BABY ARTISTI, GRANDE BLUFF – LA LISTA DI BAMBINI CONSIDERATI NUOVI FENOMENI DELL'ARTE È SEMPRE PIÙ LUNGA. DA ANDRES VALENCIA, IL “LITTLE PICASSO” DI 11 ANNI, I CUI DIPINTI SI VENDONO A 200MILA DOLLARI L'UNO, FINO AD AELITA ANDRÈ, RITENUTA DA ALCUNI UNA RIAPPARIZIONE MISTICA DI JACKSON POLLOCK – ANTONIO RIELLO: “SONO SOSTANZIALMENTE TIPICHE ATTRAZIONI TELEVISIVE (UN TEMPO SI SAREBBE DETTO ‘DA CIRCO’) CHE RIEMPIONO GLI STANCHI VARIETÀ DEL SABATO SERA"

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Antonio Riello per Dagospia

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Cosa accomuna cantanti famosissimi, star del cinema, personalità politiche e bambini? Il quesito parrebbe l’incipit di qualche barzelletta, ma la domanda ha una reale consistenza. E c’è anche la risposta: la voglia matta di diventare pittori di successo.

 

Andres Valencia è un ragazzino di 11 anni che vive a San Diego con i genitori e una sorella. Nell’ultima edizione di Art Miami ha fatto parlare molto di sé. La Chase Contemporary Gallery di New York ha portato nella fiera i suoi dipinti: hanno fatto furore. Bernie Chase, il gallerista in questione, è un ricco venditore di auto di lusso con la passione per l'Arte ed è molto ben introdotto nel jet-set  Americano (rappresenta tra l'altro anche Ronnie Wood, il bassiste dei Rolling Stones che disegna e dipinge assai). 

 

A Miami l’attrice Sofia Vergara si è accaparrata una tela di Andres e così ha fatto pure Jordan Belfort (un finanziere assai tosto, noto emblematicamente come “Il lupo di Wall Street”). La scorsa Estate il ragazzino ha venduto a New York la bellezza di 35 dipinti (tra i 50.000 e i 125.000 dollari). Due lavori sono andati in asta: uno a 159.000 e l’altro a 230.000 dollari. Ormai il prezzo per una sua tela di medie dimensioni si aggira sui 200.000. Un nuovo eroe del mercato dell’arte.

 

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Mamma Elsa e babbo Lupe sono fieri di Andres. La stampa Americana lo chiama “il piccolo Picasso” (piccolo nel senso della statura) e in effetti nei suoi quadri si intravede una considerevole somiglianza con il periodo cubista del grande Pablo. Questo è innegabile. Ma scopiazzare un grande artista non rappresenta certo un elemento di qualità e tantomeno di originalità (sempre che qualcuno non creda davvero che il piccolo Andres sia il corpo dove si è reincarnato il nobile spirito del creatore di Guernica). In un'intervista il giovanissimo artista racconta (e sembra sincero) di essere stato incantato dall’Arte guardando dei filmati online.

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Dice che i suoi eroi sono Modigliani, Botero, Braque e (inevitabilmente) Picasso. Pochissimi Musei e tanto You-tube insomma, in fondo tutto questo suona normalissimo per la sua età. Lui comunque sostiene di dipingere per puro divertimento (un divertimento ben ricompensato si direbbe) e di avere sempre disegnato fin da piccolissimo alla “maniera cubista”.

 

Curiosamente molti suoi ritratti riecheggiano facce da gangster stile film Americani anni 30/40. La madre sostiene che in casa nessuno guarda mai quel genere di film, dove Andres avrà dunque tratto la sua geniale ispirazione? E se semplicemente se li guardasse, da solo, su You-Tube? Meno misteriosa (e in fondo anche divertente) è la serie di ritratti cubisti legati direttamente ai personaggi dei Pokemon. 

 

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Ma perché tanto concreto e clamoroso interesse da parte dei collezionisti? I bimbi fanno in genere tenerezza (dato di fatto comportamentale, vero soprattutto per il pubblico femminile). In particolare i bambini-prodigio, dalla musica allo sport, garantiscono audience empatici e cori di approvante meraviglia. In ogni caso nel'immaginario collettivo vige questa regola: più il soggetto è irregolare (fuori dagli schemi comuni, improbabile e magari dotato di una anarcoide innocenza) e più sembra interessante per le esigenze dell'Arte Contemporanea.

