ALIBABA FA IL PIENO E RITOCCA AL RIALZO IL PREZZO DELLA QUOTAZIONE: PUÒ RACCOGLIERE PIÙ DI 24 MILIARDI - CARLO SALVATORI DEBUTTA ALLO IOR - IN ITALIA SI SVEGLIANO LE START UP

Crescono e attraggono investitori New Vision (che fa parlare le piattaforme cloud) e Chef Dovunque, due giovani start-up italiane - Unicredit cartolarizza 1,3 miliardi di crediti, e punta al piano della BCE - FSI, stretta finale sugli hotel Rocco Forte - Lactalis sempre più dentro Parmalat - Orange punta l’iberica JazzTel...

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1.IL DEBUTTO DI CARLO SALVATORI NEL CONSIGLIO DELLO IOR

(m.a.c. ) per il "Corriere della Sera"

 

Carlo Salvatori, presidente di Lazard Italia e Allianz spa, ex presidente di Unicredit, entra nel board laico dello Ior, la banca vaticana. E’ l’unico italiano e oggi parteciperà al primo consiglio presieduto da Jean-Baptiste de Franssu, il presidente nominato a luglio. Il board (o consiglio di sovrintendenza) che ormai è composto da sei membri (e non più cinque), è stato anch’esso completamente rinnovato.

Carlo Salvatori Carlo Salvatori

 

Ai quattro componenti resi noti a luglio (oltre de Franssu, il tedesco Clemens Börsig, l’americana Mary Ann Glendon, l’australiano sir Michael Hintze) si vanno ora ad aggiungere Salvatori e Mauricio Larrain Garcés,storico ex presidente del Banco Santander del Chile, e attualmente membro del direttorio della banca cilena, che è la più grande banca del Paese sudamericano.

 

Le nuove nomine sono state vagliate dall’ultimo Consiglio per l’economia riunito il 5 settembre scorso sotto la presidenza del cardinale Reinhard Marx, e con la partecipazione dei cardinali Pietro Parolin, segretario di Stato, e George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia. L’indicazione di Salvatori si deve a Parolin, che già a fine giugno lo aveva nominato nel nuovo Comitato di presidenza dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù.

 

Intanto, il Papa, sabato 13 settembre ha nominato il cardinale Pell tra i nuovi membri della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, di cui è prefetto il cardinale Fernando Filoni e che possiede un imponente patrimonio immobiliare.

 

2.IL RECORD DI NEW VISION E LA NUOVA STAGIONE DELLE START-UP ITALIANE

(m. sid. ) per il "Corriere della Sera"

 

DE FRANSSU DE FRANSSU

Nicola Meneghello, 36 anni, rappresenta la nuova generazione di startupper italiani: non fa il verso ai californiani se non nel look (t-shirt e giacca) e non tenta di replicare, in piccolo, quello che fanno i fratelli maggiori in posti come San Francisco, Tel Aviv, Berlino o Londra. Risolve problemi (un po’ come il personaggio Wolf di Pulp Fiction, anche se, fortunatamente, qui si tratta di altri problemi legati al dialogo tra le piattaforme cloud). E’ probabilmente per questo che ha convinto sia Innogest Sgr sia la Centerboard di Pietro Spada a chiudere con lui e la sua New Vision il più importante round di venture capital in Italia per il 2014: 6,3 milioni di euro.

 

Tra gli investitori spunta anche Gianfilippo Cuneo. Nella realtà la società di Meneghello nasce molti anni addietro, in pieno boom della cosiddetta new economy. Era il 2000 quando il poco più che ventenne studente lasciò l’università di Padova, facoltà di ingegneria, per diventare imprenditore (gli mancano ancora sette esami). Oggi può dire di avere fatto bene a seguire i suoi animal spirits visto che New Vision è cresciuta fino a raggiungere i 50 dipendenti.

alibaba alibaba

 

