresso. È scappato in Brasile ma anche lì ha fatto parlare più per la sua vita notturna che per le sue prodezze in campo. Lussi e miserie. Tristezza e saudade. Ha venduto la villa ed è tornato a vivere in favela. Ha continuato a collezionare flop e notti brave. Con Flamengo, Corinthians e Atletico Paranaense, la solita storia. Lo hanno ritrovato ubriaco in una discoteca di Curitiba e lo hanno messo alla porta. Da Imperatore a ragazzone triste, sic transit gloria im-mundi.

 

Lo hanno avvicinato, addirittura, al Terracina, serie D. Bufala o meno, non se ne è fatto nulla. Adriano ha scacciato le voci di ritiro, si è tenuto in forma – dice lui - grazie ad un preparatore e ora prova a cercare di nuovo fortuna dall’altra parte dell’oceano. Tutto congiura contro di lui: ad iniziare dalle pretese economiche troppo esose in relazione ai suoi recenti fallimenti. Perché il suo trasferimento vada in porto ci vorrebbe un miracolo. Ma se c’è un posto dove i miracoli accadono quello è Le Havre. 

 

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