1- L’UFFICIO STAMPA FIAT ’LAVORA’ BENE I GIORNALISTI DE NOANTRI E I REPORTAGE SU DETROIT, “NUOVO PARADISO” FIAT, RIEMPIONO DI LACRIME GLI OCCHI DEGLI OPERAI DI MIRAFIORI PER I QUALI L’AZIENDA HA ANNUNCIATO IERI ALTRE DUE SETTIMANE DI CASSA INTEGRAZIONE - 2- NUCLEARE, MON AMOUR. I MALACALZA ESCONO DALL’OMBRA E PIAZZANO IL MAGNETE - 3- PARISI IN ROTTA DI COLLISIONE CON STEFANO PILERI: FUORI ASSTEL DALLA CONFINDUSTRIA - 4- IL POSTINO SUPREMO SARMI RIUSCIRà A SOPRAVVIVERE ALLA GUERRA DI PANERAI?

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1 - DOPO DECENNI DI FINANZIAMENTE E ROTTAMAZIONI A SPESE DEL CONTRIBUEBNTE, LA FIAT MOLLÒ L\'\"INGRATA\" ITALIA
Gli ultimi operai di Mirafiori che stamane alle 5 hanno varcato i cancelli per il primo turno alla Fiat, si sono commossi alla lettura dei giornali e hanno incrociato le braccia.
Gli articoli pubblicati su alcuni quotidiani dopo il Consiglio di amministrazione che Sergio Marpionne ha voluto tenere nel quartier generale di Chrysler, hanno creato un\'emozione fortissima nelle tute blu dello stabilimento.

LeLe espressioni di Sergio Marchionne durante la presentazione del piano al Lingotto

I risultati ottenuti dalla Fiat nei primi sei mesi dell\'anno sono esaltanti, ma a riempire di lacrime gli occhi degli operai sono i reportage sul \"nuovo paradiso\" che il manager dal pullover sgualcito è riuscito a creare in quella fetente città americana di Detroit dove nel 1934 il senatore Giovanni Agnelli scoprì i segreti dell\'automobile.

E fa davvero impressione leggere i tre articoli di \"Repubblica\", \"Sole 24 Ore\" e \"MF\" sull\'entusiasmo con cui gli operai di Chrysler si sentono recuperati a una nuova vita. \"Noi che abbiamo visto la morte in faccia sappiamo che cosa vuol dire essere resuscitati e siamo orgogliosi di aver contribuito a questa rinascita della Chrysler grazie alla cura italiana\".

MalacalzaMalacalza Davide

Queste dichiarazioni le ha rilasciate ieri Cynthia Holland, un\'opulenta e simpatica ragazza di colore, che l\'inviato di \"Repubblica\" Salvatore Tropea (corifeo della Fiat) ha intervistato nel quartier generale di Auburn Hills, \"un complesso che per grandezza è secondo solo al Pentagono e forse, dicono, alla ex-residenza di Ceaucescu\". E la foto della stessa Cynthia appare anche in una corrispondenza del quotidiano \"MF\" con le parole \"per noi l\'arrivo della Fiat è stato una manna dal cielo. Eravamo morti e il Gruppo italiani ci ha riportato alla vita\".

Gli ultimi operai di Mirafiori hanno divorato anche gli articoli del \"Sole 24 Ore\" che esaltano l\'impresa di Marpionne e la bellezza dei capannoni \"luminosi e puliti\" di Chrysler dove si leggono cartelli simili a quelli degli stabilimenti giapponesi.

STEFANIASTEFANIA PRESTIGIACOMO

È evidente che l\'ufficio stampa della Fiat e dell\'azienda americana, guidato dalla mano di Gualberto Ranieri, ha lavorato bene per dare il giusto risalto ai risultati di bilancio e al nuovo mondo che si è aperto in America. Ma è altrettanto chiaro che con questi articoli \"ispirati\", il manager italo-canadese alza definitivamente il velo sul suo progetto di portare fuori dall\'Italia il cuore dell\'automobile.

