STAPPA UN PINAULT - IL MILIARDARIO TORNA A CASA: DOPO AVER INGIOIELLATO VENEZIA, PORTA PEZZI PREGIATI DELLA SUA COLLEZIONE A RENNES, IN BRETAGNA, LA SUA REGIONE NATALE. TRA GLI ARTISTI, CATTELAN, MARLENE DUMAS, BERTRAND LAVIER, THOMAS SCHÜTTE, CON OPERE SCELTE PER DESCRIVERE LA CAPACITÀ DI RESILIENZA DAVANTI AGLI CHOC E AI CONFLITTI - E MEL 2019 APRE IL SUO MEGA-MUSEO ALLA EX BORSA DI PARIGI

-

Condividi questo articolo


 

Anais Ginori per la Repubblica

 

pinault a rennes per l inaugurazione della sua mostra debout pinault a rennes per l inaugurazione della sua mostra debout

François Pinault torna in patria. Non che se ne sia mai andato, ma la collezione di arte contemporanea del ricco mecenate è stata finora più valorizzata a Venezia, tra Palazzo Grassi e Punta della Dogana, che non in Francia, anche a causa di un primo tentativo fallito di aprire un suo museo sull' Ile Seguin. L' esilio, se così si può dire, è concluso.

 

debout rennes mostra della collezione pinault debout rennes mostra della collezione pinault

L' anno prossimo, Pinault aprirà un nuovo museo all' interno della Bourse di Commerce di Parigi. Il cantiere è già aperto, sempre affidato all' architetto Tadao Ando che ha già curato gli altri spazi dedicati alla collezione. E prima di approdare nel cuore della Ville Lumière, Pinault fa tappa nella sua regione natale, la Bretagna.

 

La mostra «Debout!», in corso a Rennes fino al 9 settembre, presenta una selezione di opere nel Convento dei Giacobini appena restaurato. «Con le sue favole e le sue leggende, la sua storia e i suoi paesaggi, la Bretagna mi ha sensibilizzato a tutto ciò che esce dall' ordinario», racconta Pinault, nato nel 1936 a Champs-Géraux, nell' entroterra, che ha cominciato la sua avventura imprenditoriale tra falegnamerie di famiglia e commercio di legno proprio a Rennes.

debout rennes mostra della collezione pinault debout rennes mostra della collezione pinault

 

È sempre qui che Pinault ha comprato il suo primo quadro, la veduta di fattoria del post-impressionista Paul Sérusier. Il milionario bretone non ha mai abbandonato le sue radici, ha acquistato una sontuosa villa a Dinard e la famiglia è proprietaria della squadra di calcio locale, Stade Rennais.

 

Noto per la sua riservatezza, Pinault «rimane fondamentalmente un bretone», osserva Jean-Jacques Aillagon, ex ministro e ora direttore della Fondazione.

debout rennes mostra della collezione pinault debout rennes mostra della collezione pinault

 

La capitale della Bretagna è una città in piena trasformazione, con un' importante comunità di studenti, un turismo sempre più dinamico grazie al collegamento ferroviario con Parigi in un' ora e mezza. Oltre a diverse gallerie, come 40mcube, ospita gli archivi di alcuni tra i più famosi critici d' arte.

debout rennes mostra della collezione pinault debout rennes mostra della collezione pinault

 

La selezione delle opere nel Convento dei Giacobini - tra cui Maurizio Cattelan, Marlene Dumas, Bertrand Lavier, Thomas Schütte - segue una riflessione sulla capacità di resilienza davanti agli choc e ai conflitti, da cui il titolo «Debout!», in piedi, ammiccando all' inizio del canto rivoluzionario dell' Internazionale.

debout rennes mostra della collezione pinault debout rennes mostra della collezione pinault

 

«In ogni epoca, l' arte è sempre stata impegnata», spiega il commissario Caroline Bourgeois. La mostra presenta anche opere dell' artista bretone Vincent Gicquel e un' installazione di Tatiana Trouvé.

PINAULT FIGLIO E PADRE PINAULT FIGLIO E PADRE progetto museo pinault parigi progetto museo pinault parigi la borsa di commercio di parigi che ospitera la fondazione pinault la borsa di commercio di parigi che ospitera la fondazione pinault francois pinault borsa di commercio francois pinault borsa di commercio francois pinault borsa di commercio francois pinault borsa di commercio tadao ando tadao ando progetto museo pinault parigi progetto museo pinault parigi

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…