EMIRI IN USCITA? – AABAR, IL FONDO SOVRANO DI ABU DHABI, ALLEGGERISCE LA SUA POSIZIONE IN UNICREDIT CON UN BOND CONVERTIBILE SUL 3% DELLA BANCA (HA IL 5%) – GLI ARABI CRITICI CON L'ATTUALE GOVERNANCE

L’operazione Unicredit non si è rivelata, almeno finora, un buon affare per il fondo arabo. Dal giugno del 2010, quando Aabar ha fatto il suo ingresso nel capitale del gruppo di piazza Aulenti, il titolo ha ceduto più del 40% del suo valore. -

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Gianluca Paolucci per “la Stampa

 

Il fondo sovrano di Abu Dhabi alleggerirà la sua posizione in Unicredit dopo cinque anni di presenza nell’azionariato ma conferma il suo impegno «nel suo investimento a lungo termine» nel gruppo italiano. 

TORRE UNICREDIT TORRE UNICREDIT


Una nota del fondo sovrano, accreditato di un 5% che ne fa il primo socio, nella tarda serata di ieri ha fatto chiarezza sulle indiscrezioni circolate per tutta la giornata. Aabar intende raccogliere fino a 2 miliardi di euro con la vendita di obbligazioni convertibili connesse a una quota pari al 3% circa di Unicredit.

 

Aabar venderà i bond in due tranche da 750 milioni ciascuna, entrambe incrementabili di 250 milioni, con scadenza nel 2020 e nel 2022 rispettivamente. Nel comunicato Aabar precisa appunto che resterà pienamente impegnato nel suo investimento a lungo termine in Unicredit.


Le novità sul socio arabo arrivano mentre tra i soci dell’istituto sono in corso i lavori per arrivare alla definizione delle liste per il consiglio d’amministrazione, che scade il prossimo 13 maggio. 

federico ghizzoni (2) federico ghizzoni (2)


Indiscrezioni di stampa avevano parlato di malumori da parte degli arabi, in particolare sulla conferma del presidente Giuseppe Vita, fino al punto di ipotizzare una seconda lista, in asse con la Fondazione Cariverona, che candidasse il presidente di Sace, Giovanni Castellaneta.


Rassicurazioni sulla compattezza della compagine sociale sono arrivate sia dal Ceo Federico Ghizzoni («non avverto tensioni particolari tra i soci») che da Luca Montezemolo, vicepresidente di Unicredit in quota proprio agli arabi («stiamo preparando una lista unica, un’ottima lista, non ci sono problemi tra i soci»).

Khadem Abdualla Al Qubaisi Khadem Abdualla Al Qubaisi


Non è chiaro se la decisione di Aabar possa o meno però impattare sulla distribuzione dei posti in consiglio.

 

Fino a ieri ad esempio la torinese Fondazione Crt, che nel corso dell’ultimo triennio ha ridotto la sua partecipazione al 2,51% attuale, dava per acquisito di avere un solo posto nel prossimo cda invece dei due attuali. Con la scontata conferma di Fabrizio Palenzona che punterebbe anche ad essere confermato vicepresidente. Se l’alleggerimento di Aabar verrà confermata, questo potrebbe riaprire i giochi sui posti lasciati liberi. Per la definizione delle liste, c’è tempo comunque ancora fino al 20 aprile.

aabar logo aabar logo


L’operazione Unicredit non si è rivelato, almeno finora, un buon affare per il fondo arabo. Dal giugno del 2010, quando il fondo ha fatto il suo ingresso nel capitale del gruppo di piazza Aulenti, il titolo ha ceduto più del 40% del suo valore.

malago e montezemolo malago e montezemolo

 

 

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