StefanoStefano Parisi

Nella quiete estiva del quartier generale di Chrysler, Marpionne figlio del carabiniere Concezio, ha dato ulteriori argomenti alla strategia di disimpegno e disincanto dalla miserabile realtà italiana. E tanto per non smentirsi annuncia sempre su \"Repubblica\" l\'intenzione di investire 1 miliardo di euro in Serbia per produrre due versioni della monovolume che attualmente esce da Mirafiori.

Poi con una faccia tosta incredibile nega di avercela con i dipendenti italiani, aggiunge che Pomigliano è un \"working progress\", e che sul tavolo ha altri dossier sulla Cina che potrebbero andare in porto in autunno.

Il velo è squarciato e ed probabile che dopo la lettura dei giornali di oggi anche i sindacalisti più sonnolenti come Bonanni e Angeletti comincino a capire come andrà a finire il futuro della Fiat. L\'ha capito bene anche qualche commentatore e qualche studioso di trasporti. Tra i primi c\'è Massimo Mucchetti, l\'editorialista principe del \"Corriere della Sera\" che oggi attribuisce senza mezzi termini a Marpionne la volontà di giocare all\'estero contro la madrepatria.

StefanoStefano Pileri

\"Oggi Marchionne è forte. Sente di poter dettare le regole del gioco. I sindacati appaiono divisi e impotenti. Il Governo, ancora più debole, lucra consensi sull\'estremismo della Fiom, ma intanto Termini Imerese chiude senza colpo ferire e Pomigliano rimane un rebus\". Così scrive Mucchetti e aggiunge: \"Marchionne gonfia i muscoli...manda il messaggio di un\'azienda che non dimentica il pugno di ferro e detta i suoi aut aut a un paese che non esprimendo da troppi anni una politica industriale si balocca con la Fabbrica Italia di Marchionne, senza capirne i conti e senza avere un\'idea sull\'attrazione transatlantica che la Chrysler eserciterà, presto o tardi, sull\'auto\".

L\'analisi è lucida e spietata, e appare sul giornale milanese di cui anche Fiat è azionista, ma non è l\'unica voce in controtendenza. Basta vedere infatti le dichiarazioni degli economisti Giuseppe Berta e Carlo Scarpa, entrambi preoccupati per la rivoluzione sindacale calata dall\'alto (Berta) e per il destino di Pomigliano che è diventano un pantano (Scarpa).

Alcuni anni fa chiesero a Gianni Agnelli se riteneva che l\'Italia fosse la Repubblica delle banane e lui rispose con la solita ironia che vedeva più fichi secchi che banane. I fichi secchi e le mele marce della politica e del governo assistono distratti alla rivoluzione del manager dal pullover sgualcito che licenzia i sindacalisti con motivazioni pretestuose e butta ogni giorno benzina sul fuoco.

MassimoMassimo Sarmi postino

Nel grande edificio di Detroit il Marpionne amerikano ha piazzato la scritta: \"Le cose che facciamo dicono quello che siamo\". Per lui che vive nell\'epoca dopo Cristo, cioè nell\'era post-moderna della globalizzazione, non c\'è spazio per le banane e i fichi secchi, né per quel pugno di operai che stamane si sono commossi e per i quali l\'azienda ha annunciato ieri altre due settimane di cassa integrazione.

2 - NUCLEARE, MON AMOUR. LA FAMIGLIA MALACALZA ESCE DALL\'OMBRA E PIAZZA IL MAGNETE
C\'è qualcosa di davvero strano nel crescendo di interesse e di spazio che i giornali stanno dedicando in questi giorni all\'energia nucleare.

Tutte le principali testate hanno dedicato servizi e inserti su un tema che sembra assolutamente impraticabile per i costi e per le problematiche che si porta dietro. Perfino la visita della Prestigiacomo alla centrale di Flammanville in Normandia è stato oggetto di interesse, per non parlare degli articoli dedicati alla nuova centrale di Olkiluoto in Finlandia e del dibattito penoso sulla nuova Agenzia nucleare per la quale è sceso in campo l\'85enne oncologo Umberto Veronesi.

