1- ASPETTANDO I BOTTI SPECULATIVI DI FERRAGOSTO, NAPOLITANO PREPARA IL DOPO-SILVIO - 2- UNA MANOVRA COATTA DI ALMENO 15 MILIARDI POTREBBE SPINGERE BERLUSCONI A RASSEGNARE LE DIMISSIONI PER APRIRE LE PORTE A UN “GOVERNO DEL PRESIDENTE” IN GRADO DI TRANQUILLIZZARE I MERCATI PER POI ANDARE ALLE ELEZIONI IN PRIMAVERA 2012 - 3- IN QUESTE ORE GRANDE ATTIVISMO DELL'ECONOMISTA MARIO MONTI: DOPO GLI INCONTRI CON CASINI ED ENRICO LETTA, IL PROFESSORE BOCCONIANO STA FACENDO IL GIRO DEGLI AMBIENTI INTERNAZIONALI PER VERIFICARE LA SPENDIBILITÀ DELLA SUA CANDIDATURA - 4- DOPO-CAINANO, UN BRITANNIA 2? PER "MF" UNA SQUADRA DI BANCHIERI ITALIANI PRESENTI NELLA CITY SAREBBE PRONTA A FARE SPONDA CON MEDIOBANCA DI ALBERTO NAGEL - 5- DOV'ERA GRILLI QUANDO MARCO MILANESE SPADRONEGGIAVA IN VIA XX SETTEMBRE? - 6- SU MILANESE, TREMONTI TREMONTATO DA SCALFARI: ”SE LO SAPEVA LA SUA RESPONSABILITÀ POLITICA È ENORME, SE NON LO SAPEVA LA CREDIBILITÀ POLITICA E’ SOTTO ZERO” - 7- BRUXELLES HA CANCELLATO CON UN SOL TRATTO DI PENNA IL PONTE DI MESSINA E CIUCCI -

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NAPOLITANONAPOLITANO

1- ASPETTANTO I BOTTI SPECULATIVI DI FERRAGOSTO, NAPOLITANO PREPARA IL DOPO-SILVIO
In un altra situazione Giorgio Napolitano si sarebbe già riparato dal caldo nella tenuta di Castel Porziano o meglio ancora a Villa Rosebery l'ottocentesca residenza di Posillipo lontana dalla monnezza napoletana. Purtroppo gli tocca restare a Roma dove oggi alle 12 ha incontrato il Cavaliere per parlare di quel Governo che ha la credibilità profondamente minata e sopravvive nel polmone artificiale. L'incontro sarà decisivo su molti fronti, primo fra tutti quello della manovra, concepita dalla mente fertilizzata di Giulietto Tremonti che l'inquilino del Quirinale, come gli ha inculcato più volte Draghi, giudica necessaria ma insufficiente.

Anche a costo di far arricciare il naso ai costituzionalisti si capisce che questo Presidente non perde occasione per esternare e per farsi garante rispetto a una crisi economica e politica che sembra arrivata al punto di rottura. Ieri con grande gioia del direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, il quasi omonimo Giorgio Napolitano ha scritto una letterina sul quotidiano di Confindustria in cui invoca per l'ennesima volta "ogni possibile condivisione".

CASTEL PORZIANO, TENUTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICACASTEL PORZIANO, TENUTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Quando a maggio l'anziano Presidente si recò negli Stati Uniti per incontrare Obama parlo' di una riduzione del deficit del 3% entro il 2012, un sogno da archiviare rispetto a cio' che e' successo dopo sui mercati internazionali e sulla scena italiana. Oggi e' chiaro che la manovrina da 2,3 miliardi non basta, ma ciò che più indigna il Presidente e' che si tratta di una manovra sbilanciata sul fronte delle tasse e lontana da ogni prospettiva di crescita. Napolitano non è più il comunista che 1962 scrisse il suo primo libro sul movimento operario, ma non è nemmeno l'uomo disposto a ballare sul Titanic per buttare il cuore nell' oceano.

Nell' incontro i due personaggi potranno guardarsi negli occhi ed è probabile che i corazzieri riescano a percepire i toni alti del confronto. E non ci sarà nemmeno l'ombra di Draghi che è salito più volte al Quirinale nei giorni scorsi e oggi si trova a Parigi per una conferenze del Financial Stability Forum. La preoccupazione principale è che si vada verso un agosto caldissimo con attacchi speculativi e fuochi d'artificio che renderanno risibile la manovrina del Governo .

