Ferruccio Sansa per \"Il Fatto Quotidiano\"
\"I titoli di Stato per rimborsare gli azionisti e gli obbligazionisti Alitalia? Non ne sappiamo niente\". È la risposta più frequente che si ottiene interpellando le banche. Ma ce ne sono di diverse. Alcune desolanti: \"Gli azionisti della vecchia Alitalia? Poveracci\". Altre appena più incoraggianti: \"I titoli arriveranno, ma finora non ne sappiamo nulla\".
Le cronache del salvataggio della compagnia di bandiera hanno riempito migliaia di pagine dei quotidiani: si dibatteva di italianità, di cordate, di soci stranieri. Ma di loro, degli azionisti e degli obbligazionisti della vecchia Alitalia, tutti, o quasi, si sono dimenticati.
5 lamberto cardia1 lapE pensare che non si tratta di quattro gatti, ma di almeno 40 mila persone che nell\'Alitalia avevano investito centinaia di milioni di euro. Gente comune che, magari ascoltando le promesse del governo, aveva puntato i propri risparmi. Una vicenda che non sembra avere uguali.
Perfino in Italia: un titolo prima \"garantito\" dal Governo, poi sospeso e alla fine cancellato. Con i risparmiatori che in mano si ritrovano pezzi di carta spendibili come i soldi del Monopoli (in attesa del promesso rimborso con i titoli di Stato). Che pendono dalle parole del governo e dalle mezze frasi della Borsa Italiana e del presidente della Consob, Lamberto Cardia, ormai in scadenza. Parli di azionisti Alitalia e pensi ai grandi nomi della cordata: Colaninno, Ligresti, Bellavista Caltagirone.
Ma questa è un\'altra storia, la Cai non c\'entra, parliamo di chi aveva nel portafogli le azioni della vecchia compagnia. Gente che non ha avuto l\'imbeccata giusta per disfarsi in tempo dei titoli oppure si è fidata di chi, come Berlusconi, disse: nessun risparmiatore ci rimetterà un euro.
COLANINNOLa storia comincia nel marzo 2008, tempo di campagna elettorale: il governo Prodi sta contrattando con Air France la vendita di Alitalia e il Cavaliere lancia il sasso nello stagno, parla di una cordata italiana. Il titolo della società agonizzante comincia un\'altalena spericolata: ad aprile +18 per cento, il 28 maggio +2,25, il 3 giugno -7,1.
Così Consob e Borsa il 6 giugno decidono di sospendere il titolo. Anche per salvaguardare i risparmiatori, si dirà. Ma qui la storia prende una piega tipicamente italiana (del resto si parlava di \"italianità\"): la nuova compagnia decolla, più o meno, mentre la vecchia finisce nel dimenticatoio insieme con i suoi azionisti e obbligazionisti.
Il signor Carlo di Aprilia (Latina), la racconta così: \"Sono un piccolo azionista, ho acquistato 10.000 azioni Alitalia dopo aver sentito in televisione Berlusconi che inneggiava a una cordata italiana e che assicurava agli azionisti una forte rivalutazione del titolo. Invece sono rimasto ingabbiato, non posso più venderle\". È uno dei tanti.
Salvatore LigrestiGente comune che si sfoga: \"Di Cirio e Parmalat hanno parlato, giustamente, in tanti. Perché di noi azionisti e obbligazionisti Alitalia nessuno dice niente? Acquistare titoli comporta dei rischi, però qui è diverso: non ci hanno nemmeno lasciato la possibilità di vendere, magari a un prezzo di saldo\".
\"Di fatto ci hanno espropriato dei titoli\", attacca Giovanna da Milano. Intanto passano i mesi, nel più totale disinteresse. \"Nel gennaio 2009 il titolo, dopo essere stato sospeso, viene cancellato dal listino, senza spiegazioni di Cardia\", racconta la senatrice Maura Leddi (Pd). Lamberto Cardia ad aprile dedica alla questione un rapido passaggio: \"Va data una qualche forma di risarcimento, soprattutto agli obbligazionisti\".
FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA MARIA LATELLAAlla fine, dopo l\'ennesima interrogazione, il ministero dell\'Economia risponde: i risparmiatori dovranno attendere fino al 31 maggio 2009 per eventuali risarcimenti. Ma il termine passa. E tutto resta in una nube di incertezza: azionisti e obbligazionisti saranno rimborsati attingendo al fondo dei conti dormienti che, racconta Leddi, \"da due miliardi è passato a 800 milioni\".
Intanto Franco Vecchi, presidente dell\'associazione azionisti e obbligazionisti Alitalia, indica l\'ordine di risarcimento: \"I primi ad essere rimborsati saranno i crediti di Stato, poi ci sono i dipendenti, poi le banche, dopo gli obbligazionisti, poi vengono i fornitori e solo per ultimi gli azionisti\". Tutto chiaro? Mica tanto.
berlusconiI termini per presentare la domanda scadono nell\'agosto 2009. Vengono anche fissate le condizioni. Che a tanti azionisti e obbligazionisti suonano come una presa in giro: \"Il rimborso avverrà, se avverrà, attraverso titoli di Stato\", sorride amaro Giuseppe D\'Orta dell\'Aduc (Associazione per la difesa degli utenti e dei consumatori). Aggiunge: \"Ma così la carta straccia verrà sostituita con altra carta. Si tratterà infatti di titoli senza cedola che scadranno nel dicembre 2012, fino ad allora insomma non diventeranno denaro e non potranno essere ceduti\".
ROCCO SABELLINon basta. Racconta Maria Grazia, azionista torinese di Alitalia: \"Il decreto prevede che i rimborsi siano arrotondati per difetto: io ho 7000 azioni Alitalia, mi spetterebbero 1.905 euro. Invece me ne daranno mille e se ne terranno 905. Lo ritengo un furto legalizzato\".
\"Alla fine, se tutto andrà bene, gli azionisti otterranno 0,27 euro ad azione, il 50 per cento del valore medio del titolo nell\'ultimo mese di quotazione. E gli obbligazionisti il 70,9 per cento di quanto gli spettava (se fosse stata accettata l\'offerta Air France avrebbero preso l\'85 per cento). Con un tetto: 50 mila euro per gli azionisti, 100 mila per gli obbligazionisti\", racconta l\'Aduc.
AlitaliaMa andrà davvero così? Le scadenze saranno rispettate? Gianluca Di Ascenzo del Codacons allarga le braccia: \"Le banche non sanno ancora nulla. Regna l\'incertezza più assoluta. Intanto degli azionisti e degli obbligazionisti Alitalia nessuno si ricorda più\".