PELLE’ DA’ UNA MANO ALL’ITALIA - LA NAZIONALE BATTE MALTA CON UN GOL IRREGOLARE - SCONCERTI: “MANCA CHI SAPPIA SALTARE L’UOMO. PELLE’? UNA CONTROFIGURA SELVATICA DI GRAZIANI”- MURA: “IL SASSUOLO A MALTA AVREBBE FATTO ALMENO 2 GOL” -

Mura: “Brutta Italia, brutta partita, e come succede spesso ci si deve accontentare di un risultato stretto, come all’andata firmato da Pellè. Con l’aggiunta di un braccio malandrino. La svolta: l’ingresso di Candreva” - Sconcerti: “Le vere emozioni le ha date Trapattoni come seconda voce Rai. Nel suo slang italo-tecnico ha dato opinioni non sempre chiarissime ma di cui era chiaro almeno che ci si poteva fidare”... -

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1. AVVERSARI COME MALTA VANNO SEMPRE PRESERVATI

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Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

Le partite con Malta somigliano sempre alle partite di tanti anni fa, gli indiani contro il generale Custer, ma non è ancora il tempo di Toro Seduto. I progressi tattici di Malta, non a caso allenata da un italiano, Ghedin, ottengono solo di far giocar male gli avversari, non di fare risultato. Dispiace quasi quando Pellè trova il colpo di mano, perché gli avversari sono una specie in via di estinzione, andrebbero protetti come le conifere dell’Alaska, sono generosi e ingenui, corrono, lottano come da leggenda, e alla fine, secondo destino, perdono. In questo caso pure con un gol da annullare.

 

Meglio per l’Italia che adesso si ritrova in testa al girone, abbastanza qualificata da confermare che Conte, con il poco che ha, ha fatto comunque un buon lavoro. Impossibile in queste partite dare un giudizio tecnico. Però Pirlo ha mantenuto in modo leggero la sua differenza. È l’unico a verticalizzare di prima, a sbagliare pochi palloni. Non è mai decisivo ma presente.

 

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Verratti ha tanto talento ma si diverte a ridurlo. Non gioca mai veloce, cerca il colpo vincente in ogni contrasto. L’abbiamo scambiato per il nuovo Pirlo ma è un’altra cosa. Pirlo gioca di prima, Verratti di terza. Ha ancora la convinzione che il calcio sia un divertimento, quindi cerca il numero e spreca tempi di gioco. In questo non l’aiuta lavorare in Francia, terra dove il numero è un effetto, non un confine. Non è Verratti comunque il limite, manca chi sappia saltare l’uomo, chi renda facile il difficile. Non è un caso che il gol venga da un cross di Candreva, uno che queste cose le sa.

 

Pellè è il segno dei tempi. Una controfigura selvatica di Graziani. Però meno male che esiste, che porta forza in un calcio italiano anemico. Malta esalta i nostri problemi e ci regala alla fine i tre punti doverosi. Lo stadio di Firenze si conferma un vecchio talismano: con quello di Bari è l’unico fra le grandi città dove l’Italia non ha mai perso. E sono ormai 26 partite, un campionato quasi intero. Le vere emozioni le ha date Trapattoni come seconda voce Rai. Nel suo slang italo-tecnico ha dato opinioni non sempre chiarissime ma di cui era chiaro almeno che ci si poteva fidare. 

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2. IL SASSUOLO NE AVREBBE SEGNATI ALMENO DUE

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

Brutta Italia, brutta partita, e come succede spesso ci si deve accontentare di un risultato stretto, come all’andata firmato da Pellè. Con l’aggiunta di un braccio malandrino, ma è giusto che a segnare, come all’andata, fosse uno di quelli che si sono più impegnati. Che Malta giocasse in difesa non era una novità, e non si vede perché e come avrebbe dovuto fare altrimenti. Non posso dimostrarlo, ma sono convinto che il Sassuolo almeno due gol a Malta li farebbe.

 

Un Sassuolo con pochissimi stranieri. Questo ci porta alla solita, grande attenuante per Conte: più stranieri che italiani nel campionato italiano, reclutamento più difficile che in passato, insomma la solita musica. Questo non toglie che contro Malta l’Italia dovrebbe giocare meglio, a cominciare dall’approccio, ieri troppo molle, alla partita. Come se le buone notizie dell’Azerbaigian avessero portato più camomilla, e quanta, che peperoncino.

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La svolta: l’ingresso di Candreva. Fin lì, un centrocampo senza fantasia aveva puntato tutto sul lancio per Pellè, e poi si sarebbe visto. Nella zona di Pellè, inevitabilmente, finivano per accentrarsi Gabbiadini (di buono solo una traversa) e Eder, partito bene e poi calato alla distanza. In sostanza, era un tridente solo sulla carta. Candreva, oltre al cross che ha portato all’uno a zero, è rimasto nella sua zona, giovandosi dell’appoggio di un Darmian molto migliorato rispetto a un primo tempo anonimo, con pochissime avanzate.

 

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Una piccola scossa alla noia è venuta dal gol norvegese. Non era una bella notizia, questa. Significava complicarsi la vita, per l’Italia. E allora è arrivata la reazione, una pressione più convinta, un risultato che porta la squadra di Conte in testa alla classifica del girone. E non è un girone difficile, ma può sempre scapparci una sorpresa.

 

Malta, che Ghedin aveva disposto in modo ordinato, sulla carta era troppo debole per creare problemi a Buffon. Ma qualcuno, quelle poche volte che ha portato la sua manovra oltre la metà campo, è riuscita a crearlo, con il suo solo attaccante, un nigeriano naturalizzato, molto veloce.

 

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Con la Bulgaria, fatte le debite proporzioni, sarà una partita molto simile a quella di Firenze. Da elogiare la pazienza del pubblico. C’è da sperare che non passino settanta minuti prima di vedere l’Italia in gol. Questa vittoria è la prima del 2015. Tanto vale accontentarsi, senza dar fiato alle trombe.

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