GIULIO TREMONTIGIULIO TREMONTI

L'hanno previsto sul Corriere della sera due economisti di valore, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: in quella fase "i mercati sono poco liquidi e le decisioni di un piccolo numero di investitori sono facilmente amplificate. È accaduto nell'agosto del 1998 con il default della Russia e nell'agosto 2007 quando scoppiò la crisi dei subprime americani"

Per i corazzieri che hanno le orecchie lunghe il Presidente terrà d'occhio il Vertice straordinario dei Capi di Governo che si terrà giovedì a Bruxelles per mettere a punto i dettagli sul piano di salvataggio della Grecia, ma questo non basterà a placare i mercati e soprattutto a scrollare dalle spalle di Berlusconi l' immagine di un Premier che è andato a sbattere nel dileggio degli ambienti internazionali.

DRAGHIDRAGHI

Da qui l'idea di un operazione di alta chirurgia che potrebbe scattare nel mese più caldo dell'anno per aprire le porte a un "Governo del Presidente" in grado di tranquillizzare i mercati per poi andare alle elezioni con tutti i concorrenti sulla stessa nastro di partenza.

Il nome che corre nei palazzi romani non è più quello di Giulietto Tremonti al quale oltre all'orsacchiotto di pelouche di nome Bibi che secondo la sorella Angiola ha conservato con amore per 50 anni, verrà meno la possibilità di sostituire il Cavaliere. Ieri sera addirittura correva voce di un incarico da Commissario a livello europeo al posto di Tajani, ma queste sono sciocchezze perché Giulietto se uscirà di scena sbatterà la porta con fragore e con furore.

C'e' invece un altro personaggio che è stato Commissario europeo sul quale stanno convergendo numerosi consensi: è Mario Monti il nome più gettonato e spendibile per placare i botti di Ferragosto. In queste ore si dice che, dopo gli incontri con Casini e Enrico Letta, il professore bocconiano abbia messo le ali ai piedi e stia facendo il giro degli ambienti italiani e internazionali per verificare di persona la spendibilità della sua candidatura.

Resta il problema per nulla secondario di convincere il Cavaliere a non rischiare il lancio delle monetine che segnò l'uscita di Craxi dall' hotel Raphael e dalla politica. Niente fa pensare che oggi Napolitano riuscirà a convincerlo a fare un passo indietro, ma come spiegava ieri sera il banchiere Matteuccio Arpe a suo figlio durante una cena a Ponza, saranno le locuste della speculazione ad accompagnare Berlusconi nel cuore dell' oceano.

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2- DOPO-CAINANO: PER "MF" UNA SQUADRA DI BANCHIERI ITALIANI PRESENTI NELLA CITY SAREBBE PRONTA A FARE SPONDA CON MEDIOBANCA DI NAGEL -
DOV'ERA GRILLI QUANDO MARCO MILANESE SPADRONEGGIAVA A VIA XX SETTEMBRE? SCALFARI VS TREMONTI

Da quando il governo ha introdotto nella manovra timidi accenni sulle privatizzazioni questo tema è diventato oggetto di un dibattito peraltro timido e confuso . Nessuno crede che si stia inaugurando una seconda stagione per vendere i gioielli di famiglia, e solo gli ingenui ritengono che si possa ripetere il copione del' 92 quando sul panfilo Britannia, ancorato al largo di Civitavecchia, i potenti della finanza internazionale e italiana decisero che era arrivato il momento di mangiarsi i bocconi più appetitosi.

alberto alesinaalberto alesina

Qualche giornalista come Massimo Mucchetti sta dimostrando l'inconsistenza e l'assurdità di vendere pezzi delle aziende pubbliche e addirittura delle fondazioni bancarie che già sono Enti di diritto privato; altri invece scrivono da Londra (come si può leggere sull'ultimo numero del settimanale Milano Finanza) che una squadra di banchieri italiani presenti nella City sarebbe pronta a fare sponda con Mediobanca e con Alberto Nagel per un edizione riveduta e corretta del Britannia.

Non sarà certo questo governo, incapace di tagliare le province e le auto blu della casta, ad aprire il mercato delle privatizzazioni. Berlusconi non è Ciampi, Tremonti non ha la forza di Draghi, e alla Direzione Generale del Tesoro c'e' il pallido Vittorio Grilli, l'uomo che sta attraversando un momento delicato. Ieri gli è arrivata tra capo e collo la botta di Eugenio Scalfari che con parole affilate lo ha messo sotto accusa.

