ROMA A PUTTANE - DOPO LO STOP, LO STRIP: NOTTE A LUCI ROSSE IN UN NIGHT PER UN GRUPPO DI GIOCATORI CAPITANATO DA BORRIELLO (TOTTI NON C’ERA) - GARCIA SOTTO ACCUSA PER IL CALO DEL SECONDO TEMPO E PER IL CAMBIO DI STROOTMAN - RETROMARCIA DI DE SANCTIS: “COLPA MIA SUL GOL DEL CSKA”

Da un sito russo il post partita contro il Cska: giocatori e dirigenti in un locale notturno - Il club: “Una goliardata” - De Rossi, secondo il sito, ha raccontato: “Alcuni compagni hanno deciso di venire qui ma io non ho fatto nulla di male, non ho neanche bevuto” - Tifosi tra rabbia e ironia (“Borriello portace ‘a donne”)...

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1. ROMA IL KO DEL GIORNO DOPO

Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera

 

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Mai lontana dalle polemiche, la Roma sa da sempre come complicarsi la vita. La trasferta di Mosca non ha fatto eccezione. Sul campo. Prendendo il gollonzo al 93’ contro il Cska i giallorossi hanno bruciato un bel vantaggio: qualificarsi sicuramente anche con un pareggio nell’ultima gara del girone, il 10 dicembre, all’Olimpico, contro il Manchester City.

Fuori dal campo.

 

Il sito di gossip russo Super.ru ha pubblicato l’indiscrezione, con tanto di foto, della visita di un gruppo di giocatori giallorossi a uno strip club, a tarda notte. Una «goliardata», secondo il club. Un comportamento che non ha nulla di illecito ma che non è piaciuto ai tifosi. 
 

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All’Arena Khimki si è vista una Roma capace di andare in gol, di creare due altre clamorose occasioni ma anche di ricadere in vecchi errori. Il problema non è essere arretrati troppo — il gol dei russi nasce semmai da un pallone che doveva essere giocato all’indietro anziché in avanti — ma non riuscire più a far partire l’azione «pulita» dalla difesa. Un dato della gara di Mosca è significativo: 49 respinte contro le 12 dei russi. Soprattutto nella ripresa la Roma ha calato il possesso palla e il Cska ha potuto attaccare con continuità, anche se con scarsa pericolosità. 
 

Il problema è che è partito il vero pericolo nell’ambiente romano: lo scaricabarile. La difesa di De Sanctis («Quella situazione non doveva esistere. Al 92’ e 50” dovevamo tenere palla. Se mi volete tirare in mezzo su questa cosa mi arrabbio parecchio, perché non c’entra la reattività e avevo tre difensori davanti») non ha fatto piacere a molti compagni.

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Tanto che il portiere, ieri, ha detto all’ Ansa : «Avendo rivisto la partita, e in particolare l’azione che ha portato al pareggio del Cska, devo correggere il pensiero espresso subito dopo la gara e assumermi precise responsabilità; avrei potuto intuire che la palla sarebbe potuta passare e intervenire di conseguenza». 
 

Garcia è finito sotto accusa per aver fatto entrare in campo Strootman, ancora lontano dalla miglior condizione, e proprio l’olandese, con Iturbe, ha perduto il pallone decisivo.

 

Negli spogliatoi Kevin, sconsolato, è stato rincuorato da molti compagni. Dopo aver criticato Ljajic per mesi, adesso che il serbo sta giocando benissimo, la critica tra radio e social network dubita di Gervinho (non segna in trasferta dal 22 marzo, Chievo-Roma 0-2) e crede che 28 milioni per Iturbe siano stati una follia. È finito nel mirino pure il d.s. Sabatini per gli acquisti di Paredes, Uçan e Sanabria, mai utilizzati. 
 

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Non ha aiutato la ricostruzione del dopo partita. I giallorossi sono tornati in hotel ma, attorno alle 2 di notte, sono usciti in taxi per girare la città. Dopo qualche foto sulla piazza Rossa, alcuni giocatori si sono recati al «Gold Egoist». Il sito ha pubblicato una serie di foto, giocando anche sull’equivoco: alcune erano state scattate in albergo (Totti), altre sulla piazza Rossa (De Rossi, Astori), altre ancora all’ingresso del club (Borriello).

 

Nella «mischia» del pettegolezzo, così, sono finiti un po’ tutti, dai giovani come Nainggolan, Ljajic, Strootman, Iturbe, Pjanic agli anziani, compresi alcuni dirigenti. De Rossi, secondo il sito, ha raccontato: «Volevo fare una passeggiata, poi alcuni compagni hanno deciso di venire qui ma non ho fatto niente di male, non ho nemmeno bevuto». Dichiarazioni vere o di fantasia?

