1 - PRIMAVERA D'ORO PER MAURO MORETTI ALLA PROTEZIONE CIVILE SPA. CON UNA BUONUSCITA DI 3,6 MILIONI...
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie dello Stato sono particolarmente inquieti.
A preoccuparli è il futuro di Mauro Moretti, il manager di Rimini che in questi anni è riuscito con la sua efficienza a risvegliarli dal torpore e a dare un senso al loro destino. Da quando Dagospia nella sua infinita miseria ha anticipato due settimane fa che l'ex-sindacalista Cgil sarebbe andato alla Protezione Civile Spa (il mostro che dovrà gestire 60 miliardi per tutte le emergenze) gli uscieri non hanno chiuso occhio.
Poi ieri hanno trovato su "Repubblica" la conferma di questa notizia che aveva qualcosa di incredibile. Dalla bocca di Moretti non è uscita invece una parola. Dopo la storica gaffe sui panini e le coperte indirizzata ai passeggeri dell'Alta Velocità prima di Natale, l'ingegnere si è barricato nel suo ufficio e anche gli ultimi quattro collaboratori che gli sono rimasti fedeli, hanno difficoltà a capirlo.
Nemmeno ieri di fronte all'attacco del leghista Roberto Castelli che durante un convegno in Assolombarda ha dichiarato la sua delusione per la Frecciarossa, il Capo delle Ferrovie non ha replicato. Quello di Castelli, sottosegretario alle Infrastrutture, è un brutto segnale che si aggiunge alle polemiche innescate dal ministro Matteoli e dimostra che nei confronti di SuperMauro tira un'aria pesante.
MussariMussariNei corridoi del palazzo-obitorio di Porta Pia ritengono che il silenzio di Moretti sia legato alla certezza di andare al vertice della nuova Protezione Civile. D'altra parte l'ha confidato lui stesso a dicembre agli ultimi quattro dirigenti fedeli che da Palazzo Chigi aveva ricevuto l'assicurazione di lasciare la faticosa esperienza sulle rotaie per prendere il timone dalle mani di Bertolaso. E c'è chi addirittura continua a dire che in un cassetto della sua scrivania ci sarebbe una lettera firmata dal sottosegretario Paolo Bonaiuti che confermerebbe il nuovo incarico.
Da quel momento gli uscieri hanno preso a fare i conti e hanno calcolato a occhio e croce che la liquidazione di Moretti dovrebbe aggirarsi intorno a 3,6 milioni di euro. A questa cifra si arriva sommando tre anni di stipendio più un anno di "non competition", cioè di impegno da parte di Moretti di non lavorare in una società concorrente.
Non si sa se i numeri sono esatti, ma qualcuno sostiene che prima del Consiglio dei ministri in cui si discusse la stupida clausola che voleva porre un tetto agli stipendi dei manager pubblici, l'ex-sindacalista Cgil avrebbe fatto "passare" in Consiglio di amministrazione la sua polizza di buonuscita. È probabile che si tratti soltanto di chiacchiere, ma gli uscieri si stanno già chiedendo chi entrerà nel grande ufficio che per tre anni è stata la plancia di comando dell'Alta Velocità.
7 pap81 francesco alberoniSu un punto convergono tutti: il prossimo Capo delle Ferrovie avrà una forte connotazione politica e sarà pescato nella prateria della Padania dove intorno a Berlusconi e alla Lega non mancano i candidati. Costui assommerà probabilmente su di sé la carica di presidente e amministratore delegato e avrà il compito di traghettare in Borsa Trenitalia, l'infrastruttura portante delle Ferrovie. Se queste ipotesi sono vere si chiuderà la parentesi di Moretti e probabilmente anche quella di Innocenzo Cipolletta che appare estraneo al centrodestra e rimane in corsa per la presidenza della Camera di Commercio.
hh alber11 alberoniNel palazzo-obitorio delle Ferrovie agli uscieri non rimarrà che rimpiangere le scenate e gli urli del manager di Rimini, l'uomo tuttofare che si occupava delle carrozze e delle salviette.
2 - E' L'ORA DEL MONTE CALTA DI SIENA?
Alla Mostra d'Oltremare di Napoli stanno preparando la kermesse di sabato quando a viale Kennedy entreranno i banchieri per l'appuntamento annuale del Forex.
