1- SCONTRO, PER NULLA \"FELPATO\", TRA \"LA REPUBBLICA\" E IL MONTE PASCHI DI SIENA - PENATI SPARA CANNONATE NEI CONFRONTI DELLA SOLIDITÀ PATRIMONIALE DELLA BANCA SENESE E SU UN’OPERAZIONE PIUTTOSTO COMPLESSA E AMBIGUA REALIZZATA DA MUSSARI - 2- IL COLPO DI STATO FA SALTARE LO SBARCO DI MEDIOBANCA A TUNISI E BEN AMMAR PIANGE - 3- NEMESI! A 78 ANNI FRANCO TATÒ, IL MANAGER FAMOSO PER AVER TAGLIATO CENTINAIA DI TESTE NELLE AZIENDE ITALIANE E STRANIERE, SI È VISTO TAGLIARE CON BRUTALITÀ IL COMPENSO DI 1,3 MILIONI PER LE SUE PRESTAZIONI NELLE ULTIME AVVENTURE - 4- DESAPARECIDO NEI SONDAGGI DI \"BALLARò\", PIERFURBY CASINI È PROFONDAMENTE INCAZZATO CON NANDO PAGNONCELLI CHE AMA SOLO ’’POMPARE’’ L’AMICO SMONTEZEMOLATO -

Condividi questo articolo


GIUSEPPEGIUSEPPE MUSSARI P ABI

1 - IL DUELLO, PER NULLA \"FELPATO\", TRA \"REPUBBLICA\" E MONTE PASCHI DI SIENA
Gli appassionati della finanza che seguono il canale televisivo Class CNBC sono rimasti impressionati quando ieri pomeriggio hanno visto apparire sullo schermo il boccoluto Giuseppe Mussari, presidente della banca MontePaschi.

Invece del solito gessato a righe che è la divisa obbligatoria per i banchieri, il 48enne calabrese (trasferito in Toscana da 30 anni) indossava una felpa grigia sulla quale spiccava la scritta \"1472\". Con la sua parlata che tradisce gli accenti del Sud, Mussari ha accennato alla stabilità dei mercati e non tradiva alcuna ansia nonostante al mattino i Ros dei Carabinieri fossero entrati in massa a Rocca Salimbeni per i 150 milioni concessi a un imprenditore amico di Dennis Verdini.

ALESSANDROALESSANDRO PENATI

Probabilmente l\'intervista televisiva risale agli ultimi giorni della settimana scorsa quando il buon Mussari ha partecipato a un convegno della Lega delle Cooperative e non erano accadute alcune cose, prima fra tutte la pubblicazione su \"Repubblica\" di un micidiale articolo di Alessandro Penati che domenica ha sparato cannonate nei confronti della solidità patrimoniale della banca senese e su un\'operazione piuttosto complessa e ambigua realizzata dall\'Istituto.

Il buon Penati, che insieme a Massimo Mucchetti è rimasto uno dei pochi \"rompicoglioni\" in grado di leggere i bilanci e fare di conto, ha scritto che dal 2007 ad oggi la banca di Rocca Salimbeni ha perso quasi l\'80% del proprio valore, \"quasi il doppio del settore in Europa\" che impone di imboccare la via di un aumento di capitale osteggiato dalla Fondazione di Siena detentrice del 55% del capitale sociale.

CaltagironeCaltagirone

Di fronte a questa prospettiva - ha spiegato Penati - Mussari e il suo stato maggiore hanno pensato di realizzare una ricca plusvalenza cedendo gli sportelli della banca a un Consorzio appositamente costituito che ha comprato gli immobili di MontePaschi per 1,674 miliardi grazie a un mutuo di 1,673 miliardi erogato dalla stessa MontePaschi.