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Una creatura di pochi anni è il candidato perfetto per questo tipo di cliché. Inoltre l'infanzia dell'artista, fin dai tempi di Giotto (la leggenda narra che da giovane pastorello disegnasse magnificamente le pecore sulla terra e Cimabue passando di lì lo abbia scoperto come artista) funziona come un classico intramontabile. E' bene non dimenticare inoltre che c’è sempre pronto dietro l’angolo un qualche affarista/mercante di turno alla ricerca di un fresco fenomeno da baraccone da poter spremere come un limone (il film "Bravissimo" del 1955, con Alberto Sordi, già ce lo ribadiva).

 

Come del resto il Mondo è pieno di genitori (non sempre totalmente disinteressati e talvolta animati da straripante zelo fanatico) pronti ad “amministrare opportunamente e con il dovuto rigore il grande talento dei propri pargoli”. E infatti Andres non è solo, la lista dei fenomeni è considerevole e in aumento.

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Iniziamo da Aelita Andrè. Di origine Australiana con ascendenze russe è considerata la capostipite di questa generazione di baby-artisti (ha iniziato quasi in fasce). Chi la considera una riapparizione mistica di Jackson Pollock e chi parla di Espressionismo Astratto con degli (inspiegabili) elementi magico-esoterici (Espressionismo Magico appunto). E c'è anche chi ha scomodato Joan Mirò. Molti altri, latitanti di cultura artistica, se la cavano coinvolgendo l'inconscio collettivo di Carl Gustav Jung.

 

Aelita sembra sia pure dotata di talento musicale, ma in ogni caso le quotazioni sono più ragionevoli e in linea con la realtà: vende sui 6.000 Dollari. Nel film "La Grande Bellezza" la sua storia diventa quella della piccola e inquietante pittrice Carmelina, ruolo magistralmente recitato da Francesca Amodio.

 

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La Californiana Lola June, viene invece considerata l'emula (non si sa mai in questi casi quanta consapevolezza di ciò ci sia davvero) di Cy Twombly. Un'altra bambina molto normale che viene sbandierata come fosse una fuoriclasse, una campionessa dell'Arte Contemporanea.

 

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Xeo Chu, è un quindicenne Vietnamita che già vende i propri lavori sui 150.000 Dollari. Non disdegna di produrre anche opere NFT. Anche nel suo caso si spende (senza alcun ragionevole fondamento) una qualche sorta di affinità con Pollock.

 

Advait Kolarkar ha 8 anni e vive in India. Espone a New York e a Londra dove stravende. Bisogna mettersi in lista per comperare le sue creazioni. Ha una bella faccia da monello spregiudicato.

 

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Benyamin Ahmed vive a Londra. Tredicenne, lavora esclusivamente creando opere in formato NFT. Sembra che fino ad ora abbia guadagnato più di un milione di Sterline. Un genietto del computer con un certo gusto estetico. Sa come saziare il gusto di molti pseudo-investitori e ha già ampiamente digerito tutti i trucchi del mestiere dell'artista professionista.

 

Elisabeth Anisimow, 9 anni, vive a di Los Angeles. Realizza dei tableau vivant che poi trasforma in edizioni fotografiche. Un prodotto piuttosto raffinato il suo. Viene però il dubbio, almeno in qualche occasione, che ci sia un ambiguo ammiccare a possibili tendenze cripto-pedofile di parte dei suoi clienti. In una intervista dichiara che tiene da parte quello che guadagna per potersi pagare un giorno gli studi all'Università della Sorbona di Parigi. Almeno è saggia.

 

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Le Arti visive con tutta probabilità non c'entrano molto con questi simpatici personaggi. Sono sostanzialmente tipiche attrazioni televisive (un tempo si sarebbe detto "da Circo") che riempiono gli stanchi varietà del sabato sera. Come gli imitatori in miniatura dei cantanti, dei musicisti e degli attori danno semplicemente spettacolo. A volte però, l'enorme quantità Kitsch che emana dalle loro esibizioni riesce a diventare materia di grande interesse per chi si occupa di Critica e Sociologia dell'Arte. 

 

 

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