A questo rito non è mai mancato il Governatore della Banca d'Italia e molti ricordano le passeggiate di Antonio Fazio quando al termine dell'Assemblea passeggiava sotto i portici con l'amico Fiorani. Oltre a Mario Draghi che aprirà i lavori poco prima di mezzogiorno, arriveranno i big del credito italiano. E tra loro ci sarà anche Francesco Gaetano Caltagirone, il costruttore-editore proprietario del "Mattino" e vicepresidente del MontePaschi di Siena. Quella del Calta non sarà una presenza casuale perché molti segnali indicano che il 67enne imprenditore sta attraversando una mutazione genetica. È chiaro infatti che quest'uomo, classificato tra i più liquidi d'Italia, ha capito la lezione della crisi economica prima di altri e con il suo fiuto che lo ha portato a costruire un impero, ha diversificato in modo lento ma costante la geometria dei suoi interessi.
RIFKINLa "primavera" dell'imprenditore romano è sempre più legata alle attività finanziarie e questa scelta strategica, che non significa affatto l'abbandono del core business edilizio, si è manifestata sull'asse Siena-Trieste. Nella città mitteleuropea il Calta è pronto a giocare la partita delle Generali mettendo sul piatto il pacchetto delle sue azioni che, secondo alcuni, supera di gran lunga il 2%. E lo farà certamente per favorire l'arrivo dell'amico Cesarone Geronzi.
ROBERTO CASTELLI - copyright PizziQuesto però è soltanto un tassello della nuova strategia perché in questo momento le sue energie sembrano concentrate soprattutto sul MontePaschi, la più antica banca italiana dove stanno avvenendo movimenti importanti. Il primo riguarda il futuro di Giuseppe Mussari, il boccoluto presidente calabrese che Caltagirone di intesa con Passera e Profumo vuole portare alla presidenza dell'Abi, l'Associazione dei banchieri guidata dall'anziano Faissola.
Se l'operazione riuscirà - e ci sono tutte le condizioni perché questo avvenga - nella banca di Siena si apre il problema di sostituire ENRICO LUCCI E ROBERTO CASTELLI - copyright Pizz il suo direttore finanziario e vicedirettore generale, Marco Morelli. Costui è stato scelto da IntesaSanPaolo per ricoprire la carica di capo della Banca dei Territori, quella guidata un tempo da Pietro Modiano e oggetto di scontri furibondi tra i torinesi del SanPaolo e i longobardi di Intesa. libtiv18 mauro moretti
Cesare geronzi - Copyright Pizzi
3 - L'INNAMORAMENTO DI ALBERONI PER LA BOCCONI DEI CINEMA...
Era commosso Francesco Alberoni quando ieri ha inaugurato la sede lombarda del Centro Sperimentale di Cinematografia nell'ex-Manifattura Tabacchi, ristrutturata con i soldi di Formigoni.
L'anziano sociologo si è sempre battuto per creare al Nord "più che una nuova Cinecittà, una Bocconi del cinema", e il suo innamoramento per un federalismo audiovisivo lo ha allontanato sempre di più dalla Capitale. Da sette anni è presidente della sede romana del Centro Sperimentale, ma le critiche sull'oblio inquietante di questa struttura che spende 11 milioni di euro per il personale su 15,9 a disposizione, lo hanno lasciato indifferente.
Mario Draghi - Da il RiformistaA renderlo commosso nella cerimonia di ieri era anche il fatto di aver piazzato come direttore generale il suo genero, Bartolomeo Corsini, che prima della chiusura dirigeva anche la sede siciliana. Per l'81enne autore di "Innamoramento e amore" la scelta di Milano è un ritorno a casa. A Roma resterà Marcello Foti, il direttore generale del Centro che si diletta tra i salotti buoni e le partite di calcetto, e dovrà coltivare i nuovi talenti del cinema.
4 - QUANDO VIENE A ROMA JEREMY RIFKIN TROVA L'AMERICA...
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che l'economista americano Jeremy Rifkin, autore di irrealizzabili progetti ambientali, ha percepito 280mila euro dal Comune di Roma per la sua partecipazione al Workshop che si è svolto dal 4 al 6 dicembre dell'anno scorso.
La notizia arriva dal "Corriere della Sera" e potrebbe segnare la fine dei gettoni d'oro con cui la politica e la cultura della provincia italiana continua a ricoprire i cosiddetti guru d'Oltreoceano".