IL PACCO INDONESIANO - SOLLEVAMENTO NERAZZURRO CONTRO QUEL MORTODIFAME DI THOHIR: MAI VISTA UN’INTER PIU’ SGARRUPATA DI QUESTA

Se il futuro dell’Inter made in Thohir è quello di un club che fissa a 2,5 milioni il tetto massimo d’ingaggio per i suoi migliori giocatori, un club che non può nemmeno permettersi di partecipare all’asta per Nainggolan del Cagliari, allora capirete che per i tifosi è notte fonda…

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Paolo Ziliani per Il Fatto

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Aridàtece l'Ernesto! Dove Ernesto sta per Pellegrini, lo spernacchiato presidente dell'Inter che l'Avvocato definì "il nostro cuoco" per via delle mense Pellegrini (fornitrici dei pasti agli operai Fiat) e che tra il 1984 e il 1995, pur scontrandosi con la corazzata del Milan berlusconiano, riuscì a vincere lo scudetto-record dei 58 punti di Trapattoni e due Coppe Uefa portando a Milano campioni come Rummenigge e Bergkamp, Matthäus e Brehme, Berti e Diaz, Passarella e Klinsmann.

Aridàtece l'Ernesto!, cominciano a dire i tifosi nerazzurri dopo che il tanto strombazzato passaggio di consegne Moratti-Thohir sta sortendo il seguente effetto: Inter sesta in classifica a -18 dalla Juventus e a -8 dalla zona Champions, fuori dalla Coppa Italia e ferma-immobile sul fronte mercato.

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Insomma: se il futuro dell'Inter made in Thohir, allo schiudersi dell'anno di grazia 2014, è quello di un club che fissa a 2,5 milioni il tetto massimo d'ingaggio per i suoi migliori giocatori (per capirci: una scartina come Van der Meyde, l'olandese con la moglie amante dei cammelli, guadagnava di più), un club che non può nemmeno permettersi di partecipare all'asta per Nainggolan del Cagliari, allora capirete che per i tifosi è notte fonda.

"Vorrei che l'Inter assomigliasse all'Ajax e all'Arsenal", dice e ripete Thohir citando due club che fanno della politica dei giovani il loro primo comandamento. Peccato che mentre E.T. straparla di tulipani e lancieri, l'età dei nerazzurri sconfitti a Udine ed eliminati in Coppa Italia era la seguente: Carrizo 29 anni, Andreolli 27, Samuel 35, Campagnaro 33, Zanetti 40, Guarin 27, Mudingayi 32, Kuzmanovic 26, Nagatomo 27, Kovacic 19, Milito 34.

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Ricapitolando: nell'Inter che aspira a diventare l'Arsenal de noantri c'erano un quarantenne, tre ultratrentenni e a parte Kovacic (l'unico baby) il più giovane in campo rispondeva al nome di Kuzmanovic, stagionato pippone serbo di 26 anni. Media: 29,9, mentre Ajax e Arsenal a malapena raggiungono i 22-23.

Domanda: qual è dunque il Progetto? Se i giovani avessero un minimo d'importanza, nella visione del club nerazzurro, oggi, accanto ai talenti di Palacio, Handanovic, Guarin e pochi altri giocherebbero Destro e Santon, Biabiany e Balotelli, Bonucci e Viviano, Benassi e Coutinho, Donati e Bardi, Kucka e Poli, tutti ragazzi che l'Inter ha invece scelleratamente disperso per fare spazio ai Pereira, agli Schelotto e alle mille costose bufale di ieri e di oggi.

E così, mentre Thohir vede le partite alle 3 di notte a Giacarta, Branca e Fassone languono in sede senza sapere che pesci pigliare, nessuno in Corso Vittorio Emanuele ci capisce più nulla - e i tifosi sparsi per la Penisola men che meno - e tutti si domandano perché Thohir abbia comprato l'Inter, e perché Moratti gliel'abbia ceduta (forse medita di ricomprarla al doppio del prezzo di vendita), la nebbia ha cominciato a cingere d'assedio anche la Pinetina: un Mazzarri deluso e incattivito avrebbe dato mandato a Bozzo, il consulente che trattò con Moratti e Branca il suo passaggio all'Inter, di raggiungere Londra per provare a mettere le basi a un clamoroso trasferimento al Tottenham (dove lavora Baldini), club ambitissimo dopo il super flop di Vilas Boas (per la cronaca: anche Mancini, cui il Galatasaray dopo la qualificazione-miracolo in Champions non vuole regalare rinforzi, ha già fatto sapere di essere disponibile a un ritorno in Premier, giust'appunto al Tottenham).

Come si dice in questi casi, chi vivrà vedrà. Di certo, mentre a Milano va in onda il remake di Mio Dio some siamo caduti in basso!, con il Milan in vantaggio di un'allungatura grazie allo splendido momento di forma della strana coppia Galliani-Barbara, al povero Andrea Stramaccioni, che un anno fa - dopo essere stato presentato al mondo come la reincarnazione di Mourinho - con mano sicura condusse l'Inter alla Waterloo di un nono posto in classifica a -2 dal Catania (sic), andrebbe dato sia pure fuori tempo massimo l'onore delle armi. Perché l'Inter di Mazzarri fa pena esattamente come quella di Stramaccioni. Per adesso, l'unica certezza è questa.

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