UN FONDO LIBICO ENTRA IN FINMECCANICA CON QUOTA SOTTO IL 10% (CIRCA 600 MLN €) - DI PIÙ. LA TRATTATIVA PREVEDE L'APERTURA DI UNA FABBRICA FINMECCANICA IN LIBIA - L'OPERAZIONE È CLAMOROSA: IL GRUPPO OPERA IN UN PERIMETRO DI TECNOLOGIE AVANZATE, CHE VANNO DAGLI ELICOTTERI AI TRASPORTI, AI PRODOTTI MILITARI DI SICUREZZA - MA STATI UNITI, NATO, UE, SONO STATI MESSI AL CORRENTE DELL’INGRESSO DI GHEDDAFI? -

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DAGO-REPORT
"Un'era si è chiusa, una nuova era è iniziata". Con queste parole il Colonnello Gheddafi ha concluso a metà giugno la sua visita in Italia dove Berlusconi lo ha accolto come "un cliente originale" ricevendo dal leader di Tripoli grandi apprezzamenti per il coraggio e le scuse sulle pagine buie del colonialismo.

GheddafiGheddafi

Sotto la tenda beduina di Villa Pamphili sono stati numerosi i manager e gli imprenditori che hanno cercato di capire se dentro l'era nuova ci fosse spazio per nuovi business con il governo di Tripoli che opera attraverso il braccio finanziario del Fondo sovrano Libyan Arab Foreign Investment.

GHEDDAFI TRA LE DONNEGHEDDAFI TRA LE DONNE

E quando il Colonnello si è presentato nell'Auditorium di Confindustria il 13 giugno è stato accolto con inchini da Profumo, Conti, Moretti, Bombassei e Luisa Todini che Gheddafi ha lasciato di sasso quando le ha chiesto se era un uomo.

Durante la visita in Italia non ci sono stati annunci clamorosi e chi si aspettava che ad esempio il Fondo sovrano partecipasse all'aumento di capitale di Enel oppure ad altre operazioni è rimasto a bocca asciutta. Da quando ha cominciato a operare in Italia il braccio finanziario della Libia ha acquisito partecipazioni significative in Fiat dove detiene il 2%, Unicredit con il 4,9 e il Gruppo Eni di cui possiede l'1%. Con Paoletto Scaroni i libici hanno firmato un accordo per un investimento di circa 150 milioni di dollari nel settore dell'energia.

Berlusca e GheddafiBerlusca e Gheddafi

Le ditte italiane che da tempo operano nel Paese di Gheddafi e occupano la prima fila sono tra le altre la Sirti (per la messa in opera di 7.000 km di cavi di fibre ottiche), Impregilo e la AgustaWestland di Finmeccanica che ha ottenuto il contratto per la fornitura di 10 elicotteri che si aggiungono alla commessa per un programma da 3 milioni di euro ad Alenia Aermacchi.

DONNE E GHEDDAFIDONNE E GHEDDAFI

Ed è proprio sul Gruppo Finmeccanica, guidato da Pierfrancesco Guarguaglini, che si erano puntati gli occhi degli analisti convinti che Gheddafi e il suo Fondo avrebbero messo un piede per una partecipazione azionaria. D'altra parte è stato lo stesso Guarguaglini a spiegare pochi giorni dopo al Salone internazionale dell'aeronautica di Le Bourget che Finmeccanica puntava alla Turchia e alla Libia per allargare il suo mercato.

Nella sua infinita miseria Dagospia ha raccolto nelle ultime ore una notizia che da sola farebbe giustizia della delusione emersa dopo il viaggio di Gheddafi a Roma. Sembra infatti che siano in corso trattative molto avanzate con il Gruppo Finmeccanica dove il fondo sovrano che dispone di 200 miliardi avrebbe intenzione di acquisire una quota azionaria di notevole dimensione.

pierfrancesco Guarguaglini Botta di Sonno - Copyright Pizzipierfrancesco Guarguaglini Botta di Sonno - Copyright Pizzi

A questo proposito dagli uffici di via Monte Grappa dove ha sede il quartier generale di Guarguaglini non trapelano indiscrezioni, ma sembra che si stia trattando l'acquisizione di una quota di Finmeccanica intorno al 10% (non oltre) con un investimento dei libici nell'ordine di circa 600 milioni di euro. Non è finita. L'investimento prevede anche la costituzione di una azienda Finmeccanica in Libia.

