COGITO ERGO ARREDO - LA VITA E LE CREAZIONI DEL DECORATORE D’INTERNI, FEDERICO FORQUET, RACCONTATE IN UN LIBRO - “RICORDO QUELLA VOLTA CHE, PER UN ABITO DI ALLEGRA AGNELLI, CREAI UN MOTIVO A RIGHE IN SBIECO TRA LE QUALI SI INTRAVEDEVA UN EFFETTO PANTERA. È SEMPRE STATA UNA CONVINTA ANIMALISTA E FU UNO SFORZO SOVRUMANO FARGLIELO ACCETTARE…” - I COMPLIMENTI DI ANDY WARHOL, I CONSIGLI DI PAOLA DEL BELGIO, IL RAPPORTO CON GIULIA MARIA CRESPI

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Silvia Nani per il “Corriere della Sera”

 

federico forquet federico forquet

Il sorriso gli illumina gli occhi rivelando entusiasmo e gioia di vivere. Così Federico Forquet, mezzo secolo da arredatore dopo un inizio folgorante come couturier, ci accoglie nel suo appartamento romano, un'altana di un palazzo umbertino a pochi passi dal Tevere. «Adoro questa luce. Da una camera all'altra, nelle varie ore la vedo cambiare. E poi il panorama, da un lato il Pincio, dall'altro il Gianicolo. Guardi da qui che vista sul Cupolone!», dice, mostrando nella sua stanza il letto messo in diagonale, «Una posizione bizzarra, ma voluta. Per il piacere dello sguardo».

federico forquet federico forquet

 

Ecco, dalla sua casa, che inconsapevolmente rappresentò nei primi anni '60 le prove generali del futuro mestiere di interior decorator, si colgono gli ingredienti del suo modo di arredare. I tessuti, solo disegnati da lui (nello spirito dell'alta moda); il colore, intenso, evocativo della sua città Napoli; la passione totalizzante per le collezioni e il classicismo. Tutto combinato con disinvoltura e la leggerezza di chi, di ogni pezzo, pur importante, ha deciso con precisione collocazione e uso.

abiti di federico forquet abiti di federico forquet

 

Una vita - Forquet ha quasi 90 anni - spesa per il gusto di creare, come testimonia il volume (di uscita imminente) The World of Federico Forquet , racconto multiforme con le parole di chi con lui ha una lunga consuetudine: da Allegra Caracciolo Agnelli all'antiquaria Alessandra Di Castro, al creatore di giardini Umberto Pasti, a Hamish Bowles, international editor at large di Vogue America e curatore del libro.

 

«Quando entro per la prima volta in una casa, mi muovo come un rabdomante per cogliere sensazioni. È un processo istintivo. Poi cerco di capire la personalità dei proprietari, e quali arredi già possiedono. Certo, seguo le loro attitudini ma senza cambiare la mia impostazione», spiega. Che siano personaggi famosi e parte di un certo mondo (che è anche il suo, per ascendenza familiare) riveste un significato squisitamente intimo: «Creare per me vuol dire instaurare uno scambio. Un dare-avere. Nell'alta moda per mantenere il contatto con le clienti ho sempre lavorato da solo. Quando intuii che il pret-à-porter avanzava, decisi di abbandonare: non sarei mai riuscito a disegnare un abito che stesse bene a tutte. E pensai che l'interior poteva essere più vicino a me».

federico forquet 3 federico forquet 3

 

Clienti quasi sempre amici, e se non lo sono, alla fine lo diventano. Una su tutti, Allegra Agnelli: «La conoscevo fin da bambina, per lei realizzai l'abito dei 18 anni. Quando prese casa a Roma, appena sposata con Umberto, mi chiamò per chiedermi consiglio». Allora Forquet era ancora «sarto» (così si definisce con modestia) e Allegra lo spinse a disegnare dei tessuti d'arredo: «Devo a lei l'esordio nell'interior», rievoca, illuminandosi.

 

Uno scambio sempre dialettico: «Ricordo quella volta che, per un suo abito, creai un motivo a righe in sbieco tra le quali si intravedeva un effetto pantera. Allegra è sempre stata una convinta animalista e fu uno sforzo sovrumano farglielo accettare. Stessa reazione ci fu per un tappeto». Da lei, a casa fatta, arrivò un imprimatur inaspettato: «Venne in visita Andy Warhol e si soffermò sulle pareti, rivestite con quello che credeva essere granito: «Voi italiani avete i migliori artigiani al mondo», disse mentre lo sfiorava. Per accorgersi che era invece un mio tessuto!».

federico forquet federico forquet

 

Mentre, da Paola del Belgio, che gli commissionò una foresteria a Palazzo Reale, racconta di aver ricevuto un grande insegnamento: «Mi disse: "Ricordati, quando inizi un progetto, di vedere cosa contengono cantine e soffitte". Per dire che tutto torna e il passato non va mai cancellato».

 

abiti di federico forquet abiti di federico forquet

La passione per i giardini e la campagna, nata con la tenuta di Cetona, in Toscana. «Il luogo a cui oggi mi sento più affine. Non ho nozioni di botanica né di architettura dei giardini, così l'ho fatto d'istinto. Poco progettato», spiega raccontando che fu quell'aspetto a piacere a Giulia Maria Crespi. «La colpì di non vedere lo stacco con la campagna». La sua tenuta, intera, sarà un lascito per il FAI: «Mi piace pensare che agli oggetti rimasti assieme per tanti anni, piaccia continuare a coabitare. Come le persone», sorride lui, raccontando delle amicizie, spina dorsale della sua vita.

 

federico forquet e matteo spinola federico forquet e matteo spinola

Ultima quella con Guido Taroni, autore di tutti gli scatti del libro: «Odio la routine: quando la intravedo, fuggo. Per questo volevo un giovane, appassionato. Che lavorasse con entusiasmo e dedizione. E sa una cosa? Oggi, rispetto a due anni fa, prima che cominciassimo questo libro, mi sento più forte e carico di entusiasmo». Così conclude, preparandosi per fuggire a Napoli: un nuovo grande progetto sta per iniziare, in un museo. «Sono previsti due anni di lavori», dice ridendo, e lo sguardo gli risplende. Lui è pronto.

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