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Quando vengono sparate sui social network non importa più. A Mosca, dopo una certa ora, i locali aperti sono solo quelli, anche per chi vuole bere una Coca Cola, e chi cerca qualcosa di segreto non va in giro con la tuta della Roma. È vero anche, però, che Garcia, a inizio stagione, aveva avvisato: «Bisogna fare bene l’allenamento “invisibile” per giocare ogni tre giorni». Anche con la gestione Luis Enrique, dopo una sconfitta in Coppa Italia contro la Juve, una festa troppo «agitata» creò un problema. In una frase: si poteva evitare. 

 

2. AIUTO, LA ROMA S’è SQUAGLIATA - E LA COLPA è ANCHE DI GARCIA

Marcello Di Dio per “il Giornale

 

Un pareggio che fa male, forse ancora peggio della batosta subita dal Bayern in casa. Il paragone più brillante e indicativo della beffa di Mosca l'ha dato Francesco Totti, che nel gelo russo stava per risultare decisivo come nella campagna in terra d'Albione a fine settembre. «È come aver preso un cazzotto da Tyson, una grande squadra deve saper gestire il vantaggio», la riflessione dal retrogusto amaro del capitano.

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Per sviluppare gli anticorpi della Champions, svaniti dopo troppi anni di non partecipazioni e impossibili da far crescere nell'asettico campionato italiano, servono forti dosi di vaccino. Ma regalare 75 metri di campo per quasi un tempo a un avversario inferiore dal punto di vista tecnico, fa rischiare beffe e figuracce. Altro che vaccinazioni, si rischiano fortissimi mal di testa dopo il febbrone rimediato nella disfatta con il Bayern.
 

Partendo dal presupposto che l'ultima sfida del girone con il City è stata sempre considerata la partita chiave sin dall'avvio dell'avventura, i mal di pancia dei big della squadra sono un segnale che alcune certezze che parevano consolidate si stanno piano piano sfaldando. E purtroppo non solo da martedì. Lo dicono i cazzotti, quelli veri, dei giocatori agli armadietti degli spogliatoi pochi minuti dopo il gol beffa di Valery Berezutski.

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Lo dicono le dichiarazioni dei protagonisti, dal Florenzi lucidissimo in campo pur da estemporaneo esterno destro di difesa («ce lo siamo meritati, nel secondo tempo siamo stati troppo dietro») al De Sanctis salito immediatamente sul banco degli imputati per il gol incassato («ma ora non dite che è colpa mia perché mi incaz... di brutto, ho inutilmente urlato alla squadra di salire»). E se si considerano le tre occasioni fallite, il minimo sindacale per anelare a una vittoria in Champions, c'è da aspettarsi qualche panno sporco da lavare in casa e non in pubblico come ha fatto il portiere giallorosso, che pure qualche colpo a vuoto - complice forse una condizione non al top - lo sta mostrando.
Nel mirino finiscono anche le scelte di Garcia, incapace di sferzare una squadra che con il passare dei minuti stava paurosamente arretrando nella sua metà campo e forse colpevole di aver buttato nella mischia uno Strootman ancora non al meglio in un finale che poteva regalare qualche brutta sorpresa.

 

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L'atteggiamento del gruppo in campo è parso sbagliato e da qui nasce la critica costruttiva di Totti: il voler speculare sulla difesa, costretta a un superlavoro, senza per altro innescare efficaci ripartenze (con le punte che hanno assistito poco i compagni e raramente hanno azzeccato passaggi o dribbling) è stato l'errore più clamoroso del pomeriggio gelato di Mosca.
 

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Da tempo, come si è visto nelle ultime uscite, la Roma ha perso alcune caratteristiche del suo gioco, dalla velocità alla brillantezza passando per la precisione dei passaggi. E se il passaggio del turno nel gruppo europeo forse più difficile è ancora possibile - potrebbe bastare anche un pari se il Cska farà lo stesso risultato a Monaco, sta a Garcia iniziare a pensare a un possibile cambio di rotta.

 

Già dalla partita con l'Inter di Mancini, un test probante che cade a pennello. In attesa che si torni nella scuola dei grandi per l'esame più importante dell'era americana. Magari con un'infermeria meno piena (fondamentale il recupero di Maicon, ammesso che si sia creata una vera spaccatura tra lui e lo staff di Garcia sul lavoro approntato per il brasiliano) e una ritrovata fiducia nei propri mezzi.

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