L'EUROPA CHE CERCA DI IMPORRE REGOLE AI GIGANTI DELLA SILICON VALLEY SERVE A MOSTRARE IL VERO VOLTO DI CERTI EROI DEL CAPITALISMO ''BUONO'' - FACEBOOK MINACCIA DI INTERROMPERE IL SERVIZIO IN EUROPA, SE LA COMMISSIONE IRLANDESE PER LA PROTEZIONE DEI DATI CONTINUA A CHIEDERE DI NON TRASFERIRE I DATI DEGLI UTENTI NEI SERVER DEGLI STATI UNITI, DOVE NON C'È LA PROTEZIONE DELLA PRIVACY GARANTITA DAL DIRITTO COMUNITARIO

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Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

MARK ZUCKERBERG MARK ZUCKERBERG

Facebook martedì ha minacciato di interrompere il servizio in Europa, se la Data Protection Commission di Dublino manterrà la sua posizione attuale. Un paio di settimane fa questo organismo, l' omologo irlandese del garante della Privacy, aveva inviato al gruppo fondato da Mark Zuckerberg un «ordine preliminare» di interrompere il trasferimento dei dati degli utilizzatori europei verso server situati negli Stati Uniti. Con quell' atto, l' Irlanda ora impedisce che le informazioni relative a centinaia di milioni di abitanti dell' Unione siano utilizzate senza le garanzie di riservatezza offerte dal diritto europeo.

 

In realtà un accordo per la gestione negli Stati Uniti dei dati europei esisteva, ma in luglio la Corte di giustizia della Ue lo ha annullato. Andrà riscritto, ma non prima di metà dell' anno prossimo. Nel frattempo i profili degli europei trasferiti verso cloud americani si trovano sottratti alle tutele della privacy applicabili in Italia, Francia o Germania. Si stima che il valore di quei dati superi oggi i settemila miliardi di dollari.

 

mark zuckerberg mark zuckerberg

Lo scontro transatlantico è dunque solo agli inizi. Subito dopo aver lasciato trasparire la minaccia, Facebook in verità ha fatto un passo indietro: non intende ritirarsi dall' Europa - ha fatto sapere - ma la sua attività dipende da accordi che le permettano di trasferire in America i dati dei clienti. Colpisce però l' argomento usato da Yvonne Cunnane, capo della protezione dei dati a Facebook. Dice che Helen Dixon, la garante irlandese della Privacy, non avrebbe diritto di decidere per tutti i Paesi europei. Il realtà il potere di Dixon discende dal fatto che Facebook ha fatto formalmente dell' Irlanda la sede di tutte le sue transazioni immateriali effettuate in Europa. È a Dublino che trasferisce i ricavi dell' intero continente ed è lì che li fa emergere - come fossero frutto di attività irlandesi - anche se vengono dall' Italia, dalla Francia o dalla Germania.

 

Ovviamente questo meccanismo è stato creato dagli avvocati di Zuckerberg per ragioni fiscali, viste le aliquote effettive bassissime che gli assicurano gli accordi con il governo di Dublino. Eppure l' Irlanda non va più bene a Facebook come base europea, se quel Paese pretende anche di garantire gli utenti del continente come previsto dalle direttive in vigore. Zuckerberg vuole poter scegliere il Paese migliore per le tasse (per pagarne di meno) e quello migliore per le regole (per averne di meno). Se i due non coincidono, protesta. Ma ora sa che chi di Irlanda ferisce, di Irlanda può anche perire.

 

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