L\'operazione non si è fermata qui perché - ha scritto ancora Penati - la banca ha finanziato una specie di Fondazione olandese (Stichting) che ha costituito una srl da 100mila euro di nome Casaforte la quale a sua volta ha acquistato da MontePaschi il credito nei confronti del Consorzio, che a sua volta si è impegnato a riversare gli affitti degli sportelli alla piccola srl Casaforte per sostenere l\'onere del debito. \"E qualche giorno prima di Natale, giusto in tempo per la chiusura del bilancio, sono stati collocati 1,536 miliardi di obbligazioni Casaforte presso il pubblico...a lungo termine e prive di garanzia da parte di MontePaschi\".

TarakTarak Ben Ammar

A questo siluro, spiegato con argomentazioni che fanno venire il mal di testa, il boccoluto Mussari ha risposto domenica dicendo che l\'operazione è una normale cartolarizzazione senza alcuna urgenza di bilancio, ma Penati ha subito replicato ricordando i rischi per i risparmiatori e ancora una volta ha detto che la banca di Mussari e Caltariccone è tra le peggio capitalizzate in Europa nonostante i Tremonti bond che prima o poi dovranno essere restituiti.

Oggi il banchiere calabrese partecipa al Comitato esecutivo dell\'Abi dove è stato eletto presidente nel giugno dell\'anno scorso e di sicuro non indosserà la felpa che ha esibito in televisione perché da buon meridionale non vuole condividere la pezzenteria che ha portato nel mondo il pullover sgualcito di Sergio Marpionne.

Il mistero della felpa è stato chiarito ieri con un comunicato in cui si spiega che la banca di Siena dopo aver commercializzato il vino con l\'etichetta \"Rosso 1472\", ha deciso di creare una linea di abbigliamento in collaborazione con il marchio Jaggy dell\'imprenditore Fabrizio D\'Anna. E si è chiarito che la scritta \"1472\" non ha nulla a che fare con il numero delle contrade del Palio (42 in tutto) e nemmeno con le logge massoniche sulle quali la banca di Mussari svolge un attento monitoraggio.

LeilaLeila Ben Ali

Quel numero, 1472, è la data di fondazione di MontePaschi, la più antica banca italiana, dove Caltariccone, scatenato nell\'acquisto quotidiano di azioni, e i dirigenti sperano di far quadrare i conti con la vendita delle felpe e con strane operazioni sul patrimonio immobiliare.

RENATORENATO PAGLIARO P MEDIOBANCA

2 - IL COLPO DI STATO FA SALTARE LO SBARCO DI MEDIOBANCA A TUNISI E TARAK PIANGE
A Piazzetta Cuccia sono rimasti davvero male.
Nei primi giorni dell\'anno Mediobanca aveva annunciato con enfasi che avrebbe aperto una filiale a Tunisi, poi è arrivato il colpo di Stato che ha fatto saltare il progetto di allargare il perimetro internazionale. Nel corso degli anni la prestigiosa merchant bank ha aperto sedi in Europa, a Mosca e al numero 567 di Fifth Avenue, ma non aveva mai messo piede nel continente africano.

A spingere in questa direzione era stato negli ultimi mesi Tarak Ben Ammar, il 61 produttore cinematografico tunisino, nipote di Bourguiba, il primo presidente della Tunisia indipendente. Basta andare sul sito personale e davvero bello di quel simpaticone di Tarak per capire il suo amore verso il paese d\'origine. Invece dei soliti occhielli (chi siamo, dove siamo, contatti, sala stampa) accanto al faccione sorridente di Tarak si apre una pagina dedicata alla Tunisia \"un affare di cuore\" dove il businessman ricorda dove ricorda l\'infanzia con la madre francese e il padre diplomatico.

PAGLIAROPAGLIARO NAGEL

È noto che la passione di Tarak ha coinvolto anche il Drago di Arcore con il quale ha messo in piedi \"Nessma Tv\", l\'emittente satellitare creata nel marzo 2007 per legare la cultura mediterranea. Anche quei due tristi personaggi di Renato Pagliaro e Alberto Nagel, che dopo la furia romana di Geronzi, oggi governano Mediobanca sono stati sedotti dall\'ineffabile Tarak che siede nel consiglio di amministrazione insieme ad altri 15 esponenti del gotha finanziario.

