NON È MAI TROPPO TARDI (PER ALZARE TROFEI) - VI RICORDATE DI FELIPE MELO? QUANDO GIOCAVA IN ITALIA ERA UN "MACELLAIO", MA DA QUANDO È TORNATO IN BRASILE È DIVENTATO UN VINCITORE "SERIALE" - IL 40ENNE CENTROCAMPISTA EX FIORENTINA, JUVE E INTER HA VINTO LA COPA LIBERTADORES (L'EQUIVALENTE SUDAMERICANO DELLA CHAMPIONS LEAGUE) CON IL FLUMINENSE - SI TRATTA DELLA TERZA LIBERTADORES CONQUISTATA DAL BRASILIANO DAL 2020 - DA IBRA A MALDINI, PASSANDO PER MESSI, MILITO E VERON: TUTTI I CALCIATORI CHE HANNO VINTO TROFEI DA "VECCHIETTI"

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Estratto dell'articolo di Luca Pagni per www.repubblica.it

 

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Non succede spesso, perché giocare ad alto livello nel calcio al traguardo degli “anta” è dura, ma succede. E spesso è una storia da raccontare, perché sa di rivincita. Ed è quello che è appena accaduto in Coppa Libertadores, la Champions sudamericana di cui si parla poco e la si vede ancora meno, almeno qui in Europa. Ma che regala sempre racconti da tramandare soprattutto per via orale.

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[…] Felipe Melo, detto il Comandante per il carattere a dir poco impetuoso, ha pianto sia durante i festeggiamenti – che sarebbe normale - sia durante gli inni prima della partita che la sua Fluminense ha vinto contro il Boca. Non una vittoria qualunque e non solo perché ottenuta a 40 anni e cinque mesi. Ma perché una delle squadre più famose del Brasile la Libertadores non l’aveva mai vinta. Una doppia rivincita per un centrocampista che in Italia il segno lo aveva lasciato soprattutto sulle caviglie degli avversari (del resto da giovane praticava il jiu jitsu), portando gli arbitri a estrarre cartellini a raffica, i tifosi avversari a seppellirlo di improperi e i critici di insufficienze in pagella.

 

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a solo in Serie A (Fiorentina, Juventus, Inter) non si è imposto: al Galatasaray ha vinto tutto, così come al suo ritorno in Brasile nel 2017. Un campionato e due Libertadores con il Palmeiras e poi la Coppa alzata il 5 novembre scorso con la maglia a strisce bianca verde e viola della “Flu”. Accanto a lui, tra un pianto e un altro, lo abbracciava Marcelo, tornato solo pochi mesi prima a Rio de Janeiro dall’Europa: ma avendo “solo” 35 anni la sua carriera potrebbe essere ancora lunga. E per chi ha cinque Champions con il Real Madrid nel palmares non si è trattato di una rivincita, semmai di una conferma.

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Ma anche per i campionissimi, vincere a un passo dal ritiro non è sempre così banale. Alla fine di una carriera carica di trofei potrebbe sembrare prassi quasi dovuta. Pensate a Zlatan Ibrahimovic che festeggia sul pullman scoperto del Milan, con il sigaro in bocca, il suo dodicesimo scudetto in quattro diversi campionati europei a 41 anni. Ricordiamoci di Ryan Giggs […] che vince il suo ultimo campionato a 40 anni (e 22 presenze) diventando il calciatore britannico più titolato di sempre (13 scudetti). Poi c’è Lionel Messi che a 36 anni si prende il suo ottavo Pallone d’Oro grazie al mondiale con l’Argentina prima di andare a giocare e segnare - quasi da fermo - in quel luna park per ricchi del campionato di soccer made in Usa.

Ma vincere non è scontato nemmeno per chi si è conquistato un posto nella Walk of Fame, soprattutto se deve sfidare il Destino. Lo sa bene Dino Zoff che a 40 anni e 4 mesi vince il Mondiale ’82 in Spagna […]

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MALDINI E I FANTASMI DI ISTANBUL

E se Paolo Maldini la sera prima di coricarsi non teme di sognare i fantasmi di Istanbul, lo deve a quello che è poi accaduto, sull’altra sponda dell’Egeo due anni dopo[…]

 

MILITO, IL PRINCIPE DI AVELLANEDA

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Non c’è regola che non abbia la sua eccezione. In questo caso, viene dall’Argentina e risponde al nome di Diego Alberto Milito, perché quando vince al limitare della fine carriera è ancora lontano dai 40 anni, ma non troppo. E’ detto el Principe per la sua eleganza, l’incedere regale verso la porta avversaria che si traduce in 255 gol su 606 partite tra i professionisti, ma anche per la sua somiglianza con il grande uruguagio Enzo Francescoli, che aveva lo stesso soprannome. Ma solo due squadre gli permettono di alzare trofei: l’Inter del triplete e il Racing. E qui scatta l’eccezione. Quando Milito, dopo 10 anni in Europa, torna a casa lo fa per una scelta di cuore. Ha “soltanto” 35 anni: avrebbe potuto spiaggiarsi in Arabia per guadagnare gli ultimi milioni, ma preferisce chiudere la carriera per i colori biancazzurri dell’Academia, come viene chiamata la squadra di Avellaneda, regione di Buenos Aires.

 

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[…] Dopo il 1966, ha festeggiato solo due campionati ed entrambi hanno visto tra i protagonisti chi se non Milito. Il primo nel 2001, festeggiato come una liberazione, il secondo vale doppio, forse triplo perché a guidare l’attacco con tutta la sua esperienza maturata in Europa c’è lo stesso Principe di 13 anni prima. Dopo la vittoria ai tifosi potrebbe chiedere qualsiasi cosa ora che non potranno più essere sbeffeggiati a sangue: c’è chi chiede al municipio di intestargli una via, altri che raccolgono fondi per dedicargli una statua in bronzo. […]

 

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E che dire di Juan Sebastian Veron? Non gli è bastato vincere in tre campionati diversi, sulle due sponde dell’Atlantico. Dopo aver giocato negli anni ’80 – con eleganza mista a ferocia determinazione - per lo più in Italia (scudetto con Lazio e Inter), a 31 anni torna all’Estudiantes, la squadra dove aveva esordito da professionista a 18 anni. […] Gioca fino a 39 anni, vincendo due campionati e la Libertadores a quasi 35 anni contro i brasiliani del Cruzeiro: ma soprattutto alzando la coppa come suo padre 39 anni prima.

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 Ma Veron, infaticabile a centrocampo, poteva accontentarsi? A tre anni dal ritiro - e dopo esserne diventato presidente – stacca le scarpette dal chiodo, e indossa per un'unica ultima volta la maglietta a strisce biancorosse dell’Estudiantes. La sua vittoria arriva contro il Barcellona Guayaguil nella fase a gironi della Libertadores: gioca per un’ora e quando viene sostituito alza il suo ultimo trofeo: a 42 anni diviene il calciatore argentino più anziano di sempre in una competizione internazionale. Perché fin quando avrai voglia di correre dietro la palla, saltare l’avversario che ti vuole stendere e respirare l’odore dell’erba, magari appena tagliata, avrai sempre vent’anni.

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