Soprattutto ora, forte di un prodotto che grazie a dieci anni dai toni bassi Meneghello e il suo team hanno potuto sviluppare bene, è pronto a conquistare nuovi mercati fuori dall’Italia. Intanto tra i propri clienti ci sono già Autogrill, Glaxo, Maserati e Canon. Il round di finanziamento in New Vision - insieme alle recenti notizie di un nuovo investimento in MusiXmatch di Massimo Ciociola e alla nascita di Genenta, start up Biotech del San Raffaele e di Pierluigi Paracchi - dimostra che il settore è arrivato a un nuovo livello di maturità anche in Italia con la discesa in campo di nomi che contano.

smarteconomy.corriere.it

 

3.CHEF DOVUNQUE PUNTA ALLA CINA

(f.ch. ) per il "Corriere della Sera"

 

Un aumento di capitale per lanciare l’ecommerce e sbarcare all’estero e un presidente esecutivo per accelerare lo sviluppo. Chef Dovunque, il brand del food italiano lanciato da Antonio Ranaldo vuole fare il salto. Obiettivo: raggiungere un fatturato di 20 milioni di euro nel medio periodo. A settembre la start up, che ha brevettato un kit con tutto ciò che serve per preparare i primi piatti , ha chiuso un investimento di 1,2 milioni con Vertis Venture e un gruppo di angel investor, tra cui With Founders.

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Ora entreranno altri 400 mila euro. Dalla settimana scorsa è operativo il neo presidente Vincenzo Vitelli, già a capo di Henkel Italia e Henkel Sud Europa, che si occuperà dell’espansione. A fine settembre partirà la piattaforma di e-commerce e a seguire saranno aggrediti i mercati esteri. Usa, Australia, Cina e Giappone sono nel mirino: il kit contiene tutto, anche la quantità di sale e la dose per l’acqua, per un piatto di pasta a prova di «straniero».

 

4.ALIBABA FA IL PIENO DI ORDINI E RITOCCA IL PREZZO DELL’IPO

r. e. per "La Stampa"

 

Alibaba fa il pieno di ordini e studia un possibile aumento del prezzo delle azioni da offrire nella sua initial public offering. Il gigante dell’ecommerce cinese, mentre è in corso il road show, valuta un aumento della sua offerta a una cifra leggermente al di sotto dei 70 dollari per azione, rispetto ai 60-66 dollari indicati in precedenza. Una mossa legata agli ordini che hanno superato ampiamente le attese: l’accelerata repentina potrebbe addirittura spingere Alibaba a chiudere con almeno un giorno di anticipo la raccolta.

DIRIGENZA ALIBABA DIRIGENZA ALIBABA

 

Al prezzo attuale di 60-66 dollari per azione, Alibaba averbbe un valore complessivo di mercato di 162 miliardi di dollari e potrebbe raccogliere 24 miliardi di dollari con lo sbarco in Borsa, affermandosi come la maggiore ipo della storia, superiore a quella dell’altra cinese Agricultural Bank of China, che detiene il record con 22,1 miliardi di dollari.

 

5.UNICREDIT CARTOLARIZZA 1,3 MILIARDI DI CREDITI

r. e. per "La Stampa"

 

federico ghizzoni federico ghizzoni

UniCredit Leasing cartolarizza crediti per 1,3 miliardi di euro. Le nuove risorse andranno a sostegno delle piccole e medie imprese italiane. Questa emissione è la tredicesima operazione di cartolarizzazione di leasing (incluse quelle effettuate dalla ex Fineco Leasing), ma la prima operazione pubblica sul mercato italiano delle Abs (Asset backed securities) dall’inizio della crisi.

 

L’operazione riguarda crediti «performing» originati da canoni di leasing ceduti alla società veicolo Locat Sv e vede il coinvolgimento della Banca europea degli investimenti, di Kfw e di Societe Generale in qualità di investitori e del Fondo europeo degli investimenti in qualità di garante. Le risorse verranno usate da Unicredit Leasing per altri finanziamenti alle pmi italiane a condizioni agevolate. La parte finanziaria dell’operazione è stata curata da Unicredit Bank Ag, quella legale da Clifford Chance.