La notizia è clamorosa e carica di significati industriali e politici. Dal punto di vista industriale l'ingresso dei libici nella società di Guarguaglini ha il significato di un intervento lungimirante perché il Gruppo opera in un perimetro industriale di tecnologie avanzate che vanno dagli elicotteri allo spazio fino ai trasporti, e soprattutto all'elettronica e alla difesa e sicurezza. Questo settore è strategico e nel primo trimestre di quest'anno i ricavi hanno avuto un incremento del 111% rispetto a quelli dell'anno scorso.

GuarguagliniGuarguaglini

A conferma dell'interesse di Tripoli per i sistemi di difesa basta leggere l'"Espresso" in edicola dove si apprende che lo shopping bellico di Gheddafi ha portato in questi giorni a una commessa di piccoli aerei spia che si chiamano Falco e vengono utilizzati per controllare le carovane dei migranti (box a seguire).

Ma questa è una piccola cosa rispetto alle prospettive che si aprono con una partecipazione di Tripoli dentro l'azienda che ha vinto la commessa per gli elicotteri della Casa Bianca e che nella produzione di armi e di sistemi sofisticati ha uno dei suoi asset fondamentali.

Qui si tocca il versante politico della nuova alleanza societaria che potrebbe essere annunciata addirittura lunedì prossimo. Non è un mistero infatti che i governi della Nato e in primo luogo quello americano, stiano seguendo le mosse del Colonnello con grande attenzione. Dopo l'attentato di Lockerbie dell'88 quando 270 persone morirono c'è stata una lenta ricucitura dei rapporti tra la Libia e gli Stati Uniti. Il dialogo diplomatico è iniziato sotto la tenda di Gheddafi nell'aprile del '91 e oggi il Colonnello non è il nemico di un tempo.

OBAMA CROCEOBAMA CROCE

Certo, quando nel settembre 2008 ha dichiarato che "l'Italia non darà basi Nato agli americani in caso di attacco contro la Libia", a Washington sono riemersi i pruriti e i pregiudizi, ma "business is business" e oggi sul bel suol di Tripoli passeggiano in lungo e in largo gli uomini d'affari americani e di tutti i paesi dell'Occidente.

OBAMA E BERLUSCONI ALLA CASA BIANCAOBAMA E BERLUSCONI ALLA CASA BIANCA

L'intesa tra Finmeccanica e il governo libico potrà far discutere e forse se ne parlerà anche al G8 dell'Aquila perché tocca una materia "sensibile", ma dalla sua Guarguaglini può far valere i forti rapporti sul mercato americano dove il Cavaliere gli ha aperto ai tempi di Bush la strada per la Casa Bianca e dove nel maggio 2008 ha acquisito per 3,4 miliardi di euro DRS Technologies, l'azienda leader nel settore dei servizi e dei prodotti elettronici integrati per la difesa.

Tutti sanno che la commessa per gli elicotteri della Casa Bianca ha avuto una battuta d'arresto forse fatale con l'arrivo di Obama, ma l'alleanza con un colosso come DRS ha rappresentato per Finmeccanica l'ingresso dalla porta principale nel mercato della sicurezza e della difesa statunitensi (un mercato da 700 miliardi di dollari all'anno).

Se le notizie sull'acquisizione della quota da parte dei libici saranno confermate, Guarguaglini dovrà gestire un difficile equilibrio politico e industriale che apre comunque per il suo Gruppo le prospettive di quella "nuova era" di cui Gheddafi ha parlato sotto la tenda beduina.

ITALIA-LIBIA, UN FALCO SU TRIPOLI...
Da L'Espresso
- Si chiama Falco ed è un piccolo aereo spia prodotto da Finmeccanica. Formalmente, servirà per controllare le carovane di immigrati ma di fatto questo sofisticato velivolo telecomandato ha potenzialità militari notevoli. Proprio il Falco apre la lista dello shopping bellico italiano di Gheddafi. Tra i primi contratti siglati, la modernizzazione di 12 monoplani Sf 260, addestratori usati in passato nella guerra del Ciad.

obama ABDULLAHobama ABDULLAH

Ma si sta discutendo anche la vendita di radar Selex Rat31 per la difesa aerea a lungo raggio, di pattugliatori navali Fincantieri simili a quelli acquistati dal nuovo governo iracheno, di sistemi per la sorveglianza elettronica delle coste. Agusta ha poi intascato ordini per venti elicotteri, mentre molti altri potrebbero venire assemblati da un nuovo stabilimento italo-libico. (P.Ba.)

 

 

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