Come è possibile che in questi anni il 54enne professore bocconiano salito nel maggio 2005 alla Direzione Generale del Tesoro, non si sia accorto dell'intrapendenza scandalosa di un uomo come Marco Milanese?

Francesco GiavazziFrancesco Giavazzi

Perfino gli uscieri di Via XX Settembre rimanevano sbalorditi quando vedevano entrare nel cortile del ministero la Ferrari e la Porsche del braccio destro del ministro? Dove era Grilli in quel momento? e dove stava soprattutto quando "senza opporre alcuna resistenza" si faceva tranquillamente scavalcare per le nomine nei consigli di amministrazione di società controllate direttamente o indirettamente dal Tesoro?

MARIO MONTIMARIO MONTI

E' chiaro che la colpa principale è del Genio di Sondrio e Scalfari scrive : "se lo sapeva la sua responsabilità politica è enorme, se non lo sapeva la credibilità politica e' sotto zero". Il missile del fondatore di Repubblica è a doppia testata, e rischia di frantumare quel profilo di civil servant che il pallido Grilli vuole giocarsi per la poltrona della Banca d'Italia.

In tanti anni è stato maestro di prudenza e spulciando le cronache si trova una sola scivolata che risale a luglio di due anni fa quando durante un convegno della Fondazione di D'Alema disse perplesso: "sui Tremonti bond non so se saranno sufficienti", una battuta sconcertante che i vari Abete, Padoa Schioppa e Geronzi commentarono :" se non lo sa lui, chi deve saperlo? ".

MATTEO ARPE & GIRLFRIENDMATTEO ARPE & GIRLFRIEND

Forse quello era il segnale lanciato da un tecnocrate che ha preferito tenere gli occhi chiusi davanti alla politica del suo ministro e del suo impresentabile braccio destro.

3- LA COMMISSIONE EUROPEA HA CANCELLATO CON UN TRATTO DI PENNA IL PONTE DI MESSINA E CIUCCI
A Roma ci sono dei palazzi che ricordano la buia architettura dei regimi totalitari, uno dei più brutti in assoluto e' la sede dell'Anas in via Monzambano dove se i muri potessero parlare potrebbero raccontare storie di opere importanti e di reati sconvolgenti. In queste ore l'atmosfera è ancora più cupa e ricorda quella dei ministeri di Berlino Est prima della caduta del muro.

ALBERTO NAGELALBERTO NAGEL

Nessuno ha il coraggio di avvicinarsi alla porta di Pietro Ciucci, il manager che dal luglio 2006 guida la prima stazione appaltante del paese. Anche nella stanza del suo portavoce Giuseppe Scanni, un uomo che da 20 anni vive dentro la società, l'aria e' irrespirabile, ma qui la ragione e' da attribuire all'enorme quantità di sigarette che il giornalista fuma durante il giorno.

MARCO MILANESEMARCO MILANESE

Per Ciucci invece la ragione è diversa ed è da attribuire a una notizia che solo un giornale (Il Sole 24 Ore) ha sentito il bisogno di riprendere sembra infatti che la Commissione Europea abbia cancellato con un tratto di penna il Ponte di Messina, uno dei tanti sogni del Cavaliere frantumato. La decisione è stata comunicata il 29 giugno all' Europarlamento e come scrive il giornale di Confindustria" può cambiare la geografia europea delle grandi infrastrutture ". Per i tecnocrati di Bruxelles la nuova rete di priorità prevede che l'ex Corridoio Berlino - Palermo non scenda più in Calabria ma si fermi a Napoli e Bari.

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Per Ciucci che dopo aver scalato l'IRI è stato nominato nel 2002 Amministratore Delegato della società "Stretto di Messina" e' un colpo durissimo che rischia di affossare definitivamente le speranze dei costruttori onesti e di quelli più birichini che fanno il giuramento del sangue tra la Calabria e la Sicilia. L'unica speranza per Ciucci è che il governo in coma riesca a far sentire la sua voce a Bruxelles per rimediare al disastro sul quale comunque la Finanziaria di Giulietto Tremonti non ha previsto altre iniezioni di quattrini.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

4- LO SMONTEZEMOLATO SI ATTACCA ALLA POLTRONA (FRAU)
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che di fronte al caos della politica, Luchino di Montezemolo si tiene alla larga e non smania per occupare una poltrona. Le uniche poltrone che sembrano interessarlo in questo momento sono quelle in pelle rossa di "Poltrona Frau", la società quotata in borsa nella quale lunedì scorso Luchino ha comprato 30mila azioni per un importo di 34.800 euro."

 

 

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