NAPOLI SPRECONA - L’INCREDIBILE DISAVVENTURA DA 10 MILIONI DI EURO DELL’OPERA DEL GRANDE SCULTORE ANGLO INDIANO ANISH KAPOOR COMMISSIONATA DA BASSOLINO NEL 2005 E PARCHEGGIATA IN UN CANTIERE OLANDESE

Ora Kapoor chiede accoratamente di poterle almeno ricomprare lui le sue sculture, che a vederle così sprecate gli piange il cuore. Ma chi glielo dice che in Italia mica è possibile fare una cosa di tanto buon senso, tra denaro pubblico, aziende fallite, elezioni, spoil system, governatori che vanno, governatori che vengono....

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Alessandra Mammì per Dagospia

«Ridatemi le mie sculture. Pagando s'intende. Se non lo usate voi a Napoli, le riciclo io» ha scritto Anish Kapoor sul "Corriere della sera". A Hong Kong, Belo Horizonte, Sydney.... non sappiamo dove può finire quel che resta della stazione di metropolitana di Napoli, firmata Kapoor.

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Progetto alto dell'era Bassolino, datato 2005, opera del grande scultore anglo indiano più lo studio di architettura Future Systems strapremiato, superglamour, bio orientato, curvilineo quanto richiedono i tempi e globalmente applaudito. Che volere di più? Per questo partì con fanfare e milioni di euro, il progetto della stazione di Monte Sant'Angelo, nel mezzo del campus della II° Università di Napoli.

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Underground di nome e di fatto che per Kapoor doveva rappresentare una discesa agli inferi. Ingresso morbido, gonfio, curvo con forme di bocca o di vagina che inghiotte scale mobili in calata ripida verso tunnel scavati nel tufo e illuminati dalla luce fredda dei neon, fino a raggiungere il camerone con i binari che di nuovo è una geometrizzata scultura di Kapoor stavolta plasmata nel cemento. Insomma un'opera che vale il viaggio: a Napoli non sulla metro.

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E' quanto pensò il governatore all'epoca. Ma l'epoca del governatore Bassolino è passata. E i nuovi non avendo lungimiranza (e forse cultura) sufficiente decidono di abbandonare a se stessa l'impresa, "Non è una priorità" fu dichiarato. Mentre le sculture d'ingresso (due: entrata e uscita) in acciaio e alluminio molto trattato, nel frattempo per una cifra che oscilla sui tre milioni di euro, venivano confezionate in un laboratorio d'Olanda, l'unico di fiducia dell'artista.

Lì sono, lucide terminate e custodite dal 2011, data in cui si è chiuso il cantiere, messo in liquidazione il tutto, licenziati operai e impiegati. E naturalmente lasciato anche in sospeso il saldo delle sculture agli olandesi. Che per riposta le hanno subito sequestrate nei loro hangar. Fine dei giochi.

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La stazione non si farà e lo spreco è valutabile intorno a una decina di milioni, tenendo conto degli onorari già pagati ad artista e architetti, degli anticipi, dello scavo, della messa in liquidazione e del fatto che la stazione finita doveva costarne circa 20/25.

Ora Kapoor dalle pagine del "Corriere della Sera" (martedì 25 febbraio 2014, pag. 23) chiede accoratamente di poterle almeno ricomprare lui le sue sculture, che a vederle così sprecate gli piange il cuore. Ma chi glielo dice che in Italia mica è possibile fare una cosa di tanto buon senso, tra denaro pubblico, aziende fallite, elezioni, spoil system, governatori che vanno, governatori che vengono....

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