PER UN PUGNO DI PETRODOLLARI - I VERGOGNOSI FISCHI DEI TIFOSI ARABI DURANTE IL MINUTO DI SILENZIO IN ONORE DI GIGI RIVA IN FINALE DI SUPERCOPPA SONO LA CONFERMA DELLA DISTANZA TRA L'ITALIA E L'ARABIA SAUDITA (E NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA CALCISTICO) - GLI ARABI PERCEPISCONO IL RICORDO DEI MORTI COME QUALCOSA DI CULTURALMENTE ESTRANEO E SE NE FOTTONO DELLE USANZE ALTRUI. E SIAMO NOI CHE DOBBIAMO ADATTARCI AI "NUOVI PADRONI"

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fischi durante il minuto di silenzio in onore di gigi riva fischi durante il minuto di silenzio in onore di gigi riva

Estratto dell'articolo di Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera

 

Ci sono momenti che pesano più di altri e diventano simbolici: sentire i fischi dello stadio di Riad nel minuto di silenzio per Gigi Riva è uno di quelli. Una settimana prima in quello stadio era accaduta la stessa cosa per Beckenbauer prima di Atletico-Real, semifinale di Supercoppa di Spagna.

 

fischi durante il minuto di silenzio in onore di gigi riva fischi durante il minuto di silenzio in onore di gigi riva

E forse, forti di quel precedente, si potevano anche fare scelte diverse, meno emotive, anche se giudicare certe situazioni a freddo è sempre troppo facile. […] il nostro ricordo dei morti da loro viene percepito come qualcosa di culturalmente estraneo e i fischi di lunedì sera sottolineano questa differenza, senza timori di creare dispiacere all’ospite e senza la volontà di venire incontro alle usanze altrui, anche se i social arabi si sono spaccati su questa vicenda.

 

Andare a giocare in mercati nuovi, così distanti non solo dal punto di vista calcistico, comporta anche questi rischi, profumatamente pagati, addirittura 23 milioni di euro per le 3 partite disputate. L’effetto però è straniante, anche perché coinvolge proprio il ricordo del campione italiano che più di ogni altro non ha mai voluto vendersi al miglior offerente.

fischi durante il minuto di silenzio in onore di gigi riva fischi durante il minuto di silenzio in onore di gigi riva

 

 E dà l’immagine di un calcio che prova ad esportare la propria immagine a dispetto di tutto (il «prendi i soldi e scappa» evocato da Sarri) cambiando data del mini torneo a stagione in corso, giocando poi una semifinale con cinquemila spettatori. […] Il nostro calcio ha il diritto di trovare nuove fonti di guadagno, ma ha anche il dovere di non tradire la propria anima.

 

 

 

 

 

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