 

6.FSI ALLA STRETTA FINALE SUGLI HOTEL ROCCO FORTE

(C.Fe.) per "il Sole 24 Ore"

 

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Sarebbe ormai stata individuata dal Fondo Strategico Italiano guidato da Maurizio Tamagnini la società attorno alla quale costruire quel polo del turismo italiano che ormai da diversi mesi è al centro delle strategie del veicolo controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Le trattative con il gruppo britannico alberghiero Forte, società che fa capo all'imprenditore inglese di origini italiane Rocco Forte, sarebbero infatti ormai a buon punto.

 

Il gruppo Forte ha un portafoglio di 11 alberghi extralusso in giro per l'Europa: tre di questi sono in Italia (il Savoy a Firenze, il de Russie a Roma e il Verdura Golf Resort & Spa di Sciacca, in Sicilia). Le discussioni verterebbero proprio su questi tre alberghi. Se l'operazione andrà in porto, sarà la prima pietra attorno alla quale costituire quel polo alberghiero italiano che prevede la creazione di società diverse per la proprietà dei muri degli immobili e per la gestione del business degli hotel 3, 4, e 5 stelle.

 

7.I CONTI DI OLIVE GARDEN PAGANO LE SCELTE SUL SALE

(W.R.) per "il Sole 24 Ore"

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

Appassionante il tema lanciato da Olive Garden, una catena americana di ristoranti dal tipico «fresco cibo italiano»: come recita la pagina Web, in cui trionfano gustosi piatti di spaghetti e di pasta fresca, al pomodoro, ai calamari e a quant'altro di ghiotto offre la ricercata arte culinaria italiana. «Ma voi la salate l'acqua della pasta?», hanno chiesto ieri al pubblico i buongustai di Olive Garden.

 

Pare che il 68% abbia detto di sì e il 15% no. La cosa curiosa è che proprio Olive Garden non sala l'acqua della pasta, perché in tal modo dura più a lungo la garanzia delle pentole in uso. Sembra che il sale ce lo mettano dopo, sopra la pasta, così come ci aggiungono il sugo senza farlo saltare. In un'analisi di ben 294 pagine, la società stessa lamenta come la qualità del cibo si sia «deteriorata significativamente»: e difatti i conti della capogruppo (la quotata Darden Restaurants che fattura oltre 6 miliardi di $) lo provano.

 

8.IL PATRON DI LACTALIS FA SHOPPING IN CASA

Emmanuel Besnier Emmanuel Besnier

(R. Fi.) per "il Sole 24 Ore"

 

Emmanuel Besnier, patron di Lactalis, si ripete. E rafforza ulteriormente la presa su Parmalat, rilevando circa lo 0,2% del capitale. La holding Sofil Sas ha comprato sul mercato in agosto, attraverso nove diverse operazioni, complessivamente 3,74 milioni di azioni Parmalat per un esborso totale di 9,34 milioni. In virtù di quest'operazione, la Sofil è salita all'83,53%. Dunque, novità in arrivo? La Borsa ci scommette da tempo: i francesi starebbero preparando il terreno in vista di un delisting di Parmalat, si dice. Eppure gli acquisti di Besnier non sono "nuovi" a piazza Affari. Tanto che già la scorsa estate lo shopping era partito. E da inizio anno fino a maggio il patron del gruppo del latte ha rastrellato quasi lo 0,6% del capitale.

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9.L'IBERICA JAZZTEL NEL MIRINO DI ORANGE

(G.Ve.) per "il Sole 24 Ore"

 

Non c'è solo Telefonica. Mentre gli uomini di Cesar Alierta si concentrano sulle partite internazionali, in patria il settore delle tlc continua ad essere in fermento. Dopo la compra di Ono da parte della britannica Vodafone a luglio, sul mercato iberico della telefonia mobile è partito un velocissimo consolidamento. Così Jazztel che aveva annunciato l'intenzione di comprare Yoigo (filiale di Telia Sonera) è finita nel mirino di Orange (controllata di France Telecom). Gli analisti spagnoli sono convinti che dai cinque operatori di qualche mese fa si arriverà in breve a tre grandi gruppi. Con i francesi costretti a inseguire i britannici di Vodafone. E non proprio a prezzo di saldo, visto che le azioni di Jazztel continuano a volare, segnando +12% ieri prima di essere sospese sul parterre madrileno. 

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