a colpi d’Opa S’infiamma lo scontro fra le famiglie della finanza torinese azioniste della Banca Intermobiliare (Bim) - la battaglia che vede i Segre CONTRO le famiglie D’Aguì, Giovannone e Scanferlin Oggetto della contesa è l’Ipi DI Coppola...

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Lorenzo Dilena per "Libero"

Danilo CoppolaDanilo Coppola

S'infiamma lo scontro fra le famiglie della finanza torinese azioniste della Banca Intermobiliare (Bim). Rimasta sottotraccia fino a pochi giorni fa, la battaglia che vede i Segre da un lato e le famiglie D'Aguì, Giovannone e Scanferlin dall'altro finisce adesso a colpi d'Opa.

Oggetto della contesa è l'Ipi, la società immobiliare controllata fino a due anni fa da Danilo Coppola (tuttora socio al 30,5%), ma finita nel frattempo nell'orbita della Bim. In campo è sceso anche il Banco Popolare di Pier Francesco Saviotti, pronto a finanziare la controffensiva dei Segre con un obiettivo ben preciso: tutelare i circa 400 milioni di euro che le società di Coppola devono all'istituto veronese.

L'OBIETTIVO
Messi all'angolo nella gestione della Bim e in minoranza dentro la controllante Cofito, Franca Segre e il figlio Massimo hanno messo sul tavolo di Bim un'offerta per rilevare il 50,8% dell'Ipi al prezzo di 1,80 euro per azione. Ossia mezzo euro in più rispetto al prezzo dell'Opa che proprio Bim ha lanciato su Ipi e che si conclude oggi.

FRANCA SEGREFRANCA SEGRE

La mossa ha un obiettivo chiaro: innanzitutto far andare deserta l'Opa obbligatoria che la banca torinese ha lanciato su Ipi dopo averne acquisito il controllo. Secondo, impedire che la società immobiliare, proprietaria fra l'altro del Lingotto di Torino, venga ritirata dal mercato a un prezzo stracciato.

L'offerta è stata confermata ufficialmente da Banca Intermobiliare, che è peraltro presieduta dalla Segre. Esaminata domenica sera dal cda di Bim, la proposta formulata da Mimose (la finanziaria di famiglia dei Segre) è ritornata ieri pomeriggio sul tavolo dei consiglieri dell'istituto (la riunione era ancora in corso nel momento in Libero andava in stampa). Non senza imbarazzo: difficile argomentare un rifiuto visto che viene offerto 1,80 euro per qualcosa che l'istituto e le altre tre famiglie hanno acquistato a non più di 1,30 euro.

Pier Francesco SaviottiPier Francesco Saviotti

Nello stesso tempo - probabilmente per assicurarsi la neutralità di un "piccolo" ma influente socio di Bim, vale a dire Carlo De Benedetti - Mimose ha lanciato anche un'Opa su Management & Capitali, il fondo d'investimento creato dall'Ingegnere tre anni fa. Domenica scorsa, infatti, il cda di Mimose ha deliberato di lanciare un'offerta pubblica di acquisto sul 100% del capitale sociale di (M&C) a 0,08 euro per azione, con un esborso complessivo di 37,9 milioni di euro. L'Opa sarà lanciata dopo la distribuzione di un dividendo di 0,62 euro per azione di M&C.

COPPOLA BRINDA
Se con quest'operazione i Segre provano a rimettere le mani su un pezzo del mondo Bim, trasformandosi da banchieri in immobiliaristi, va anche detto che a trarne beneficio sarebbero tutti gli azionisti di Ipi, che si vedono valorizzate le azioni a un prezzo più alto di quello proposto nell'Opa di Bim. Acquistando la quota in mano a quest'ultima, infatti, Mimose sarebbe tenuta a lanciare un'offerta obbligatoria su tutto il capitale di Ipi.

Ma c'è un azionista che più di tutti ne trarrebbe vantaggio: e quell'azionista è Coppola, che si vedrebbe aumentare la valorizzazione della quota da 30 a 42 milioni. Non solo: potrebbe anche incassare più facilmente il credito di 80 milioni che vanta verso Ipi, per un totale di 120 milioni.

Una somma che gli tornerebbe utile per chiudere con una transazione il contenzioso fiscale con l'Agenzia delle entrate. In prospettiva, l'immobiliarista romano potrebbe rientrare in gioco riacquistando da Ipi l'area milanese di Porta Vittoria, riprendendo così il suo mestiere di immobiliarista-sviluppatore, stoppato due anni fa dai guai giudiziari.

Carlo De Benedetti - Copyright PizziCarlo De Benedetti - Copyright Pizzi

L'AFFARE IMMOBILIARE
Ma forse più dei Segre e dello stesso Coppola, è la direzione crediti del Banco Popolare e il suo amministratore delegato Saviotti. I debiti del gruppo Coppola verso l'istituto veronese ammontano a circa 400 milioni, includendo anche le situazioni che il Banco eredita da Italease. Un Coppola più liquido è un problema in meno per il Banco. Non solo. Finanziando i Segre, di fatto Saviotti "sposta" parte degli asset della banca su un debitore di "standing più elevato". Con buona pace di chi a Torino pensava di avere già in tasca l'affarone immobiliare del decennio.

 

 

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