FRANCOFRANCO TATO

Purtroppo le vicende tunisine hanno fatto saltare il progetto e Mediobanca ha comunicato ieri di aver messo in standby l\'apertura della filiale a Tunisi. Con solerzia comprensibile per l\'intreccio di interessi che lega il Patto Rcs con quello della merchant bank, il \"Corriere della Sera\" di oggi ci tiene a precisare che secondo fonti di Piazzetta Cuccia \"la proposta di ingresso a Tunisi è pervenuta a Mediobanca da investitori tunisini, di altre aree del Nord Africa e del Golfo, ma non da Tarak Ben Ammar, associato all\'iniziativa solo successivamente\".
Una bugia da salotto.

3 - A 78 ANNI FRANCO TATÒ, IL MANAGER FAMOSO PER AVER TAGLIATO CENTINAIA DI TESTE NELLE AZIENDE ITALIANE E STRANIERE, SI È VISTO TAGLIARE CON BRUTALITÀ IL COMPENSO DI 1,3 MILIONI PER LE SUE PRESTAZIONI NELLE ULTIME AVVENTURE
A 78 anni Franco Tatò, il manager famoso per aver tagliato centinaia di teste nelle aziende italiane e straniere, si è visto tagliare con brutalità il compenso di 1,3 milioni per le sue prestazioni nelle ultime avventure.

SONIASONIA RAULE FRANCO TATO

Per un uomo come \"Kaiser Franz\" che nell\'ottobre del \'93 fu chiamato ad Arcore per fare l\'amministratore delegato di una Fininvest con 4mila miliardi di debiti, questa decisione è un colpo durissimo. A prenderla è stata la Compagnia Finanziaria (LCF), una banca d\'affari milanese costituita nel 1983 che aveva affidato alla società \"Tatò & Partners\" il compito di seguire le sorti di due società in crisi come \"I Viaggi del Ventaglio\" e \"Bioera\", l\'azienda alimentare del Gruppo Burani.

velardivelardi serata21 bassetti lucia morselli craxi

Va detto che dopo una vita passata ai vertici di aziende prestigiose come Olivetti, Enel, Fininvest e Treccani, l\'intraprendenza di Tatò si era circoscritta nel 2003 alla sua piccola \"Franco Tatò & Partners\", una società di consulenza messa in piedi con Lucia Morselli, la 54enne modenese decapitata da Rupert Murdoch dopo cinque anni di comando a Sky e ben conosciuta in aziende come Finmeccanica, Accenture e Stream.

PIERPIER FERDINANDO CASINI

Adesso nei confronti del vecchio Franz si parla addirittura - come ha scritto venerdì in un articolo dettagliato il quotidiano \"MF\" - di un\'azione di responsabilità che la compagnia finanziaria vorrebbe esercitare nei confronti del manager e della Morselli.
A questo punto il famoso tagliatore di teste dovrà mettere in campo tutta la sua grinta per recuperare gli 1,3 milioni del suo compenso.
E dovrà accontentarsi di seguire le attività di Mikado Film, la società rilevata l\'anno scorso per divertire la bella moglie Sonia Raule.

LUCALUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

4 - PIERFURBY CASINI È PROFONDAMENTE INCAZZATO CON IL SONDAGGISTA MONTEZEMOLATO NANDO PAGNONCELLI
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che Pierfurby Casini è profondamente incazzato con il sondaggista Nando Pagnoncelli.

NandoNando Pagnoncelli

Quest\'ultimo anche ieri sera ha esibito a \"Ballarò\" la classifica sui politici più graditi dagli italiani dove ai primi tre posti sono apparsi Giorgio Napolitano, Giulietto Tremonti e Luchino di Montezemolo (amico di Pagnoncelli fin dai tempi della Confindustria). Dietro a questi nomi apparivano una sfilza di altri politici e imprenditori (da Niki Vendola a Marpionne), ma il nome di Casini è letteralmente scomparso\".

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…