È probabile che sulla spiaggia pietrosa di Albenga, l\'ex-ministro Sciaboletta Scajola, dopo aver indossato il costumino con le bretelle anni ‘30, ritrovi un po\' di serenità per questa battaglia nella quale ha creduto fermamente.

Tuttavia sembra difficile capire la ragione di un\'offensiva senza senso e individuare la manina che sta rilanciando il nucleare con tanta enfasi. Un indizio è arrivato un paio di giorni fa dal \"Sole 24 Ore\" dove in prima pagina campeggiava la foto di un enorme magnete che rimandava a un corposo articolo delle pagine interne.

PADRONPADRON PANERAI

Guardacaso il magnete per la fusione nucleare è il principale business del Gruppo industriale di Vittorio Malacalza, che con la sua ASG Superconductors progetta e costruisce sistemi magnetici per le centrali. Da qualche settimana Malacalza e i suoi figli Davide e Mattia sono usciti dall\'ombra con l\'acquisto del 12% di Camfin, la società che controlla la Pirelli di Marco Tronchetti Provera.

Con un grosso piede dentro questa società e in Pirelli, il genovese Malacalza di origini piacentine è balzato di colpo a protagonista dell\'industria ed è diventato il secondo socio e grande partner d\'affari del marito di Afef. La sua società fa capo a una finanziaria in Lussemburgo (Castle Sa) e ha sempre avuto come principale sponsor politico quel povero Scajola che annega i dispiaceri nel mare di Albenga.

3 - PARISI IN ROTTA DI COLLISIONE CON STEFANO PILERI: FUORI DALLA CONFINDUSTRIA
Stefano Parisi non ha perso la grinta che aveva in Fastweb da cui è uscito il 2 aprile con l\'autosospensione.

MassimoMassimo Mucchetti

Il suo caratterino è bel conosciuto anche in Confindustria dove nel 2000 ha fatto il direttore generale durante la presidenza di Antonio D\'Amato. Ed è proprio sulla Confindustria che il manager romano sta puntando la sua attenzione come presidente di Asstel, l\'Associazione che riunisce i big delle telecomunicazioni.

Oggi si tiene il direttivo di questa Associazione e sembra che sarà piuttosto contrastato perché Parisi è entrato in rotta di collisione con Stefano Pileri, l\'ex-manager della Rete Telecom che guida Confindustria Servizi Innovativi. La tesi di Parisi è che la gestione Pileri sia inadeguata rispetto alle problematiche che i big del telefono devono affrontare in questo momento.

BONANNIBONANNI

E per questa ragione proporrà al Direttivo di Asstel di uscire da Confindustria Servizi per restare con una rappresentanza autonoma nella Confindustria nazionale di Emma Marcegaglia.

4- IL POSTINO SUPREMO SARMI RIUSCIRà A SOPRAVVIVERE ALLA GUERRA DI PANERAI?
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che Massimo Sarmi, il manager dalle orecchie generose a capo di Poste Italiane, è piuttosto preoccupato per la polemica che si è accesa con il settimanale \"MilanoFinanza\" di Paolo Panerai.

SCAJOLASCAJOLA

Quest\'ultimo gli ha fatto pelo e contropelo in un paio di articoli accusando le Poste di non consegnare in tempo agli abbonati la copia del giornale che esce ogni sabato. Il buon Sarmi ha replicato alle accuse con una lettera a firma del suo capo ufficio stampa, Simona Giorgetti, ma Panerai (reduce da un incontro mistico con Berlusconi per la festa dei 30 anni di \"Capital\") gli ha risposto piccato: \"Care Poste, risparmiateci la lezioncina ipocrita\".

TronchettiTronchetti Provera

 

 

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